mercoledì 9 dicembre 2009

"L'uomo di neve" di Wallace Stevens


Si deve avere una mente invernale
per considerare il gelo ed i rami
dei pini incrostati di neve,

e aver sentito freddo tanto tempo
per scorgere i ginepri irti di ghiaccio,
gli scabri abeti nel brillio distante

del sole di gennaio; e non pensare
a un tormento nel suono dell’aria,
nel suono di poche foglie,

che è il suono del suolo
intriso dello stesso soffio
che spira nello stesso spoglio luogo

per l’uditore che ode nella neve,
e, niente in sé, osserva
niente che non sia lì e il niente che è.

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