martedì 28 maggio 2013

"Ogni sangue ha la sua storia" di José Saramago

Scorre senza mai fermarsi nell'interno labirintico del corpo e non perde l'orientamento né il senso, arrossa improvvisamente il volto o la fa impallidire fuggendone via, irrompe bruscamente da uno squarcio della pelle, si fa strato protettivo di una ferita, allaga campi di battaglia e luoghi di tortura, si trasforma in fiume sull'asfalto di una strada. Il sangue ci guida, il sangue ci risolleva, con il sangue dormiamo e con il sangue ci svegliamo, con il sangue ci perdiamo e ci salviamo, con il sangue viviamo, con il sangue moriamo. Si fa latte e alimenta i bambini in braccio alle mamme, si fa lacrima e piange per gli assassinati, si fa rivolta e alza un pugno chiuso e un'arma. Il sangue si serve degli occhi per vedere, capire e giudicare, si serve delle mani per il lavoro e per la carezza, si serve dei piedi per andare dove il dovere lo ha mandato.
Il sangue è uomo ed è donna, si copre di lutto o di festa, si mette un fiore alla vita, e quando assume dei nomi che non sono i suoi è perché quei nomi appartengono a tutti coloro che sono dello stesso sangue.
Il sangue conosce tanto, il sangue conosce il sangue che ha. A volte il sangue monta a cavallo e fuma la pipa, a volte guarda con occhi asciutti perché il dolore li ha seccati, a volte sorride con una bocca da lontano e un sorriso da vicino, a volte nasconde il viso ma lascia trasparire l'anima, a volte implora la misericordia di un muro muto e cieco, a volte è un bambino sanguinante portato in braccio, a volte disegna figure vigili sulle pareti delle case, a volte è lo sguardo fisso di queste figure, a volte lo legano, a volte si slega, a volte si fa gigantesco per arrampicarsi sulle muraglie, a volte ribolle, a volte si calma, a volte è come un incendio che tutto infuoca, a volte è una luce quasi dolce, un sospiro, un sogno, un capo dolcemente reclinato sul sangue che gli sta accanto.
Ci sono sangui che persino quando sono freddi bruciano. Quei sangui sono eterni come la speranza.

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