Alla fine del 1959 nell’ambiente teatrale londinese si comincia a parlare della nuova commedia di Noël Coward, che dovrebbe debuttare nell’estate dell’anno successivo: si tratta della cinquantesima opera teatrale del prolifico autore inglese e naturalmente l’interesse degli addetti ai lavori e del pubblico cresce rapidamente. Tutti vogliono sapere di cosa parlerà e se lui sarà tra gli interpreti.
Ormai Coward è un’istituzione del teatro in lingua inglese, di qua e di là dell’Atlantico. Sono lontani gli anni in cui, prima della seconda guerra mondiale, Noël ha dovuto costantemente lottare contro la censura del Lord Ciambellano o è stato costretto a fare debuttare le proprie opere a Broadway, come nel caso di Design for Living, perché quel testo - in cui si racconta il ménage à trois tra due uomini e una donna, ed è una storia autobiografica che lo coinvolge insieme ad Alfred Lunt e Lynn Fontanne - era considerato troppo scandaloso per la morale britannica. E ormai anche la vita del sessantenne autore - è nato a Teddington, un sobborgo di Londra, il 16 dicembre 1899 - non fa più scandalo: nessuno - lui compreso - parla apertamente della sua omosessualità, che però non è certo un segreto. Coward, con le sue eleganti vestaglie e la sigaretta perennemente accesa alla fine del lungo bocchino, è una figura familiare, una sorta di zio eccentrico, di cui vengono perdonati gli eccessi e le battute salaci e argute. Nel 1953, nella stagione teatrale dell’anno dell’incoronazione della giovane regina - nata dopo i suoi successi degli anni Venti: Fallen Angels, The Vortex, Hay Fever - interpreta Re Magnus in The Apple Cart di George Bernard Shaw, e soprattutto è protagonista di applauditi spettacoli di cabaret, dove dà il meglio di sé recitando e cantando le proprie canzoni: è in quelle serate che Coward può essere finalmente se stesso.
Si tratta in sostanza di quegli stessi spettacoli per cui è diventato famoso durante la guerra, quando si è dedicato con grande impegno a sostenere il morale delle truppe. A dire il vero Coward sogna di fare altro durante il conflitto contro la Germania. Appena scoppiata la guerra si arruola, dirige l’ufficio della propaganda britannica a Parigi. Poi va negli Stati Uniti per conto dell’intelligence: suo compito è sfruttare la popolarità che ha acquisito come autore e attore per convincere l’opinione pubblica americana a entrare in guerra. Certo la stampa del suo paese non è molto tenera con lui: mentre Londra è colpita dalle bombe della Luftwaffe, lui fa la bella vita tra Hollywood e New York, costantemente sotto gli occhi dei fotografi. Nonostante questo Coward è nella lista di intellettuali stilata dal regime nazista: sono le persone da eliminare una volta occupato il paese. Tra i primi nomi ci sono, oltre al suo, quelli di Virginia Woolf e Bertrand Russell. È Winston Churchill a richiamare Coward in patria e a toglierlo dagli incarichi di intelligence: “Vai al fronte e canta quando le pistole sparano. Questo è il tuo lavoro!”. Noël obbedisce e si esibisce in Europa, in Asia e in Africa, ovunque ci siano soldati inglesi. Negli anni Cinquanta quegli spettacoli diventano il cabaret per cui diventa così popolare. Si esibisce a Londra, al Café de Paris e poi a Las Vegas, al Desert Inn. Nel 1955 il suo spettacolo viene registrato dal vivo su disco e pubblicato con il titolo Noël Coward at Las Vegas: è un tale successo che la CBS gli fa realizzare tre speciali televisivi da novanta minuti l’uno. Nel primo, intitolato Together with Music, Coward si esibisce con Mary Martin. L’anno successivo è il protagonista di un film per la televisione tratto dalla sua commedia più famosa, Spirito allegro. Accanto a lui ci sono Lauren Bacall nel ruolo di Elvira, la moglie morta, Claudette Colbert come Ruth, la seconda moglie, e come Madame Arcati Mildred Natwick, la suocera di Robert Redford in A piedi nudi nel parco, sia a teatro che al cinema. Inoltre alla fine degli anni Cinquanta partecipa al cast internazionale di Around the World in 80 Days ed è Hawthorne in Our Man in Havana. In quegli anni rifiuta la commissione di comporre una versione musicale di Pigmalione di Shaw, due anni prima di My Fair Lady, e i ruoli del re nella produzione teatrale originale di The King and I - nonostante la possibilità di tornare in scena con la sua amica e complice Gertrude Lawrence - e del colonnello Nicholson nel film The Bridge on the River Kwai.
