lunedì 26 ottobre 2009

Considerazioni libere (21): a proposito dei figli perfetti...

In questi giorni è passata sostalziamente inosservata una notizia giunta dagli Stati Uniti: la Disney rimborserà migliaia e migliaia di famiglie in tutto il mondo, che hanno acquistato i dvd della serie "Baby Einstein", perché questi video, pensati e realizzati per le bambine e i bambini tra i sei e i 24 mesi, non sviluppano l'intelligenza dei loro giovanissimi spettatori, così come promesso da una efficace campagna di marketing, che ha fatto leva su una certa "ansia da prestazione" degli stessi genitori. Dapprima la multinazionale americana ha deciso di togliere l'etichetta "educational" alla serie "Baby Einstein" - e a quelle collegate "Baby Galileo", "Baby Shakespeare" e "Baby Mozart" - poi, sotto la minaccia di una class action da parte dei genitori, guidati da alcune associazioni di pedagogisti e pediatri, ha deciso di rendere i soldi alle famiglie: una scelta "rivoluzionaria" per una delle grandi compagnie americane, uno dei simboli, insieme alla Coca Cola, del capitalismo stelle e striscie nel mondo.
Francamente la notizia interessante non mi sembra questa dei rimborsi. O almeno non è stata questa la notizia che ha acceso la mia riflessione. Mi sembra più interessante il fatto che migliaia di genitori abbiano creduto a una pubblicità che prometteva che questi dvd avrebbero aiutato a espandere l'intelligenza dei loro figli in tenerissima età. Gli esperti hanno dimostrato - ma probabilmente non servivano neppure gli esperti - che non solo i neonati che guardano questi dvd non diventano più intelligenti, ma anzi rischiano una diminuzione della capacità di attenzione in età scolare.
Collegata a questa, mi è tornata in mente una notizia che ho letto qualche settimana fa: in California una banca del seme ha lanciato un servizio che offre ai propri clienti gli spermatozoi di donatori selezionati in base alla loro somiglianza alle star del cinema, agli sportivi e ai leader politici. In questo modo i genitori sperano che i propri figli somiglino anch'essi a George Clooney, a Brad Pitt, o magari a Barack Obama, a seconda delle richieste.
Non credo si debba scomodare l'eugenetica o qualche altro delirio scientista, semplicemente è la smodata, oltre che vana, ricerca da parte dei genitori di una perfezione mitizzata: il proprio figlio deve essere il più bello, deve essere il più intelligente, il proprio figlio deve essere da copertina di rotocalco o da show televisivo. Credo sia naturale immaginare per i propri figli un futuro migliore del nostro e anche proiettare su di loro i nostri sogni, le nostre aspirazioni, ma penso anche ci sia qualcosa di morboso, di malato, in questa spasmodica ricerca di eccellere, in questa incapacità di accettare la normalità e di inseguire modelli così fortemente standardizzati. Il paradosso infatti è che questa ricerca di una presunta eccezionalità si incanala poi nell'adesione a modelli conosciuti, che, proprio perché ormai standard, finiscono per diventare comuni e normali. Il genio o la bellezza o l'estro sono tali proprio perché escono dagli schemi consueti e sorprendono per la loro eccezionalità. Dovremmo tutti imparare a convivere con la nostra normalità.

1 commento:

  1. A trovarlo oggi un soggetto che non sia figlio del complesso preedipico....O per genitori sempre assenti per lavoro o per genitori terrorizzati dalla società e super protettivi. Quindi il risultato è la ricerca spasmodica del potere nel caso di genitori assenti in Berlusconi e il continuo bisogno di conferme, o poveracci depressi incapaci di tenere rapporti solidi che vanno dai trans come marazzo magari figlio di genitori iper protettivi. Società del 30°secolo.....

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