martedì 5 settembre 2017

Verba volant (429): merendina...

Merendina, sost. f.

Se l'obiettivo di ogni pubblicitario è quello di far conoscere il più possibile il prodotto che è stato incaricato di reclamizzare, quello che si è inventato la storia dell'asteroide certamente ha colpito nel segno. Anche se non come il genio che ha inventato: fai merenda con Girella. Comunque tanto di cappello: tutti noi che parliamo di quello spot partecipiamo, anche se involontariamente, alla campagna pubblicitaria di quella nota merendina.
In una società come la nostra governata dal mercato - e dai mercanti - spesso studiare le pubblicità è più istruttivo che occuparsi di politica. La pubblicità, proprio perché dipende direttamente da chi davvero decide cosa dobbiamo o non dobbiamo fare, cosa dobbiamo o non dobbiamo pensare, è molto più forte delle sempre più esauste ideologie a cui pure tanti di noi sono ostinatamente legati. Le famiglie formate da coppie omosessuali sono apparse nelle pubblicità del nostro paese ben prima che la politica si decidesse a offrir loro una legge, per quanto imperfetta, perché i mercati - e i mercanti - sanno che gli omosessuali esistono e soprattutto che possono consumare e spendere, esattamente come gli eterosessuali, e ai mercanti - e ai loro servi che lavorano in pubblicità - poco importa degli strepiti dei preti e dei politici baciapile: l'importante è vendere. Allo stesso modo abbiamo già visto le pubblicità con i musulmani, perché anche loro consumano e spendono. Prima o poi toccherà anche ai comunisti, perché anche noi consumiamo e spendiamo; e i mercanti sono perfino a disposti a tollerare le nostre astruse teorie, pur che continuiamo a scriverle sui loro computer e a diffonderle con i loro telefoni. Poi gli omosessuali saranno sempre una minoranza mal tollerata, come i musulmani - figurarsi i comunisti - ma quando spendiamo siamo sempre tutti ben accetti dalla grande famiglia felice della pubblicità.
Non capisco bene perché tante persone si siano indignate per quello spot. Sarei curioso di vedere quali videogiochi quei genitori così arrabbiati per l'asteroide abbiano comprato per i loro figli. Forse quelli dove bisogna sparare e uccidere i personaggi dello schermo e più ne uccidi più vinci? Di questo ovviamente non vi indignate. Magari siete anche fan dei film di Quentin Tarantino, perché fa così fico. Guardate che quelli dei film non muoiono davvero, e anche quella mamma non è morta davvero: domani la vedrete mentre reclamizza un dentifricio o si rallegra di riuscire a fare sport estremi anche in quei giorni.
Anche a me c'è della pubblicità che non piace, spot che mi fanno davvero arrabbiare. Quelle in cui per venderci un telefonino o un'auto o qualsiasi altra cosa stimolano i nostri istinti sessuali, la nostra eccitazione davanti a un bella donna, quelle in cui usano i corpi delle donne per vendere. E queste sono pubblicità pericolose, perché non solo convincono noi e i nostri figli a comprare cose di cui non abbiamo bisogno - come non abbiamo bisogno di mangiare quella merendina insapore - ma soprattutto ci spingono a credere che i corpi delle donne siano cose, che possano essere usate quando ne abbiamo bisogno, e poi - come ci insegna la pubblicità - gettate via quando il bisogno è finito, magari per sostituirle con altre, più nuove e più belle.
Se non vi piace quello spot basta che non acquistiate quella merendina. Mangiate piuttosto pane e marmellata; ne guadagnerete in gusto e salute. Ma il problema non è non quella merendina e neppure quell'asteroide, ma la forza con cui ci costringono a pensare che valiamo per quello che consumiamo. E da questo temo non riusciremo più a salvarci.  

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