martedì 12 settembre 2023

Verba volant (844): fiaba...

Fiaba, sost. f.

Rachel Zegler è la Biancaneve degli anni Venti del XXI secolo. Una Biancaneve scandalosa per alcuni, visto che la pelle di questa splendida ragazza nata nel 2001 nel New Jersey, di origini colombiane e polacche - anche se le prime sono decisamente prevalenti - non è proprio candida come la neve. Tanto che Steven Spielberg l’ha voluta come Maria nella sua versione di West Side Story. Ma la storia di questa ragazza è un classico - un archetipo, direbbe Bettelheim - e quindi sappiamo che Rachel non sarà l’ultima: ogni epoca avrà la sua Biancaneve. E sappiamo anche che questa nuova Biancaneve non avrà bisogno di un principe per salvarsi.

Purtroppo non conosciamo il nome della prima Biancaneve del cinema. Di quel Snow White del 1902 non sappiamo nulla, se non il titolo registrato dalla Lubin Manufacturing Company. Questa casa di produzione è stata fondata a Philadelphia proprio quell’anno da Siegmund Lubin, nato a Breslavia nel 1851 ed emigrato nel 1876 negli Stati Uniti. È un optometrista che, affascinato dal lavoro di Edison, diventa uno dei pionieri del cinema. Sono più di mille i film realizzati nello studio chiamato Lubinville, ma sono andati quasi tutti perduti. Nel giugno 1914 un incendio ha distrutto studio e negativi e tre anni dopo la casa di produzione è fallita, costringendo Siegmund a tornare al lavoro di optometrista.

E così la prima Biancaneve di questa nostra storia è Marguerite Clark. Ormai il suo nome è dimenticato, ma nell’epoca del muto è famosa quanto Mary Pickford. Entrambe sono sotto contratto della Famous Players-Lasky e la loro rivalità domina le cronache pettegole della nascente Hollywood. A dire la verità, Mary e Marguerite non fanno nulla per alimentare questo scontro, ci pensano rispettivamente la madre e la sorella maggiore e soprattutto i produttori che hanno capito molto presto che il cinema vive anche grazie alle sue stelle e alle storie su di loro. Nel 1918 il Motion Picture Magazine conduce un sondaggio tra gli appassionati di cinema per decidere chi sia la migliore: vince Pickford, ma con uno scarto di neppure ventimila voti. Mary però è molto più abile di Marguerite, diventa in pochi anni, grazie alla creazione dell’United Artists, una delle donne più potenti del cinema americano. Marguerite si ritira, all’apice della carriera, nel 1921. A trentotto anni non ha più voglia di fare l’ingenua e ha guadagnato abbastanza per vivere come una signora in una grande villa della Louisiana.
Marguerite, nata nel 1883 ad Avondale, in Ohio, a sedici anni scopre il teatro. E in pochissimo tempo la sua carriera prende il largo. Nel 1900 debutta a Broadway e ottiene un successo dopo l’altro. Arriva al cinema tardi - gli attori teatrali all’inizio guardano con qualche sospetto alla nuova arte - ha già trentun’anni, anche se ne dimostra molti meno - anche questa è una caratteristica che ha in comune con Mary - e quell’aria da ragazzina e i suoi grandi occhi scuri entrano immediatamente nell’immaginario del pubblico.
Il 31 ottobre 1912 Marguerite debutta al Little Theatre come Biancaneve nella commedia scritta, diretta e prodotta da Winthrop Ames, che è anche il proprietario di quella storica sala sulla 44esima. È uno dei successi di quella stagione. Con lei ci sono le gemelle Madeline e Marion Fairbanks, Donald Gallaher e l’attrice inglese Elaine Inescort nella parte della Regina cattiva.
Inescort ha solo quattro anni più di Biancaneve. Anche lei bellissima, fa una lunga carriera: non si fermerà, come è successo a Mary Pickford, a causa dell’avvento del sonoro. E nel 1961, a ottantadue anni, è la contessa Lydia Ivanovna in una celebre edizione di Anna Karenina prodotta dalla BBC, con Claire Bloom e Sean Connery.
È anche grazie al successo di quella commedia che Marguerite viene chiamata a Hollywood e nel 1916 la Famous Players-Lasky produce un nuovo Snow White, un lungometraggio di sessantatré minuti. Ames scrive la sceneggiatura, basata sulla sua commedia, mentre la regia è affidata a James Searle Dawley, uno dei grandi registi di quell’età pionieristica: è lui a firmare, nel 1910, il primo Frankenstein. Creighton Hale è il principe, mentre l’attrice australiana Dorothy Cumming è la Regina cattiva. Dorothy è più giovane di Marguerite. Show White è il suo primo film a Hollywood, dopo gli esordi nel suo paese. Alla fine degli anni Venti raggiunge l’apice della fama con The King of Kings di Cecil B. DeMille, in cui interpreta Maria, e The Wind di Lilian Gish.
Quasi tutti i quaranta film interpretati da Marguerite Clark sono andati perduti. Fortunatamente una copia di Show White è stata ritrovata ad Amsterdam nel 1992, con le didascalie in olandese. E così Marguerite continua a guardarci con quei suoi grandi occhi neri e l’aria innocente, aspettando il suo principe.

