venerdì 5 settembre 2014

Verba volant (117): turismo...

Turismo, sost. m.

Italians do it better, diceva Madonna; non credo si riferisse alla promozione del turismo.
Qualche anno fa Zaira mi ha fatto scoprire il Salento, una regione bellissima del nostro paese. Mentre stavamo là lessi alcune notizie veramente curiose. La Provincia di Lecce stava promuovendo a New York e nelle principali città europee il marchio Salento d’amare, in maniera indipendente da quanto organizzato dalla Regione. Cosa non inusuale, dal momento che alla Borsa internazionale del turismo di Milano c’erano uno stand della Regione, uno della Capitanata e della Terra di Bari, uno di Lecce e del Salento, uno di Taranto, che rivendicava il fatto di non essere in Salento e presentava il proprio marchio Terra jonica. Anche la Provincia di Brindisi aveva deciso di acquistare uno spazio al Bit per presentare il marchio Filia solis; peccato che la decisione non fosse stata condivisa dalla città di Brindisi e dai comuni di Ostuni, Carovigno, Fasano e Ceglie, che erano andati anche loro a Milano, presentando il marchio Terra di Brindisi. Immaginate lo stupore dell’operatore statunitense e di quello giapponese che si sono trovati davanti ben due stand di Brindisi.
Non so se nel frattempo la situazione sia migliorata, ma andando in giro per l’Italia - a nord come a sud - non è raro imbattersi in situazioni paradossali come queste.
Quest’anno io e Zaira siamo stati per alcuni giorni in Provenza. Da un punto di vista istituzionale la Provenza in quanto tale non esiste, ma è compresa in regioni e dipartimenti diversi. Eppure in ogni città e paese della Provenza puoi trovare depliant e informazioni delle altre realtà di quella regione storica della Francia. Avignone e Villeneuve-lès-Avignon sono due comuni confinanti, ma dato che in mezzo ci passa il Rodano, si trovano in due Regioni diverse, come capita a noi in pianura padana con il Po. Però i due comuni si promuovono insieme e se presenti il biglietto d’ingresso di un monumento o di museo di Avignone, ottieni uno sconto negli ingressi a quelli di Villeneuve, e viceversa. Le città che hanno un particolare interesse archeologico e dove ci sono importanti resti romani - Arles, Nimes e Orange - si fanno pubblicità l’un l’altra. E così via.
Avignone è una città bella - anche se non bellissima o almeno non bella come alcune città italiane, penso a Mantova o a Ferrara - che però ha evidentemente investito moltissimo sul turismo e che infatti è piena di turisti. I monumenti sono aperti sette giorni su sette e non hanno orari di chiusura pomeridiani. Sono disponibili audioguide in undici lingue e le segnalazioni sono chiare. Nelle sale del Palazzo dei papi ci sono molti posti in cui sedersi e ci sono spazi dedicati alle comitive, che non si intralciano e non disturbano i visitatori non “intruppati”. Se eviti i locali di place de l’Horloge, puoi mangiare bene, mediamente meglio che in una città italiana. Nel 2000 Bologna ed Avignone sono state, insieme a diverse altre, capitali europee della cultura: ho l’impressione che la città francese abbia sfruttato meglio l’opportunità di quella italiana.
Poi siamo stati alcuni giorni da nostri carissimi amici che abitano a Sanremo e così abbiamo avuto la possibilità di andare al mare a Mentone. Nella città francese è tutta spiaggia libera, eppure ci sono i bagnini e sono a disposizioni alcune docce. Le spiagge sono molto pulite e il verde intorno - su cui si può stare, quando si è stanchi del mare - molto curato. Per andare al mare in Italia devi pagare o accontentarti di un’area, scomoda da raggiungere, senza servizi e spesso sporca. C’è una bella differenza. E ti viene rabbia, pensando a quante risorse stiamo sprecando, a quanti posti di lavoro stiamo rinunciando, a quante opportunità il nostro paese butta via.
Forse non è un caso che il termine sia arrivato in italiano dal francese tourisme, che ricalca l’inglese tourism, che a sua volta viene dal francese tour. French do it better.

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