mercoledì 17 dicembre 2014

Verba volant (151): naturale...

Naturale, agg. 

Probabilmente avete letto anche voi questa notizia: il Consiglio comunale di Faenza ha approvato a maggioranza - determinanti sono stati i voti di un pezzo del Pd - un documento in cui si definisce appunto naturale la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Una tesi a dir poco bizzarra: non c'è nulla di naturale in un matrimonio, a cominciare dalle bomboniere per finire ai regali improbabili che si trovano nelle liste di nozze.
Vediamo l'etimologia di questa parola. Il termine latino natura è composto dal tema di natus, participio passato del verbo nasci, ossia nascere, e dal suffisso del participio futuro -urus, per cui significa alla lettera, secondo l'ottima interpretazione del Pianigiani, quella che è per generare ovvero la forza che genera. E difatti, secondo natura, per generare un nuovo essere vivente sono necessari, di regola, due esemplari di quella specie: un maschio e una femmina.
Ma la natura si ferma qui. Anzi la natura porterebbe - specialmente noi maschi - ad andarcene dopo aver adempiuto, più o meno efficacemente, al nostro compito riproduttivo, per stare con i nostri amici maschi, andare a caccia o giocare a calcetto. Invece ci sposiamo, non perché sia naturale, ma perché esistono delle regole del vivere civile che ci fanno capire che questa è la scelta migliore, per quanto innaturale. E molti di noi, nonostante le difficoltà e le suocere, sono felici di essere sposati. Fare l'amore è qualcosa di piuttosto naturale, qualcosa che ci viene spontaneo, qualcosa che più o meno tutti riusciamo a fare, invece vivere insieme, costruire una famiglia - che ci sia o meno il vincolo del matrimonio poco importa - è qualcosa di un po' più difficile, meno spontaneo, e infatti non tutti riescono, perché richiede un impegno quotidiano, uno sforzo continuo, una capacità di adattarsi ai tempi e alle idee dell'altra persona, che non è sempre naturale avere. Certo l'amore aiuta a smussare gli spigoli più duri, ma poi interviene la riflessione che - ne converrete con me - non è affatto naturale, specialmente in noi maschi.   
Nel lessico di tutti i giorni noi diciamo appunto costruire una famiglia. Per costruire una casa non basta l'estro, occorre un progetto, è importante avere un'idea, ma poi bisogna saperla tradurre in pratica, perché altrimenti quella casa sarà destinata a cadere. E lo stesso avviene per la famiglia, per costruirla bisogna condividere un progetto e occorre farlo almeno in due. Poi quando ci sono i figli la cosa si complica ulteriormente, perché aumentano le teste da mettere d'accordo. Ma teniamoci alla famiglia più semplice, quella fatta da due persone: un progetto vi pare forse qualcosa di naturale? Ovviamente non lo è, è il frutto di una serie di decisioni, giuste e sbagliate che siano, che ci portano appunto alla costruzione della nostra famiglia.
Se la famiglia quindi è qualcosa di così intrinsecamente innaturale, perché dobbiamo decidere che una famiglia è solo quella formata da un uomo e da una donna? Per generare una nuova creatura continueranno ad essere necessari una donna e un uomo, perché la natura ha deciso così, ma per costruire una famiglia bastano due persone, qualunque sia il loro sesso. E, al di là della natura che continuerà a fare quello che deve fare, è poi in questa famiglia, progetto della vita di due persone, che cresceranno anche i figli.
Il matrimonio è un istituto giuridico che regola una parte della vita delle persone e, come avviene nella società per qualsiasi altro istituto giuridico, è destinato a cambiare, perché cambiano le idee delle persone. Fino a qualche anno fa la consuetudine portava all'idea che un matrimonio potesse essere contratto soltanto tra due persone di sesso diverso, ora molti di noi la pensano diversamente e quindi è naturale - in questo caso l'aggettivo è usato a proposito - cambiare le leggi che regolano questo istituto. Se accettiamo l'idea che tutte le persone abbiano gli stessi diritti ne discende che tutti hanno, tra gli altri, il diritto di costituire una propria famiglia.
Io sono a favore del matrimonio per le persone dello stesso sesso non solo perché credo fermamente che tutte le persone siano uguali e abbiano tutte gli stessi diritti, ma anche perché credo nel matrimonio. Penso che il matrimonio sia un istituto importante, che aiuta le persone a prendersi responsabilità e impegni. Quando diciamo a un'altra persona che le vogliamo bene e che ci prenderemo cura di lei non possiamo dirlo a cuor leggero, è qualcosa di importante. E bello. Perché qualcuno deve esserne escluso solo perché ha deciso di sposare una persona dello stesso sesso?
Tutti hanno il diritto di avere brutte bomboniere.

4 commenti:

  1. Uno degli articoli più interessanti che abbia mai letto. Complimenti!

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  2. Bravissimo. Sono assolutamente d'accordo con te!!!!

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  3. Anch'io mi associo ai complimenti di chi mi ha preceduto!
    Il tuo articolo è chiaro, semplice e complicato allo stesso tempo, ed esplicita con estrema chiarezza i fondamenti della democrazia (quella vera!!): diritti, uguaglianza, impegno.

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  4. Se solo, chi legge avesse voglia di riflettere e probabilmente accettare tutto, metà, parte di quel che dicono
    gli altri

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