mercoledì 7 aprile 2010

Considerazioni libere (98): a proposito dei soldi dell'Africa...

E' uscito in questi giorni un rapporto intitolato Illicit financial flow from Africa: hidden resources for development, curato dal Global Financial Integrity, un centro studi no-profit che ha sede a Washington. Vale la pena analizzare alcuni dei dati che emergono da questo studio.
La ricerca degli esperti del Gfi si è concentrata sul flusso di capitali che, in maniera illecita, sono usciti dall'Africa. Prima si sono valutati e conteggiati i flussi economici in ingresso, sommando le variazioni del debito con l'estero dei vari paesi e il netto dell'investimento diretto di capitali stranieri, poi si sono conteggiate le spese, impiegate sia nel ripianamento del deficit corrente sia nell'aumento delle riserve valutarie delle varie banche centrali. La differenza tra le somme che sono entrate e quelle che sono state effettivamente impiegate si è con ogni probabilità volatizzata in conti esteri. A questa analisi si è aggiunto l'esame del cosiddetto mispricing, ossia la pratica che permette di occultare capitali, aumentando sui documenti doganali il valore delle importazioni e riducendo quello delle esportazioni. Solo valutando questi dati, reperibili comunque negli studi della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale e quindi sostanzialmente pubblici, i tecnici del Gfi hanno calcolato che dal 1970 al 2008 sono "spariti" 854 miliardi di dollari.
Qui rimaniamo nell'ambito di frodi e trucchi a livello statale, i tecnici del Gfi non hanno gli strumenti per valutare l'impatto del mispricing tra aziende, ossia con accordi tra società acquirenti e venditrici, né è possibile valutare l'entità del contrabbando. Qui il calcolo è solo presuntivo, ad ogni modo nel rapporto si valuta che nei 38 anni studiati la cifra complessiva che è transitata dall'Africa alle banche e alle società finanziarie dei paesi occidentali sia pari a 1.800 miliardi di dollari. Comunque solo con gli 854 miliardi di dollari documentati sarebbe stato possibile ripianare il debito estero dell'Africa, pari a 250 miliardi di dollari, e investirne altri 600 per lo sviluppo del continente.
L'Africa continua a essere il continente più povero del mondo, ma ci sono politici, alti funzionari, militari, imprenditori che hanno accumulato, grazie alla complicità di governi, funzionari, banchieri dei paesi occidentali enormi fortune all'estero. Questa enorme massa di denaro ha alimentato l'economia dei paesi ricchi, ma è stata letteralmente sottratta alle donne e agli uomini dell'Africa.
La mancanza di democrazia in gran parte dei paesi dell'Africa, le continue guerre e l'instabilità di quasi tutto il continente, la mancanza di controlli, le pratiche dettate dall'urgenza di finanziare gli aiuti umanitari e le politiche di sviluppo hanno permesso di creare questo sistema perverso. Naturalmente per fare questi trucchi è necessario anche un sistema finanziario internazionale che lo permetta e lo nasconda e quindi sono stati utilizzati i cosiddetti paradisi fiscali, ci si è fatto scudo del segreto bancario, insomma sono stati utilizzati tutti quei sistemi che i più spregiudicati tra gli uomini della finanza del mondo sviluppato hanno alimentato, con la passiva connivenza di troppi governi, nonostante alcune reiterate minacce di controlli.
In altre "considerazioni" ho raccontato alcune storie specifiche, come quelle legate alla costruzione delle grandi dighe nella Repubblica Democratica del Congo e in Etiopia, credo sia necessario avere almeno la percezione di cosa avviene a livello globale: una storia che non ci piace.

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