Coward ha scritto questa commedia ambientata in una casa di riposo per attrici. Lo presenta come un atto d’amore verso il teatro e soprattutto come una riflessione sulla vecchiaia, sul fatto che questo periodo della vita non è così triste come viene di solito raccontato, a patto di saperlo affrontare con umorismo e una buona dose di coraggio. Noël è convinto del valore della commedia, durante la quale si ride, ma soprattutto si deve riflettere. E quindi si stupisce quando il suo storico impresario Hugh “Binkie” Beaumont si rifiuta di metterla in scena, definendola troppo “vecchio stile”. La notizia fa presto il giro di Londra, perché Binkie è l’uomo più potente del West End, quello in grado di fare la fortuna di uno spettacolo o di decretarne la fine.
Merita raccontare qualcosa di Binkie, l’eminenza grigia del West End nella prima metà del secolo. Si sa poco del suo passato e lui stesso è molto evasivo al riguardo. Racconta di essere nato in Galles nel 1908: la data è vera, ma non il luogo né il suo cognome. Il suo vero nome è Hugh Griffiths Morgan, ma il padre, un avvocato di Londra, ha divorziato dalla moglie, accusata di adulterio. E così il piccolo Hugh cresce con la madre e l’amante, un commerciante di Cardiff, credendo sia suo padre, tanto da usarne il cognome, Beaumont. Anche se in strada tutti lo chiamano Binkie, che in gallese significa “straccione”. A quindici anni lascia la scuola e comincia a vendere biglietti in un teatro di Cardiff. In pochi anni è a Londra e diventa direttore commerciale del Barnes Theatre. Poi viene assunto come assistente di Harry Tennent, che ha diversi incarichi di responsabilità nei teatri che fanno capo alla Moss Empires.
Tennent e Beaumont non sono soddisfatti delle opere che devono mettere in scena per conto dei loro datori di lavoro e finalmente nel 1936 decidono di mettersi in proprio, fondando la HM Tennent Ltd.. Il loro primo spettacolo, The Ante Room, è un fiasco, così come i successivi. Ma finalmente con George and Margaret di Gerald Savoy arriva il successo. In poco tempo la Tennent Ltd. diventa così forte che quando nel settembre 1939, dopo l’entrata in guerra, il Lord Ciambellano ordina la chiusura dei teatri, Beaumont fa pressione sul primo ministro Neville Chamberlain che annulla il provvedimento. Nel 1941 Tennent muore e a Binkie rimane il controllo della società. Negli anni Quaranta e Cinquanta dimostra un fiuto quasi infallibile e diventa il produttore più ricco e più influente di Londra, grazie anche alla sua forte amicizia con John Gielgud - che non viene messa in crisi dal fatto che John Perry, allora partner dell’attore, lo ha lasciato proprio per Binkie - e con Coward. E in Present Laughter, la commedia del 1942 in cui Noël rappresenta se stesso e i suoi amici, Beaumont diventa l’astuto uomo d’affari Henry Lyppiatt. I successi di Binkie si succedono l’uno dopo l’altro, produce tutti i classici shakespeariani e le opere dei nuovi drammaturghi. Fa debuttare Peter Brook e Richard Burton. Porta con Oklahoma! i grandi musical di Broadway nel West End. Membro fondatore del National Theatre, Binkie continua a lavorare fino alla fine, anche se il gusto del pubblico sta cambiando e lui fatica a capirlo. L’8 maggio 1956 assiste alla prima di Ricorda con rabbia di John Osborne, ma se ne va durante l’intervallo, non capendo che quello spettacolo segna un punto fondamentale del teatro inglese del dopoguerra.
L’amicizia tra Binkie e Noël si interrompe proprio a causa di Waiting in the Wings: l’impresario dice che le grandi interpreti che l’autore vorrebbe non sono disponibili, ma Coward presto scopre che non sono state nemmeno contattate. Micheal Redgrave, il celebre attore e regista, accetta di produrre e mette insieme un cast incredibile.
