
Se invece la cosa si verifica per zelo religioso, non si può parlare forse dello stesso genere di pazzia, ma di un altro cosí vicino al precedente che gran parte degli uomini lo giudica pazzia né piú né meno, specialmente allorché degli omiciattoli, pochi pochini, dissentono per tutto il loro modo di vivere dal resto del genere umano. Suole pertanto capitare a costoro nella realtà ciò che secondo la fantasia di Platone succedeva ai prigionieri dell'antro (i quali vedevano solamente l'ombra delle cose) e a quel fuggiasco che al suo ritorno nell'antro annunciò ai compagni di aver vedute le cose nella realtà e che si sbagliavano della grossa essi a credere che non esistesse altro che quelle misere ombre. Lui infatti, ormai sapiente, compiange e deplora la loro pazzia per esser posseduti da sí grande illusione; gli altri alla loro volta ridono di lui, come di un matto che sragiona e lo cacciano via da loro.
La folla parimenti quanto piú le cose sono corporee tanto piú sgrana gli occhi, credendo non esista altro che quelle; mentre gli spiriti religiosi le trascurano quanto piú son vicine al corpo, per lasciarsi rapire completamente nella contemplazione delle cose invisibili. Gli uomini di mondo dunque mettono in primo luogo le ricchezze, poi subito dopo le comodità corporali e l'ultimo posto lo lasciano all'anima, alla cui esistenza peraltro la maggior parte neppur ci crede, dacché non si vede con gli occhi. Tutt'al contrario le persone pie in primo luogo tendono con tutte le forze a Dio, che è l'essere piú semplice di tutti, e secondariamente si curano di ciò che piú a Dio si avvicina cioè dell'anima; cosí trascurano il corpo e sprezzano di cuore il denaro e lo fuggono come immondizie. O se son costretti a trattare qualcosa di tal sorte lo fanno di mal animo e con disdegno: hanno come se non avessero posseggono come se non possedessero. In tutta la vita l'uomo religioso rifugge da tutto ciò che s'apparenta col corpo per lasciarsi rapire verso l'eterno l'invisibile lo spirituale. E dunque poiché fra le due specie di uomini profondo è il disaccordo in ogni punto da ciò nasce che gli uni paiono agli altri dei pazzi. Ma questa parola s'addice meglio agli uomini religiosi che alla gente comune, a mio modo di vedere.
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