lunedì 28 febbraio 2011

Considerazioni libere (211): a proposito di cose che fanno arrabbiare...

In un brevissimo commento su Facebook ho già fatto notare - e per fortuna non sono stato il solo - la bizzarria di un capo di governo (purtroppo il nostro, ça va sans dire) che denigra la scuola pubblica del suo paese, applaudito dal suo ministro dell'istruzione. Una cosa del genere non potrebbe avvenire in nessuna altra parte del mondo. Se chiedeste a Barack Obama com'è la scuola pubblica statunitense, egli certamente comincerebbe a citare risultati positivi e a fornire statistiche per sostenerne la validità. Anche se faceste la stessa domanda a Gheddafi - se avesse tempo per rispondervi - vi spiegherebbe che le scuole della Jamahiriya sono le migliori del mondo. Direbbero tutti la stessa cosa, anche quelli consapevoli di mentire.
Spero almeno che l'ennesima cretinata detta da B. ci spinga un po' a riflettere sulla scuola italiana. Ammetto che sul tema sono manicheo: per me la scuola è pubblica o non è. Non ci sono vie di mezzo. Naturalmente le famiglie hanno tutto il diritto di scegliere per i loro figli una scuola privata, ma questa scelta non deve assolutamente ricadere sulla collettività. Se vogliono una scuola privata devono pagarsela, fino all'ultimo centesimo. So che questo in Italia è un'utopia - e anche una bestemmia - perché in questo paese scuola privata è sinonimo di scuola cattolica e non si possono togliere alle gerarchie quelle risorse che si sono faticosamente conquistate. Devo ammettere che sono stati davvero bravi, perché sono riusciti, contro il dettato costituzionale, a far entrare nel sentire diffuso l'idea che le famiglie hanno il diritto di scegliere per i propri figli la scuola che sentono più affine ai loro valori. Non è vero: le famiglie hanno il diritto costituzionale di avere una scuola pubblica che funzioni, se poi non si avvalgono di questo diritto è una scelta loro, con tutte le conseguenze, anche economiche del caso.
Detto questo, il problema non è la differenza tra scuola pubblica e scuola privata - quest'ultima peraltro è per larghissima parte di qualità inferiore, dal momento che in genere lì gli insegnanti scartati dalle scuole pubbliche insegnano a ragazzi che non riescono nella scuola pubblica - francamente quale sia il livello qualitativo della scuola privata è una cosa che deve interessare le istituzioni e la società. Il problema vero è la frattura nella scuola pubblica tra nord e sud dell'Italia. In alcune regioni del Mezzogiorno, secondo i dati Pisa (acronimo per Programme for International Student Assessment) forniti dall'Invalsi, l'istituto di valutazione della scuola italiana, quasi il 25% dei quindicenni non sono in grado di svolgere semplici calcoli aritmetici o di calcolare il cambio tra due valute, il 15% non è in grado di interpretare ed elaborare le informazioni di un semplice testo. In Italia il tasso di abbandono scolastico è arrivato al 19,2%, anche qui con enormi differenze tra nord e sud. Secondo i dati della Fondazione Agnelli presentati l'anno scorso uno studente del nord ha 68 punti Pisa in più rispetto a un suo collega del sud, come se quest'ultimo fosse indietro di un anno e mezzo.
Questo, caro presidente, va indignare, ancora di più delle sue parole del vento o della sua vergognosa condotta morale.

2 commenti:

  1. Ciao Luca, potrei condividere il tuo post nella mia pagina di twitter o è un problema? grazie.

    RispondiElimina
  2. condividi pure tutto quello che vuoi...

    RispondiElimina