mercoledì 8 febbraio 2017

Verba volant (347): spread...

Spread, sost. m.

Io cerco di non usare termini di altre lingue, almeno quando esistono parole italiane che hanno lo stesso significato, e quindi evito di dedicare una definizione di questo inconsueto dizionario a termini stranieri, ma in questo caso devo fare un'eccezione, perché la parola spread è importante non tanto per quello che realmente significa, ma per il significato che gli è stato dato. E per la storia che racconta, la storia di un imbroglio, il più grande imbroglio della storia italiana recente.
Spero vi ricordiate quelle settimane. Era l'estate del 2011, in Italia era al governo Berlusconi - vi ricordate? quello delle televisioni, del Milan e delle puttane - e arrivò la notizia che era stata recapitata una lettera, scritta dall'allora presidente della Bce e da chi avrebbe dovuto sostituirlo poco dopo. Quella lettera rimase segreta per diverse settimane, i ministri per un po' ne negarono perfino l'esistenza e poi lentamente scoprimmo che conteneva più o meno un programma di governo, indicava quali leggi approvare e soprattutto quali scelte di politica economica attuare sia nel breve che nel lungo termine. Di fatto con quella lettera l'Italia veniva commissariata. Berlusconi - che era quello che era, parlandone da vivo - non volle accettare quelle imposizioni e quindi bisognava trovare il modo di farlo fuori. Fosse stato un altro sarebbe stato sufficiente confezionare un bello scandalo, ma con Berlusconi era impossibile: era già stato accusato di tutto, e di molto era colpevole, eppure la sua popolarità non diminuiva, anzi lui era votato proprio perché era così incredibilmente italiano.
Occorreva qualcosa d'altro e si inventarono lo spread. Cominciarono in sordina, ma giorno dopo giorno ci mostrarono che, a causa dell'ostinazione di Berlusconi, lo spread saliva. Fu uno stillicidio quotidiano, ogni giorno un piccolo ritocco in su, i giornali titolavano della crescita dello spread in prima pagina, i telegiornali davano come prima notizia la crescita dello spread.
Il trucco fu davvero ben congegnato perché in pratica l'aumento dello spread indicava che il debito pubblico italiano stava crescendo, ma in fondo era sempre cresciuto, quando c'erano le lire aveva raggiunto una cifra altissima, ma proprio perché così alta incomprensibile. Lo spread invece era un numero basso, facilmente controllabile: non ti puoi fare impressione da un debito di 2.200 miliardi di euro, ma da un indice che parte da 173 all'inizio di gennaio e quindi arriva a 300, e poi a 350, e poi a 400, in maniera inesorabile e che continua a salire, ti impressioni. E ci siamo impressionati. E così il 9 novembre di quell'anno, quando lo spread tocca il suo massimo a 574 può scattare la trappola: quello stesso giorno Napolitano nomina Mario Monti senatore a vita. Il governo Berlusconi è finito.
Nasce, al di fuori della Costituzione, un governo di emergenza, non perché ci fosse una vera emergenza, ma perché avevano creato un'emergenza e quel governo vara, una dopo l'altra, le misure previste dalla lettera di agosto. Taglia in maniera drastica le pensioni, avvia un ampio piano di liberalizzazioni, riduce i diritti dei lavoratori, modifica la Costituzione introducendo il pareggio di bilancio e di fatto cedendo parte della sovranità alle autorità finanziarie dell'Unione europea. Senza la paura dello spread Monti - e il suo mandante che stava al Quirinale - non avrebbero ucciso lo stato sociale in Italia. Poi naturalmente lo spread cominciò a calare, ci mostrarono in televisione i grafici in cui scendeva e poi semplicemente smisero di parlarne: lo spread non serviva più a farci paura.
Capite perché mi preoccupo quando oggi sento i giornali che ricominciano la litania dello spread?

1 commento:

  1. Ho letto in WAC un post che ne parlava e ti ringrazio per aver scritto sul' argomento ALLORA SICCOME SIAMO STATI VITTIMA DI UNA TRUFFA COLOSSALE , .....QUINDI ..... Si possono annullare tutte le disposizioni di legge di quel periodo e IN PRIMIS QUELLA MODIFICA ILLEGALE E TRUFFALDINA DELLA COSTITUZIONE che va sotto il nome di PAREGGIO DI BILANCIO

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