giovedì 17 dicembre 2009

da "Politica" di Aristotele


La comunità che risulta di piú villaggi è lo stato perfetto che raggiunge ormai per cosí dire il limite dell’autosufficienza completa: formato bensí per rendere possibile la vita in realtà esiste per render possibile una vita felice. Quindi ogni stato esiste per natura se per natura esistono anche le prime comunità: infatti esso è il loro fine e la natura è il fine: per esempio quel che ogni cosa è quando ha compiuto il suo sviluppo noi lo diciamo la sua natura sia d’un uomo d’un cavallo d’una casa.
Inoltre ciò per cui una cosa esiste il fine è il meglio e l’autosufficienza è il fine e il meglio. Da queste considerazioni è evidente che lo stato è un prodotto naturale e che l’uomo per natura è un essere socievole: quindi chi vive fuori della comunità statale per natura e non per qualche caso o è un abietto o è superiore all’uomo proprio come quello biasimato da Omero “privo di fratria di leggi di focolare”: tale è per natura costui e insieme anche bramoso di guerra giacché è isolato come una pedina al gioco dei dadi. È chiaro quindi per quale ragione l’uomo è un essere socievole molto piú di ogni ape e di ogni capo d’armento. Perché la natura come diciamo non fa niente senza scopo e l’uomo solo tra gli animali ha la parola: la voce indica quel che è doloroso e gioioso e pertanto l’hanno anche gli altri animali (e in effetti fin qui giunge la loro natura di avere la sensazione di quanto è doloroso e gioioso e di indicarselo a vicenda) ma la parola è fatta per esprimere ciò che è giovevole e ciò che è nocivo e di conseguenza il giusto e l’ingiusto: questo è infatti proprio dell’uomo rispetto agli altri animali di avere egli solo la percezione del bene e del male del giusto e dell’ingiusto e degli altri valori: il possesso comune di questi costituisce la famiglia e lo stato. E per natura lo stato è anteriore alla famiglia e a ciascuno di noi perché il tutto dev’essere necessariamente anteriore alla parte: infatti soppresso il tutto non ci sarà piú né piede né mano se non per analogia verbale come se si dicesse una mano di pietra (tale sarà senz’altro una volta distrutta): ora tutte le cose sono definite dalla loro funzione e capacità sicché quando non sono piú tali non si deve dire che sono le stesse bensí che hanno il medesimo nome. È evidente dunque e che lo stato esiste per natura e che è anteriore a ciascun individuo: difatti se non è autosufficiente ogni individuo separato sarà nella stessa condizione delle altre parti rispetto al tutto e quindi chi non è in grado di entrare nella comunità o per la sua autosufficienza non ne sente il bisogno non è parte dello stato e di conseguenza è o bestia o dio.

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