martedì 13 aprile 2010

Considerazioni lbere (100): a proposito di computer e di veleni...

Sono arrivato alla "considerazione" nr. 100: un traguardo forse modesto, ma per me comunque importante; come sempre ringrazio le amiche e gli amici che in questi mesi hanno avuto la pazienza di leggere queste mie note. Senza la vostra attenzione avrebbe avuto molto meno senso continuare a tenere in vita questo blog.
In questi mesi ho utilizzato questo spazio, oltre che per dire la mia su alcuni temi, soprattutto per dare voce a notizie che hanno goduto di pochissima attenzione sulle cronache dei giornali e delle televisioni. E mi pare doveroso dedicare questa centesima "considerazione" proprio a una di queste storie, che ho trovato nel nr. 841 di Internazionale: vi consiglio di leggere l'articolo che il giornalista tedesco Clemens Höges ha scritto sulla discarica di prodotti elettronici di Accra.
Accra è la capitale del Ghana; in un sobborgo di questa città si trova una discarica che la gente del posto ha ribattezzato Sodoma e Gomorra. Non c'è nulla di pruriginoso in questo nome, ma un modo per cercare di dare un nome all'inferno. E infernale è davvero questa discarica: in questa grande spianata arrivano moltissimi computer che noi non usiamo più, perché o sono rotti o sono ormai obsoleti. I ragazzi di Sodoma e Gomorra li raccolgono, li smembrano, e cercano di recuperare quanto più materiale è possibile. Ci sono ragazzi di 16/18 anni che bruciano di continuo i computer, utilizzando la gommapiuma dei frigoriferi, che produce una fiamma capace di sciogliere anche la plastica più resistente. Poi ci sono bambini dagli 8 ai 14 anni che si muovono tra i rifiuti e le parti bruciate per raccogliere cavi di rame, pezzi di alluminio, viti e prese d'acciaio. I ragazzi più grandi coordinano questo esercito di pezzenti, stanno alle bilance, controllano il materiale raccolto dai bambini e lo rivendono alle fonderie. Un bambino di dieci anni può guadagnare due cedi ghanesi al giorno (circa un euro), il sufficiente per mangiare, ma non per affittare un posto in una baracca per la notte; chi sta ai fuochi guadagna qualcosa di più e si può permettere di dormire in una baracca di sei metri quadri, insieme ad altri due ragazzi. Le bambine portano da bere ai loro coetanei che stanno ai fuochi, il lavoro più faticoso e pericoloso.
A Sodoma e Gomorra, a causa di questi fuochi, l'aria è nera e irrespirabile, il fumo brucia la gola, l'acqua del fiume è nera e densa. I bambini vivono immersi in una nebbia nera. Nella terra, nell'aria, nell'acqua ci sono altissime concentrazioni di piombo, cadmio, arsenico, diossina, tutti elementi cancerogeni.
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite ogni anno si producono circa 40 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, 3 milioni soltanto negli Stati Uniti e 2,3 milioni in Cina. Ma questi numeri sono destinati ad aumentare, grazie soprattutto ai paesi in via di sviluppo. Lo stesso rapporto calcola che in Sudafrica e in Cina la produzione di rifiuti elettronici aumenterà del 400%, in India del 500% e lo stesso in alcuni paesi dell'Africa, come il Senegal e l'Uganda. Noi abbiamo sempre bisogno di computer sempre più potenti, sempre più veloci, sempre più leggeri. I ragazzi di Sodoma e Gomorra probabilmente non vedranno mai un computer funzionante, e non saprebbero neppure usarlo, perché non vanno a scuola.
Smaltire un monitor in Germania, rispettando tutte le normative in difesa della salute dei cittadini e dell'ambiente, costa circa 3,50 euro, portarlo in un container in Ghana costa soltanto 1,50 euro. Nel 1989 è stata firmata la Convenzione di Basilea che dovrebbe regolare i rapporti tra paesi ricchi e paesi poveri su questo tema, impedendo che questi ultimi diventino le discariche dei primi. Gli Stati Uniti non hanno mai ratificato l'accordo e anche dove è stato fatto ci sono molti modi per aggirarlo. In Germania ad esempio i rifiuti elettronici non possono essere esportati, ma si possono vendere i computer che possono essere riparati o anche i computer vecchi, che pure non riescono più a supportare nessun programma che viene utilizzato oggi. Questi computer partono dalla Germania come computer teoricamente utilizzabili, ma una volta arrivati in Ghana vanno ad alimentare la discarica di Sodoma e Gomorra. Ci sono grandi interessi in ballo, e anche la grande criminalità ha capito che ci sono enormi possibilità di guadagno.
E così i nostri vecchi computer, i telefonini che non usiamo più, gli elettrodomestici che abbiamo deciso di cambiare diventano veleno per i bambini di Accra. I ragazzi che "lavorano" a Sodoma e Gomorra faticano a superare i venticinque anni. Il piombo provoca prima mal di testa e crampi allo stomaco, poi danneggia il sistema nervoso e il cervello. Gli elementi chimici nascosti nel fumo provocano tumori. Non ci sono stati finora indagini sugli effetti, ma le stesse autorità del posto, che pure lamentano di non avere gli strumenti e le risorse per analizzare quello che sta succedendo, affermano che è difficile trovare qualcuno che abbia più di venticinque anni tra chi lavora laggiù. Naturalmente non c'è nessuna assistenza sanitaria per i ragazzi di Sodoma e Gomorra.
Mi rendo conto che è facile cadere in una forma di moralismo: noi abbiamo da buttare via e loro muoiono per i veleni che noi buttiamo. E mi rendo anche conto che è difficile agire personalmente e singolarmente perché questo non accada, anche se un consumo più intelligente sarebbe possibile. Almeno non smettiamo di considerarla un'ingiustizia.

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