domenica 24 novembre 2013

"La libertà la cerco, la inseguo, la ritrovo" di Roberto Roversi


Descrivo una libertà, questa libertà.
La nostra.
Ahi che la invento. La sento.
La ritrovo sulla campagna, sul mare, sulla montagna.
L'uomo la chiama.
La cerca anche il cane.
La libertà grida: "Ritorno, ritorno. Mi sono allontanata per la città ma adesso ho fame".
Cos'è accaduto nel duemilacinque mesi di aspro sentiero?
Un pensiero ha cominciato a girarmi intorno
verso la fine di un giorno molto nero.
Oggi apro la sinossi universale
e leggo che
per dodici mesi l'anno ha gridato
come un maiale da macellare
sempre, viola violenza, viola senza pietà, giornate amare.
Da gennaio a dicembre.
Mi chiedo quale destino ci dobbiamo aspettare.
Cosa vogliamo. Anzi cosa possiamo sperare.
Ogni giorno ci guardavamo sorridendo piangendo.
Sembrava un inizio che non aveva mai fine.
Preparato limato piallato sulla pelle del mondo.
Come si vede nei giorni che stanno ancora correndo.
Eppure. Solo difendendo la libertà
questa cerva braccata lacerata ferita
possiamo uscire dall'affanno di essere vivi in un mare in tempesta.
Ci chiederanno allora:
che hai fatto dei tuoi anni?
poter rispondere: come vedi, li ho spesi. Li ho
spesi. Li ho spesi.
Ma i conti adesso tornano. Almeno un poco.
Ho fatto errori tremendi
ma non mi sono mai consolato.
L'anno che viene sarà un anno che canta.
La libertà mi salterà sulla spalla.
Sul braccio. Su gli occhi che sono
ancora chiusi.
Canterò anche dentro la foresta buia di Brecht
allora
se l'ho cercata
uscirà alla luce del cielo lontana dal fuoco.
Cambieremo la sorte.
Noi possiamo seder sul bordo di un vulcano
mai sul cavallo impazzito della morte.
LA LIBERTÀ È DIFFICILE E FA SOFFRIRE.

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