sabato 13 febbraio 2010

Considerazioni libere (72): a proposito di acqua...

L'acqua è un bene prezioso, tanto più in quei territori dove è scarsa. Il lago Ciad, che bagna quattro paesi africani - Ciad, Camerun, Niger e Nigeria - era il settimo al mondo per superficie, poteva arrivare, nella stagione delle piogge, fino a 25mila chilometri quadrati di supeficie e forniva di che vivere a circa 30 milioni di persone.
Questa inestimabile risorsa naturale è seriamente minacciata. Da circa quarant'anni il lago subisce un drastico processo di inaridimento dovuto alla variabilità climatica, alla desertificazione e soprattutto allo sfruttamento intensivo dell'acqua dei suoi affluenti: il fatto di trovarsi al confine di quattro stati ne fa un oggetto di contesa tra i vari governi, che invece di studiare il modo per evitare che si riduca a uno stagno nei prossimi vent'anni, cercano di accaparrarsi oggi il massimo di acqua possibile. Attualmente il lago Ciad è ridotto a poco più di 1.300 chilometri quadrati, con le conseguenze che si possono immaginare sulle donne e gli uomini che vivono intorno e grazie a esso.
Questa è un'altra delle tante storie dell'Africa, di cui non si parla. Nei giorni scorsi ho raccontato la vicenda delle dighe sull'Omo (nella "considerazione" nr. 70), anche questa una storia che ruota intorno all'acqua e all'enorme ricchezza che essa rappresenta. Anche qui c'è un lago, il Turkana, che rischia di ridursi sensibilmente, quando sarà completata la costruzione della diga Gilgel Gibe III. Anche qui c'è la sofferenza di donne e uomini che si vedono letteralmente "rubare" l'acqua dalla rapacità dei loro governi e delle aziende dei paesi ricchi - in questo particolare progetto purtroppo l'Italia ha un ruolo di protagonista.

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