sabato 31 ottobre 2009

"Spiego alcune cose" di Pablo Neruda

Domanderete: e dove sono i lillà?
E la metafisica coperta di papaveri?
E la pioggia che spesso percuoteva
le sue parole riempiendole
di pertugi e di uccelli?

Tutto ciò che mi accade vi dirò.

Vivevo in un rione
di Madrid con campane,
con orologi ed alberi.

Di là si vedeva
il volto secco della Castiglia
come un oceano di cuoio.

La mia casa era detta
la casa dei fiori, perchè dappertutto
scoppiavano gerani: era
una bella casa
piena di cani e di bambini.
Raul, ricordi?
Ricordi, Rafael?
Federico, ricordi
sotto terra,
ricordi la mia casa coi balconi dove
la luce di Giugno soffocava fiori nella tua bocca?

Fratello, fratello!

Tutto
era un gran vociare, un sapore di merci,
cumuli di pane palpitante,
banchi del mio rione di Arguelles con la statua
simile a un pallido calamaio tra i merluzzi:
l’olio raggiungeva i cucchiai,
un profondo pulsare
di piedi e di mani gremiva le strade,
metri, litri, essenza
acuta della vita,
pesci affastellati,
trama di tetti dove si smarrivano
freddi raggi di sole,
delirante avorio fine delle patate,
pomodori ripetuti fino al mare.

E una mattina tutto prese fuoco,
e una mattina roghi
uscirono dal suolo
a divorare persone,
e da quel momento incendi,
spari da quel momento,
da quel momento sangue.

Banditi con aeroplani e con mori,
banditi con anelli e con duchesse,
banditi con neri frati benedicenti
venivano dal cielo ad uccidere dei bambini,
e per le strade il sangue dei bambini
scorreva semplice, come sangue di bambini.

Sciacalli che lo sciacallo scaccerebbe,
pietre che il cardo secco morderebbe sputando,
vipere che le vipere odierebbero!

Di fronte a voi ho visto il sangue
di Spagna sollevarsi
per annegarvi in una sola onda
di orgoglio e di coltelli!

Generali,
traditori:
guardate la mia casa morta,
guardate la Spagna a pezzi:
ma da ogni casa morta esce metallo ardente
e non fiori,
ma da ogni squarcio della Spagna
esce la Spagna,
ma da ogni bambino morto esce un fucile con occhi,
ma da ogni delitto nascono proiettili
che scoveranno un giorno
la tana del vostro cuore.

Chiederete perchè la sua poesia
non ci parla del sogno, delle foglie,
dei grandi vulcani del suo paese natio?

Venite a vedere il sangue per le strade,
venite a vedere
il sangue per le strade,
venite a vedere il sangue
per le strade!

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