Infatti per il ruolo di Lotta Bainbridge sia Coward che Redgrave pensano immediatamente a Sybil Thorndike: solo la regina del teatro inglese può rendere la grandezza di questo personaggio.
Agnes Sybil nasce a Gainsborough, nel Lincolnshire, nel 1882. La bambina ama la musica e viene avviata a una promettente carriera come pianista da concerto: a diciassette anni si esibisce già nelle principali sale da concerto di Londra, ma dopo un anno diventano evidenti i sintomi di una malattia alle mani che le impedisce di continuare. Non si arrende e si iscrive in una scuola di recitazione gestita dall’attore Ben Greet. Questi nota subito il valore di quella ragazza e nel 1904 la scrittura nella sua compagnia che fa una tournée di tre anni negli Stati Uniti. Quando torna nel suo paese non è certo famosa, ma ha già alle spalle una lunga gavetta. Nel 1908 in una compagnia di repertorio in cui entrambi lavorano conosce Lewis Casson: si sposano e il loro sodalizio, anche artistico, durerà per tutta la vita. Durante la prima guerra mondiale è nella compagnia dell’Old Vic e non interpreta soltanto quasi tutti i principali personaggi femminili delle opere di Shakespeare, ma, siccome i suoi coetanei maschi sono al fronte, è il principe Hal in Enrico IV Parte 1, il Matto in Re Lear, Ferdinando ne La tempesta e Puck in Sogno di una notte di mezza estate. Negli anni Venti viene ormai considerata la più importante attrice inglese dell’inizio del secolo, spazia dalla tragedia alla commedia. Le sue interpretazioni di Ecuba e Medea diventano leggendarie e nel 1923 George Bernard Shaw scrive appositamente per lei la sua Santa Giovanna. Questo personaggio, insieme a quello di Lady Macbeth, saranno punti fermi della sua carriera, che riproporrà molte volte.
Nel 1931 viene nominata Dame. Sybil, nonostante potrebbe limitarsi a recitare nel West End e nelle sue frequenti tournée a Broadway non vuole assolutamente smettere di portare i suoi spettacoli in provincia. Sente questo come un impegno verso il pubblico. E mette a disposizione la sua celebrità per sostenere giovani drammaturghi che farebbero fatica, senza il suo nome in cartellone, a far debuttare le proprie opere. Sybil è una convinta pacifista, manifesta contro il coinvolgimento del suo paese nella seconda guerra mondiale, ma quando comincia la guerra fa di tutto per portare un momento di serenità in ogni angolo del paese. Porta Macbeth in ogni villaggio del Galles, e spesso passa la notte nelle case dei minatori, perché non ci sono alberghi disponibili in quei paesi così lontani da Londra. Anche Sybil Thorndike è nell’elenco degli intellettuali inglesi che il regime nazista progetta di uccidere una volta occupato il paese. Finita la guerra Sybil torna a essere uno dei nomi di punta dell’Old Vic. Recita in numerose commedie, lavorando con tutti i grandi del teatro inglese. Ha un legame particolare con John Gielgud. Quando l’attore, che nel 1953 viene arrestato perché omosessuale, la prima sera dopo il rilascio ha paura di uscire sul palcoscenico, temendo la reazione del pubblico, Sybil lo prende sottobraccio e lo trascina letteralmente in scena, sussurrandogli: “Non fischieranno mai me…”. Naturalmente negli anni l’attrice si esibisce sia alla radio che al cinema. Olivier la vuole nel ruolo della regina madre in The Prince end the Showgirl con una splendida Marilyn Monroe.
È naturale che lei, a 78 anni, sia la principale attrazione per la commedia di Coward. E la sua carriera non finisce con questo spettacolo. Due anni dopo Olivier la vuole nella sua produzione di Zio Vanja al Festival di Chichester: nel cast ci sono, oltre al regista e a Sybil, Michael Redgrave, Joan Plowright, Fay Compton e Rosemary Harris. Nell’ottobre 1969 recita nel suo ultimo spettacolo, There Was an Old Woman di John Graham, in occasione dell’inaugurazione del Thorndike Theatre. Sybil muore a novantatré anni il 9 giugno 1976 e le sue ceneri vengono tumulate nell’abbazia di Westminster. Sybil descrive se stessa come “una socialista all’antica, un’anglicana e una pacifista, un misto che Mister Marx potrebbe disapprovare”.
