sabato 3 aprile 2010

Considerazioni libere (94): a proposito di Pasqua in Palestina...

Mentre in tutto il mondo celebriamo la Pasqua, mi sembra doveroso ricordare quello che avviene ogni giorno in Palestina, la terra dove questa festa ha un significato particolare.
Secondo le stime delle Nazioni Unite il tasso di disoccupazione nella Striscia di Gaza è pari al 45%; gli attacchi aerei israeliani, oltre a provocare la morte di moltissimi civili, stanno distruggendo le fattorie e i campi destinati all'agricoltura.
Per i giovani palestinesi che non vogliono entrare nelle milizie di Hamas e hanno bisogno di guadagnare qualcosa per mantenere le loro famiglie, le possibilità sono molto poche e purtroppo molto rischiose. Secondo l'ong palestinese Al-Mezan dal 2000 a oggi sessanta persone sono state uccise mentre tentavano di varcare il confine tra la Striscia di Gaza e Israele per cercare un lavoro. Lo scorso 24 marzo le forze di occupazione hanno arrestato venti lavoratori palestinesi nei pressi di Dugit, nella parte settentrionale della Striscia; stavano raccogliendo della ghiaia dalle macerie per impiegarla nella costruzione di nuove abitazioni. Dopo ore di interrogatori i venti sono stati rilasciati, ma le truppe israeliane nello stesso giorno hanno alzato il fuoco contro un gruppo di palestinesi a Sofa, mentre cercavano di raggiungere la parte orientale di Rafah; in questa azione è stato ferito al torace Naji Abu Rida, di 31 anni; alle ambulanze palestinesi è stato impedito per circa un quarto d'ora di raggiungere il ragazzo ferito, in violazione delle convenzioni internazionali. Due giorni dopo, il 26 marzo, il quindicenne Abdul Aziz Hamdan è stato ferito alla gamba sinistra a Erez, accanto al muro che segna il confine settentrionale della Striscia, mentre stava raccogliendo con i suoi fratelli e alcuni amici dei mattoni dalle macerie delle case distrutte, da rivendere alle fabbriche locali. Questa è la quotidianità della vita a Gaza, anche nei giorni che precedono la Pasqua.
C'è chi rischia la vita sopra e chi la rischia sotto terra. Per molti palestinesi l'unica possibile fonte di reddito sono le gallerie sotterranee che collegano Gaza con il confine egiziano. So bene che i cittadini di Israele hanno il diritto di vivere sicuri nelle loro case, senza avere la costante paura dei razzi e degli attentati, e so che Hamas ha una gravissima responsabilità per quello che sta avvenendo in Palestina, ma credo che allo stesso tempo dovremmo capire che fino a quando per chi vive a Gaza non ci sarà altra possibilità di sopravvivere se non accettando di aderire a Hamas, Israele non potrà mai vivere in pace.
Le donne e gli uomini che vivono in quella terra meritano una Pasqua di pace.

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