domenica 15 gennaio 2017

"Io ero, io sono, io sarò" di Rosa Luxemburg


"L'ordine regna a Berlino!" annunzia trionfante la stampa borghese, annunziano Ebert e Noske, annunziano gli ufficiali delle "truppe vittoriose", a cui la plebaglia piccolo-borghese di Berlino acclama e sventola i fazzoletti!
La gloria e l'onore delle armi tedesche sono salvi di fronte alla storia mondiale. I miserabili sconfitti delle Fiandre e delle Argonne hanno riabilitato il loro nome con una splendida vittoria sui trecento spartachisti del Vorwärts.
"L'ordine regna a Varsavia!", "L'ordine regna a Parigi!", "L'ordine regna a Berlino!". Così si rincorrono a distanza di mezzo secolo gli annunzi dei guardiani dell'ordine da un centro all'altro della lotta storico-mondiale. E i vincitori tripudianti non considerano che un ordine che ha bisogno di essere mantenuto con periodici sanguinosi massacri, va inevitabilmente incontro al suo destino storico, al suo tramonto. Che cosa è stata quest'ultima "settimana di Spartaco" di Berlino, che cosa ha portato, che cosa ci insegna? Ancora in mezzo alla battaglia, in mezzo agli ululi di vittoria della controrivoluzione, i proletari rivoluzionari devono rendersi ragione dell'accaduto, commisurare gli avvenimenti e i loro risultati alla grande scala della storia. Seguire con consapevolezza le sue direttrici, le sue vie, è i primo compito dei combattenti del socialismo internazionale. Era da attendersi da questa lotta una vittoria definitiva del proletariato rivoluzionario, la caduta degli Ebert-Scheidemann e l'istituzione della dittatura socialista? Certo no, se si prendono seriamente in considerazione tutti gli aspetti decisivi della questione. Il punto debole della posizione rivoluzionaria attuale: l'immaturità politica dei soldati, che si lasciano pur sempre adoperare dai loro ufficiali a fini antipopolari controrivoluzionari, è già una prova dell'impossibilità, in quest'urto, di una durevole vittoria rivoluzionaria. D'altra parte questa stessa immaturità dell'esercito è solo un sintomo della generale immaturità della rivoluzione tedesca. Il contado, da cui proviene una grande percentuale della truppa, ora come prima è stato appena toccato dalla rivoluzione! Berlino è ancora come isolata dal Reich.
Da questa contraddizione, in una fase iniziale dello sviluppo rivoluzionario, tra aggravamento dei compiti e insufficienti condizioni per la loro realizzazione, risulta la conclusione formalmente negativa delle singole battaglie rivoluzionarie. Ma la rivoluzione è l'unica forma di guerra - anche questa è una sua particolare legge di vita - in cui la vittoria finale possa essere preparata solo attraverso una serie di sconfitte!
Che cosa ci mostra tutta la storia delle rivoluzioni moderne e del socialismo? Il primo divampare della lotta di classe in Europa: l'insurrezione dei setaioli lionesi del 1831, è finita con una grave sconfitta. Il movimento cartista inglese con una disfatta. Il sollevamento del proletariato parigino nei giorni del giugno 1848 è terminato con una sconfitta schiacciante. La Comune di Parigi con una sconfitta paurosa. Tutta la strada del socialismo - per quel che riguarda le battaglie rivoluzionarie - è disseminata di patenti disfatte.
E pure irresistibilmente questa stessa storia passo passo porta alla vittoria finale! Dove saremmo oggi senza quelle sconfitte, dalle quali abbiamo attinto esperienza storica, scienza, forza, idealismo! Noi, che oggi siamo giunti immediatamente davanti alla battaglia finale della lotta di classe proletaria, poggiamo i piedi proprio su quelle sconfitte, a nessuna delle quali possiamo rinunciare, ognuna delle quali è una parte della nostra forza e consapevolezza.
Avviene con le lotte rivoluzionarie l'esatto contrario che con le lotte parlamentari. Nello spazio di quattro decenni abbiamo avuto in Germania in sede parlamentare solo delle vittorie, siamo passati addirittura di vittoria in vittoria. E il risultato ne fu, al momento della grande prova storica del 4 agosto: una disfatta politica e morale catastrofica, un crollo inaudito, una bancarotta senza esempi. Le rivoluzioni ci hanno finora portato sonore sconfitte, ma esse nella loro inevitabilità sono altrettante garanzie della futura vittoria finale.
Le masse sono il fattore decisivo, sono la roccia sulla quale sarà edificata la vittoria finale della rivoluzione. Le masse sono state all'altezza della situazione, esse hanno fatto di questa sconfitta un anello di quella catena di sconfitte storiche, che sono l'orgoglio e la forza del socialismo internazionale. E perciò da questa sconfitta sboccerà la futura vittoria.
"L'ordine regna a Berlino!" Stupidi sbirri! Il vostro ordine è costruito sulla sabbia. Già domani la rivoluzione si ergerà nuovamente ed annuncerà con un suono di squilla: io ero, io sono, io sarò!

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