sabato 5 luglio 2014

Verba volant (102): immunità...

Immunità, sost. f.

L'aggettivo latino immunis è composto dal prefisso negativo in e da munus, che significa obbligo, servizio, anche imposta; l'immunità è quindi - in senso strettamente etimologico - il non essere soggetti a determinati obblighi o servizi e di conseguenza l'essere liberi.
Naturalmente esistono diverse forme di immunità.
Mitridate VI re del Ponto è ricordato, oltre che per la strenua resistenza con cui si oppose alla dominazione romana, per la sua immunità ai veleni. Il sovrano, che temeva di essere avvelenato - pratica abbastanza frequente in quei tempi, specialmente tra i potenti dell’Asia minore - escogitò un metodo che si rivelò molto efficace: si somministrava egli stesso il veleno, dapprima in dosi piccolissime e in seguito sempre maggiori, in modo da assuefare il suo organismo a diverse sostanze tossiche.
In questo modo riuscì ad evitare gli attentati alla sua vita, ma ovviamente non riuscì a bloccare l’avanzata inarrestabile delle truppe romane, che pure ci misero trent’anni per conquistare il suo paese. Per non cadere prigioniero degli odiati nemici, Mitridate decise di uccidersi, ma il veleno ovviamente non fu efficace ed era ormai troppo vecchio per colpirsi con la spada. Secondo alcuni storici un suo ufficiale brandì il colpo mortale, su ordine dello stesso re, mentre secondo altri furono i sicari che egli aveva mandato ad uccidere il figlio, che nel frattempo si era alleato con i Romani, a cambiare bandiera, offrendo la testa del vecchio re ai nuovi padroni. Cose che succedevano allora in Asia minore; e che succedono ancora adesso, anche se con minor spargimento di sangue. Forse.
In medicina è stata coniata la parola mitridatismo proprio per indicare la particolare forma di resistenza acquisita a veleni, introdotti a dosi dapprima minime e poi progressivamente crescenti. Si tratta di un fenomeno che si verifica quasi esclusivamente quando il veleno viene somministrato per via orale, grazie alla diminuzione progressiva dell’assorbimento intestinale nei confronti di quella determinata sostanza tossica.
Il mitridatismo è una pratica diffusa anche in politica, anche se ovviamente non si chiama così. Un esempio lampante di questo processo sul corpo vivo del paese è il percorso delle cosiddette riforme istituzionali.
Se “lor signori” avessero tentato di cambiare la Costituzione tutta in un colpo ci sarebbe stata una qualche reazione e così hanno cominciato con piccole modifiche, poco significative: una parola aggiunta lì, un aggettivo tolto là. Mentre facevano questi piccoli ritocchi, ci rassicuravano che la prima parte non l’avrebbero mai toccata, ci dicevano che la nostra era la Costituzione più bella del mondo; hanno perfino ingaggiato uno dei loro più famosi giullari per fargli fare uno speciale televisivo, dedicato proprio alla “poesia” della nostra Costituzione. Aggiungevano però che in fondo era stata scritta tanto tempo fa e che quindi qualche aggiustamento qui e lì era necessario, per renderla moderna. E noi zitti, abbiamo bevuto le prime dosi di veleno, anzi abbiamo anche chiesto di aumentare un po’ la dose, pretendendo sempre nuove leggi elettorali.
Loro però hanno continuato a inoculare il veleno e infatti i cambiamenti sono stati via via sempre più forti, sempre più radicali. Sempre più eversivi. Dal novembre 2011 poi hanno rotto ogni indugio e, assicurandoci che la cura era inevitabile per combattere gli effetti della crisi, il Dottor Morte che siede al Quirinale e i suoi sottoposti di palazzo Chigi hanno cominciato a farci bere il veleno a dosi da cavallo. Hanno smesso anche di fingere, non ci dicono più che non cambieranno mai la prima parte della Costituzione e immagino che qualcuno stia già scrivendo questi nuovi articoli, come è stato chiesto - in maniera esplicita ed onesta, forse troppo onesta - dal centro studi del Fmi, che ha individuato come ostacolo all’affermarsi del finanzcapitalismo proprio le Costituzioni scritte all’indomani della fine della seconda guerra mondiale, a loro avviso troppo di sinistra e progressiste.
E quindi hanno introdotto il pareggio di bilancio in Costituzione, una piccola rivoluzione, passata nel silenzio e nell’indifferenza generali. Poi hanno abolito le Province o meglio non le hanno proprio cancellate del tutto, hanno soltanto abolito le elezioni provinciali, per cui questi enti rimarranno in piedi, con le loro funzioni, ma saranno gestite da persone scelte da loro. Con il pretesto di abolire la casta, le hanno dato più potere; e noi non solo siamo stati zitti, abbiamo pure applaudito e ringraziato. Allo stesso modo non aboliranno il senato, semplicemente hanno abolito le elezioni. Ci tolgono un fastidio: ci penseranno loro a nominare i nuovi senatori. Così piano piano ci abitueremo a non votare. E noi ancora zitti, assistiamo al dibattito di questi giorni un po’ distratti dagli occhioni della Boschi, ma soprattutto intorpiditi dal veleno, che ormai ha fatto effetto. Siamo immunizzati a tutte le loro nefandezze.
A proposito di immunità, la Costituzione del ’48 - ormai la chiamano così, per farci capire quanto sia vecchia - prevede un istituto che si chiama immunità parlamentare.
Il testo originale dell’art. 68, scritto dai Costituenti, recitava:
I membri del Parlamento non possono essere perseguiti per le opinioni espresse e i voti dati nell’esercizio delle loro funzioni.
Sull’onda dell’indignazione per le inchieste di Mani pulite ci fu una di quelle riforme di maquillage, di cui parlavo prima e adesso nel “nuovo” art. 68 c’è scritto
I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni.
In sostanza non era cambiato nulla, ma ci fecero credere che l’immunità parlamentare, che era considerata un inaccettabile privilegio, fosse stata abolita.
Personalmente sono favorevole all’immunità parlamentare - lo sono adesso,come lo ero allora - perché si tratta di un istituto necessario in ogni democrazia parlamentare come la nostra, ma adesso, a parte la pantomima sulla primogenitura della proposta, è diventata davvero un privilegio ingiustificabile. Introdurla per il nuovo senato “regio” è una decisione costituzionalmente grave; infatti non è necessaria per tutelare l’indipendenza dei nuovi senatori, che non avranno alcun potere reale, ma servirà soltanto a garantire l’impunità di alcuni gaglioffi - amici degli amici - che, da sindaci e da presidenti della regione, potranno rubare con maggior tranquillità di quanto facciano già adesso.
Ma noi, grazie al veleno, stiamo zitti, anzi battiam, battiam le mani.

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