giovedì 24 settembre 2009

Considerazioni libere (6): a proposito di religione e religioni...

Stamattina ho letto sul "Corriere" un'intervista a monsignor Vecchi, che è vescovo ausiliario a Bologna, sulle scuole materne gestite dalla chiesa, in cui egli dice, tra le altre cose, che le famiglie di religione mussulmana devono preferire le scuole paritarie cattoliche rispetto a quelle pubbliche, laiche, perché nelle prime comunque si prega e si parla della dimensione divina, nonostante le differenze profonde tra le due confessioni religiose; peraltro l'intervista è stata fatta in occasione della presentazione di una sorta di "carta" scritta dal cardinal Caffarra destinata proprio alle scuole paritarie della diocesi, in cui si ribadisce con forza il carattere cattolico delle scuole stesse, la loro dipendenza dai parroci e quindi dalla curia.
Mi è venuto in mente un articolo che ho letto un po' di mesi fa, in cui si raccontava che nel sud della Francia la maggioranza delle famiglie mussulmane (almeno quelle con un certo reddito) preferivano per i propri figli, e in particolare per le proprie figlie, le scuole superiori private gestite dalla chiesa cattolica perché in quelle erano accettate cose, ad esempio l'uso del velo, vietate nelle scuole pubbliche.
Questa cosa mi fa pensare e credo ponga degli interrogativi. Il tema è difficile, ma non può essere eluso, soprattutto in una società complessa come la nostra. Queste sono riflessioni, certo non molto organiche e soprattutto senza una conclusione. Davvero su questo mi piacerebbe aprire un confronto con altri.
Io mi definisco agnostico, non credo in dio, non credo che esista qualcosa dopo la morte, credo che la dimensione dell'uomo sia unicamente nella sua vita, chiamamola terrena. Credo allo stesso tempo che la religione costituisca un elemento significativo per la vita di molte persone e anche per tutta la società. Così come nessuno può costringere a credere, non voglio che nessuno sia costretto a non credere.
Personalmente penso che sia stato un errore togliere dal preambolo della costituzione europea il riferimento alle radici cristiane, perché indubbiamente queste hanno segnato la cultura dell'Europa (basti pensare all'arte), almeno quanto le radici che nell'antichità affondano nella tradizione greco-romana, oppure in tempi relativamente più recenti nel pensiero illumista, in quello liberale e in quello socialista. Credo sia profondamente sbagliato l'atteggiamento di quei laici che tendono a negare la dimensione pubblica e sociale della religione.
Poi esiste il fatto che in Europa sta crescendo sempre più rapidamente il numero di persone che ha una religione diversa, in qualche modo antitetica ( in fondo ogni religione è antitetica a un altra, perché una religione per definizione professa la verità e la verità può essere una sola) a quella tradizionalmente presente in questi paesi. Con in più il dato, ugualmente evidente, che mentre diminuisce la percentuale di persone che praticano effettivamente la religione cristiana, cresce quella delle persone che professano la religione islamica, partecipando ai riti, alle preghiere e così via; in sostanza mentre le chiese tendono ad accogliere meno fedeli (e anche meno preti, visto che sono sempre di più le parrocchie vacanti) e sempre più anziani, le moschee tendono a essere piene, specialmente di giovani. E le moschee sono oggettivamente poche. Sinceramente non capisco, o meglio non giustifico (perché si capisce benissimo quale è il motivo) l'atteggiamento che tende a negare ai cittadini di religione islamica di avere dei propri luoghi di culto, così come i cristiani hanno i loro.
Eppure ogni giorno ci scontriamo con aspetti delle religioni che non ci piacciono.
In linea di principio credo che faccia bene la Francia a vietare il velo, il chador, il burqa alle donne di religione islamica, così come vieta qualsiasi espressione religiosa, anche cristiana, all'interno delle scuole pubbliche. E' oggettivamente più difficile in Italia dove la presenza religiosa cristiana è certamente più presente: perché una bambina non può portare il velo in una classe dove è appeso un crocifisso?
Ci sono aspetti della religione islamica che sono inaccettabili, penso ad esempio al ruolo della donna; non serve arrivare agli estremi dei fatti di cronaca per dire che la donna islamica vive in una condizione di minorità, che è contraria ai principi democratici. Ma non posso neppure accettare che la chiesa cattolica pretenda di dettare le proprie legittime scelte etiche all'intero paese su temi rilevanti come l'inizio e la fine della vita.
Nonostante questo non riesco a pensare a una società senza luoghi di culto: sarebbe una perdita gravissima per la convivenza civile.

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