Ottenuta la disponibilità di Sybil, Redgrave sa che che le altre attrici che interpretano le ospiti di “The Wings” devono essere altrettanto famose. May Davenport è Marie Lohr. È nata nel 1890 a Sydney, il padre è il tesoriere dell’Opera Theater di Melbourne e la madre un’attrice della dinastia dei Bishop. Debutta a quattro anni a Sidney, poi la famiglia si trasferisce a Londra e Marie si fa notare a dieci anni in uno spettacolo, la cui corsa viene interrotta dalla morte della regina Vittoria. Dal 1902 al 1960, l’anno di Waiting in the Wings, non c’è una stagione in cui Marie non sia presente nei cartelloni del West End o di qualche città inglese con uno, due, tre o quattro spettacoli. Il suo ultimo lavoro, nel 1967, è una versione televisiva di Present Laughter, con Peter O’Toole e Honor Blackman.
Bonita Belgrave è Maidie Andrews. Nata nel 1893, comincia anche lei come attrice bambina. È un’ottima cantante e il teatro musicale diventa la sua specialità: è Sue nell’edizione originale inglese di No, No, Nanette del 1925 e la protagonista di Cavalcade, il celebre musical di Coward del 1931.
Maudie Melrose è Norah Blaney. Nata nel 1893, è un’eccellente pianista e cantante, diventa famosa nel music hall, esibendosi in coppia con Gwern Farrar. Norah e Gwen si conoscono nelle compagnie di varietà che organizzano gli spettacoli per le truppe durante la prima guerra mondiale, cantano bene insieme e diventano una coppia anche nella vita, sfidando i pregiudizi della società del tempo. In America scoprono il ragtime e lo portano a Londra. Si esibiscono di frequente anche nei club di Broadway.
Mary Clare, nata nel 1892, è una delle attrici preferite di Coward e lavora spesso in sue produzioni. Nel 1945 è una delle protagoniste di Appuntamento con la morte di Agatha Christie. Mary lavora anche al cinema e in televisione. L’unico film in cui è protagonista è Mrs. Pym of Scotland Yard del 1939, un film particolare, uno dei pochissimi in cui l’investigatore è appunto una donna, che, oltre alla caccia dell’assassino, deve vedersela con la stupidità dei suoi colleghi maschi della polizia.
Estelle Craven è Edith Day. È nata nel 1896 nel Minnesota, è l’unica americana della compagnia, anche se se ormai è considerata inglese. È una stella del musical del West End dagli anni Venti, quando ha portato a Londra Irene, il musical di maggior successo dell’epoca, la storia di una commessa irlandese che diventa una signora dell’Upper West Side. Dal 1925 si trasferisce e lavora a Londra fino al 1943, l’anno in cui si ritira. Solo per l’amico Noël decide di tornare in scena in Waiting in the Wings.
Deirdre O’Malley è l’attrice irlandese Maureen Delany. È nata nel 1888 e si specializza nei ruoli comici anche negli spettacoli musicali: ha una bella voce tanto che all’inizio pensa di dedicarsi al canto. Nel 1959 ottiene la nomination ai Tony per il suo ruolo in God and Kate Murphy, ma quell’anno vince la giovane Julie Newmar per The Marriage-Go-Round.
Sarita Myrtle è Nora Nicholson. Nasce nel 1887 e presto scopre la passione del teatro. È compagna di scuola della figlia di Frank Benson e diventa allieva del grande attore, che la fa debuttare e la tiene in compagnia fino al 1914, quando si unisce all’Old Vic. Con la celebre compagnia è Ariel ne La tempesta, Titania nel Sogno di una notte di mezza estate, Jessica ne Il mercante di Venezia e Celia in Come vi piace. Durante la prima guerra mondiale si arruola nel Women’s Royal Naval Service. Tra le due guerre Nora continua a lavorare a teatro, ma sembra che la sua carriera non sia destinata a grandi successi. Solo invecchiando questa attrice ottiene le parti di donna eccentrica che la rendono famosa: è un’acida zitella in Dark Summer, la madre in The Lady’s Not for Burning con Richard Burton e John Gielgud, Miss Brown in The Living Room a Broadway. E continua a lavorare molto dopo Waiting in the Wings: Gielgud vuole sia lei Avdotya Nazarovna nell’Ivanov di Cechov ed è Miss Nisbitt in Quarant’anni dopo di Alan Bennett. Nel 1973 è l’infermiera in Casa di bambola di Ibsen: il suo ultimo ruolo a teatro. Lavora anche al cinema, ma soprattutto in televisione: è la vecchia Juley ne La saga dei Forsyte, una fortunata serie della BBC del 1967. Muore nel 1973, a 85 anni. Alan Bennet e John Gielgud tengono gli elogi funebri.
