martedì 16 novembre 2010

da "Liberi dalla paura" di Aung San Suu Kyi

Non è il potere che corrompe; ma la paura.
[…]
I Birmani si erano stancati di un precario stato di passiva apprensione, in cui si sentivano come "acqua in mani raccolte a coppa" del potere.
Potremmo essere freddi e limpidi
Come acqua in mani raccolte a coppa
Oh, ma se potessimo essere
Come schegge di vetro
In mani raccolte a coppa.
Le schegge di vetro, le più piccole con la forza tagliente e luccicante di difendersi contro le mani che cercano di frantumarle, possono essere interpretate come il vivido simbolo della scintilla di coraggio indispensabile per chi vuole liberarsi dalla morsa dell'oppressione.
[…]
Lo sforzo necessario per rimanere incorrotti in un ambiente in cui la paura è parte integrante dell'esistenza quotidiana non è immediatamente evidente a quelli abbastanza fortunati da vivere in uno Stato governato dalla legalità.
In un'età in cui immensi progressi tecnologici hanno creato armi letali che potrebbero essere, e sono, usate dai potenti e da uomini senza scrupoli per dominare i deboli e gli indifesi, sorge la necessità imperativa di un rapporto più stretto fra politica e morale a livelli nazionale e internazionale. La Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo stipulata dall'Onu proclama che "ogni individuo e ogni organo della società" dovrebbero adoperarsi per promuovere i diritti e le libertà fondamentali cui hanno diritto tutti gli esseri umani indipendentemente da razza, nazionalità e religione. Ma finché esisteranno governi la cui autorità è fondata sulla coercizione anziché sul mandato popolare e gruppi d'interesse che privilegiano i profitti immediati alla pace e alla prosperità a lungo termine, l'iniziativa internazionale concertata al fine di proteggere e promuovere i diritti umani rimarrà, nel migliore dei casi, un tentativo realizzato parzialmente. Continueranno a esistere aree di lotta, dove le vittime dell'oppressione dovranno ricorrere alle proprie risorse interne per difendere i loro inalienabili diritti di appartenenti alla famiglia umana.
L'autentica rivoluzione è quella dello spirito, nata dalla convinzione intellettuale della necessità di cambiamento degli atteggiamenti mentali e dei valori che modellano il corso dello sviluppo di una nazione. Una rivoluzione finalizzata semplicemente a trasformare le politiche e le istituzioni ufficiali per migliorare le condizioni materiali ha poche probabilità di successo. Senza una rivoluzione dello spirito, le forze che hanno prodotto le iniquità del vecchio ordine continuerebbero a operare, rappresentando una minaccia costante al processo di riforma e rigenerazione. Non è sufficiente limitarsi a invocare libertà, democrazia e diritti umani. Deve esistere la determinazione compatta di perseverare nella lotta, di sopportare sacrifici in nome di verità imperiture, per resistere alle influenze corruttrici del desiderio, della malevolenza, dell'ignoranza e della paura.
[…]
Fra le libertà essenziali cui gli uomini aspirano per arricchire la propria vita, la libertà dalla paura spicca contemporaneamente sia come mezzo sia come fine.
La fonte del coraggio e della resistenza di fronte al potere scatenato è generalmente una salda fede nella sacralità dei principi etici combinata con la certezza storica che, malgrado tutte le sconfitte, la condizione umana abbia per fine ultimo il progresso spirituale e materiale. Ciò che distingue l'uomo dal bruto è la sua capacità di miglioramento e autoredenzione. Alle radici della responsabilità umana vi è il principio di perfezione, l'impulso a raggiungerla, l'intelligenza di trovare la strada giusta e la volontà di seguirla, se non fino alla fine, almeno per il tratto necessario a sollevarsi al di sopra dei limiti personali e degli ostacoli contingenti. Ciò che conduce l'uomo a osare e a soffrire per edificare società libere dal bisogno e dalla paura è la sua visione di un mondo fatto per un'umanità razionale e civilizzata. Non si possono accantonare come obsoleti concetti quali verità, giustizia e solidarietà, quando questi sono spesso gli unici baluardi che si ergono contro la brutalità del potere.

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