domenica 3 gennaio 2010

Considerazioni libere (53): a proposito di pane...

Nella mia famiglia (come credo in molte altre) c'è sempre stata (e c'è ancora) una regola precisa: il pane non si butta via. Mio padre e mia madre sono nati rispettivamente nel '30 e nel '41, sono cresciuti in campagna, hanno conosciuto le privazioni degli anni della guerra e dell'immediato dopoguerra: per loro è normale che sia così e con altrettanta naturalezza lo hanno insegnato a me. Anche adesso, in cui non è più la miseria a definire cosa si può o non si può mangiare, ma piuttosto le diete e i problemi di salute, sul pane hanno un'attenzione che non hanno verso nessun altro cibo: si acquista solo quello che verrà mangiato e se per qualche motivo non viene consumato, verrà mangiato il giorno dopo. E' qualcosa di assolutamente naturale, un antropologo certo lo spiegherebbe molto meglio di quanto lo possa fare io.
Scusate la premessa personale, ma mi serve per spiegarvi perché questa mattina il primo articolo che ho letto sui giornali è stata l'inchiesta che Rita Querzé ha fatto per "Il Corriere della sera" sul pane che ogni giorno viene buttato a Milano. La riassumo brevemente, ma la potete leggere anche nella versione on line del quotidiano. La Confcommercio, in collaborazione con la società che gestisce i rifiuti a Milano, ha analizzato il contenuto di un campione di sacchi della spazzatura raccolti in città: ogni giorno nel capoluogo lombardo le famiglie buttano tra i 130 e i 150 quintali di pane. A questo si devono aggiungere i circa 180 quintali buttati via direttamente dai fornai: in questo caso il problema è legato alle tantissime varietà che ogni giorno si trovano negli scaffali delle panetterie. Ogni fornaio deve essere in grado di soddisfare le più varie richieste dei propri clienti, ma naturalmente non può facilmente prevedere cosa sarà venduto e cosa no. Questo dato non comprende la grande distribuzione e quindi è destinato a essere anche più elevato.
Mi rendo conto che è troppo retorico denunciare questo spreco, magari ricordando le tante persone che ogni giorno muoiono di fame, eppure in questa notizia c'è qualcosa che dovrebbe farci riflettere, che riguarda sia i nostri comportamenti individuali sia il sistema di produzione e di consumo delle merci. Proviamo a pensarci.

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