Si aggiungono al cast Graham Payn, l’attore e cantante che da alcuni anni è il compagno di Coward, Margot Boyd che negli anni Settanta sarà nota per la sua partecipazione alla serie Upstairs, Downstairs, e il grande Lewis Casson che accetta il piccolo ruolo di Osgood Meeker.
Finalmente Waiting in the Wings debutta all’Olympia Theatre di Dublino l’8 agosto 1960, poi passa a Liverpool e Manchester. In tutte queste città è un successo: il pubblico della provincia fa la fila per assistere a uno spettacolo in cui recitano tante grandi attrici, che hanno cominciato prima che Noël diventasse famoso. Lo spettacolo debutta il 7 settembre al Duke of York’s Theatre, aperto nel 1892 con il nome Trafalgar. Nei primi giorni sembra che il pubblico accolga con interesse la commedia, ma i critici dei grandi giornali della città, pur lodando l’interpretazione delle regine, stroncano la commedia, seguiti dai giornali popolari. Le repliche della stagione natalizia su cui normalmente puntano gli spettacoli del West End non vanno bene. Lo spettacolo chiude il 18 febbraio ed è un disastro dal punto di vista finanziario. Binkie non si è sbagliato neppure questa volta. Nella città che sta per diventare la Swingin London quella storia crepuscolare in cui si parla di vecchiaia e di morte non riesce a sfondare. E poi non si ride come si fa di solito nelle commedie di Coward, che ci rimane molto male, pensa sia una delle cose migliori che ha scritto. E Sybil, che è una che se ne intende è d’accordo con lui: “Ho adorato quella commedia. È la commedia moderna più bella che abbia mai interpretato”.Brucia l’insuccesso di Waiting in the Wings. Graham decide di ritirarsi dalle scene e di dedicarsi soltanto a gestire i diritti delle opere del compagno. Sail Away, il musical del 1961, l’ultimo per cui Coward scrive libretto, musiche e parole delle canzoni, è un successo sia a Londra che a New York, dove debutta con Elaine Stricht come protagonista. Noël rifiuta sia il ruolo del “cattivo” nel film che stanno preparando per il personaggio reso famoso dai romanzi di Ian Fleming sia quello di Humbert Humbert in Lolita.
Nel febbraio 1968 debutta a Broadway la nuova commedia di Neil Simon Plaza Suite, Noël Coward dichiara: “Che buona idea avere tre diversi spettacoli che si svolgono tutti nella stessa camera d’albergo. Mi chiedo dove Neil Simon l’abbia trovata”. Tre anni prima il drammaturgo inglese ha presentato a Londra Suite in Three Keys, una trilogia composta da due atti unici, che devono essere rappresentati insieme nella stessa serata, e uno spettacolo più lungo, tutti e tre ambientati nella stessa suite di un lussuoso albergo svizzero. L’unico personaggio che si trova in tutti e tre i copioni è il cameriere italiano. In ogni pièce ci sono tre personaggi, un uomo e due donne, che negli spettacoli londinesi vengono interpretati dallo stesso Coward, nel suo addio alle scene, e da Lilli Palmer e Irene Worth. E in A Song at Twilight, per la prima volta, Noël interpreta un personaggio apertamente omosessuale.
Le condizioni di salute di Coward gli impediscono di portare lo spettacolo a Broadway. Noël Coward muore nella sua villa a Port Maria in Giamaica il 26 marzo 1973. Forse in quei giorni Noël ricorda una cosa che ha detto Lotta: “Vogliamo tutti essere ricordati per come eravamo, non per come siamo”.
La prima puntata di Waiting in the Wings è stata dedicata alla versione tv della Rai (qui). La seconda puntata alla versione di Broadway in cui si fronteggiano Lauren Bacall e Rosemary Harris (qui).