mercoledì 14 febbraio 2018

"Sarà domani San Valentino" di William Shakespeare


Sarà domani San Valentino,
ci leveremo di buon mattino,
alla finestra tua busserò,
la Valentina tua diventerò.
Allora egli si alzò,
delle sue robe tutto si vestì,
la porta della camera le aprì,
ed ella non più vergine ne uscì.

Per Gesù, per la Santa Carità,
ahimè, quanta vergogna ci verrà!
I giovani lo fanno,
incuranti del danno,
e del biasimo che gliene verrà. 
Dice lei: "Promettesti di sposarmi,
prima di rovesciarmi."
Dice lui: "Avrei fatto quel che ho detto,
se non fossi venuta nel mio letto."

Così canta Ofelia, nella scena V dell'atto IV di Amleto, mentre vaga per le sale del castello di Elsinore, incontrando re Claudio, la regina e i cortigiani che la guardano con ipocrita compassione. Povera pazza: tutti sembrano dire ascoltando le parole senza senso della giovane figlia di Polonio. Eppure, nonostante questa sia follia, c'è ancora del metodo!
Per quante donne, ancora oggi, in ogni parte del mondo, sono vere queste parole. Per quante donne quell'atto di amore, quella passione, quella gioia, diventano colpa, vergogna, morte. E mentre i maschi non pagano mai per quel loro sfogo, anzi se ne possono vantare, sulle donne ricade il biasimo della società, perché in fondo se l'è cercata. E poi Ofelia è solo una povera pazza.

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