E sarà l’unica Biancaneve per altri trentacinque anni: un record. Certo in mezzo c’è stata la Biancaneve più famosa di tutte - e di lei racconterò in un’altra delle mie storie - ma solo nel 1951 il personaggio dei Grimm torna al cinema. E in Italia. Il film è I sette nani alla riscossa, scritto, diretto e prodotto da Paolo William Tamburella. È nato a Cleveland nel 1910, il padre Silvestro è professore di letteratura italiana e direttore di un giornale per la comunità italoamericana della città. Il giovane decide di tornare nell’Italia appena uscita dalla guerra e di fare cinema. Nel 1946 è il produttore di Sciuscà diretto da Vittorio De Sica, per cui vince l’Oscar, il primo del cinema italiano. I sette nani alla riscossa è il suo terzo film da regista. Anche l’ultimo: muore a soli quarantuno anni, prima che il film venga distribuito nelle sale.
Tamburella decide di raccontare cosa è successo dopo il “e vissero felici e contenti”. Biancaneve e il principe Biondello vivono sì felici nel loro castello, ma il Principe Nero, invaghitosi della donna, decide di attaccare il loro regno. Biancaneve viene fatta prigioniera dagli sgherri del cattivo, ma i sette nani vengono in aiuto della loro amica. E stavolta sì tutti vivranno felici e contenti.
Biancaneve è la diciassettenne Rossana Podestà, all’inizio della carriera. Il regista francese Léonide Moguy l’ha scoperta l’anno prima a Tripoli, la città in cui è nata. Grandi occhi scuri e fisico da pin-up, Rossana diventa presto famosa non solo in Italia. Negli anni Cinquanta recita in tanti film storici e mitologici, diventando la “regina del peplum”: è Nausicaa in Ulisse di Maria Camerini, con Kirk Douglas e Silvana Mangano nel doppio ruolo di Penelope e Circe, e la protagonista di Elena di Troia di Robert Wise. E diventa una femme fatale negli anni Sessanta: è la bellissima Giorgia nei Sette uomini d’oro. Decisamente Rossana non è più l’ingenua Biancaneve.

Dopo quel film italiano il cinema e la televisione riscoprono la classica storia dei fratelli Grimm. In molte di queste versioni è però l’attrice che interpreta la Regina cattiva a essere la vera star del film. Vanessa Redgrave, Diana Rigg, Sigourney Weaver, Miranda Richardson, Monica Bellucci, Julia Roberts, Charlize Theron, Isabelle Huppert sono splendide Regine, molto più affascinanti delle rispettive Biancaneve.
Se fossimo stati lo specchio magico non avremmo avuto dubbi su chi scegliere come la più bella. Peraltro anche la Regina del film Disney - disegnata su Joan Crawford - è molto più bella di Biancaneve.
Come dice Alvin in Io e Annie.
Senti, anche da piccolo mi piacevano sempre le donne sbagliate. Forse è questo il mio problema. Quando la mia mamma mi portò a vedere Biancaneve, tutti si innamorarono di Biancaneve. Io no. Io immediatamente mi innamorai della Regina Cattiva.
Che appare nel film in veste di cartone animato, con la voce di Diane Keaton.

Gal Gadot sarà la Regina di Rachel Zegler e anche in questo caso è difficile scegliere chi sia la più bella del reame.

In una storia delle attrici che sono state Biancaneve bisogna ricordare anche Marie Liljedal, una bellissima attrice svedese, nata nel 1950, protagonista tra il 1968 e il 1971 di alcuni film erotici, tra cui il celebre Grimms Märchen von lüsternen Pärchen: non certo memorabile, ha però aperto la strada a una “lettura” erotica della fiaba che avrà una certa fortuna negli anni successivi. In Italia il film - diretto da Rolf Thiele, che pure negli anni Sessanta con Eva è stato in concorso a Cannes - è arrivato con il titolo Divagazioni erotiche.
Ovviamente anche la commedia sexy degli anni Settanta “scopre” Biancaneve. In La principessa sul pisello e Biancaneve & Co. il personaggio è interpretato da due attrici famose del genere, Christa Linder e Michela Miti. Tra i “nani” di questo film occorre ricordare alcuni grandi caratteristi del cinema italiano: Enzo Garinei, Aldo Ralli e Tiberio Murgia. Si tratta di classici film soft-porn. Decisamente più esplicito il film diretto nel 1995 da Franco Lo Cascio Biancaneve e i sette nani. Accanto a sette nani ungheresi, Ludmilla Antonova è decisamente disinibita, che ha aperto la strada a una serie di Biancaneve decisamente sexy che abbondano nei siti “specializzati”.

Voglio finire questa storia di Biancaneve con la splendida Macarena Garcia, giovane protagonista di Biancanieves, un film del 2012, scritto e diretto da Pablo Berger. Si tratta di un film muto girato in bianco e nero. La storia si svolge in Andalusia negli anni Venti. Carmen è la figlia di un torero paralitico e di una cantante, morta dandola alla luce. La seconda moglie del padre prima uccide l’uomo e poi incarica un sicario di eliminare anche Carmen. Una compagnia di nani girovaghi trova la ragazza lungo un fiume, dove è stata abbandonata, creduta morta. Carmen, con il nome di Biancanieves, diventa una famosa torera, a Siviglia, nell’arena dove il padre è rimasto paralizzato, ottiene una grande vittoria, ma la matrigna l’ha riconosciuta e la uccide con una mela avvelenata. I nani non possono far altro che vendicarsi della donna, scatenandole contro un toro.
Cent’anni dopo Snow White Biancaneve non può più salvarsi

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