voglio scrivere che la mafia è una montagna di merdapensava anche a Moro, alle complicità e alle collusioni tra la Democrazia cristiana e la mafia. Aldo Moro probabilmente soffriva quelle complicità, ma le riteneva un male necessario, era capace di spiegarne l'origine e le cause, e forse anche il modo per sconfiggerla, ma certamente non avrebbe neppure saputo immaginare una frase del genere, figurarsi pronunciarla.
E' un caso che questi due uomini così diversi, questi due avversari politici, questi rappresentati di due Italie contrapposte, siano stati uccisi entrambi lo stesso giorno, il 9 maggio 1978. Non ci fu un disegno, capitò e basta, perché ovviamente gli esecutori dei due delitti non erano in contatto e non sarebbe loro interessato quel parallelo. E non interessò neppure a chi decise quelle due uccisioni, che invece fu lo stesso potere. Naturalmente furono persone diverse a decidere materialmente che Moro e Impastato sarebbero dovuti morire, ma questi uomini - importa poco sapere i loro nomi a questo punto - che magari si conoscevano, per quanto agissero con obiettivi diversi e spinti da ragioni diverse, volevano la stessa cosa.
Aldo Moro e Peppino Impastato furono uccisi perché entrambi, seppure in maniera molto differente l'uno dall'altro - e non poteva essere altrimenti - erano diventati pericolosi per un potere che aveva paura dei cambiamenti, che non voleva perdere i propri privilegi, le proprie ricchezze. Con quei due cadaveri quel potere volle dirci che era più forte di noi, che lo dovevamo temere e che gli dovevamo obbedire.
Quel potere è ancora lì, apparentemente meno violento perché ha smesso di uccidere le persone per strada, ma ha vinto, perché ci ha comprati. E noi ci siamo lasciati comprare, quando non ci siamo direttamente venduti. Per questo il 9 maggio non è solo un giorno da dedicare al ricordo, ma l'anniversario di una sconfitta.
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