Ritengo anch'io che la legge che il centrodestra si appresta ad approvare sulle intercettazioni sia un attacco molto violento sia alla libertà di indagine dei magistrati che alla libertà di cronaca dei giornalisti, eppure non riesco a considerare questa legge la cosa peggiore fatta da questo governo, come invece mi pare credano molti miei concittadini che sono pronti a mobilitarsi contro la sua approvazione. Io ritengo che da parte dell'opposizione - e segnatamente quella di sinistra o di centrosinistra che dir si voglia - ci dovrebbe essere almeno il tentativo di cambiare l'agenda politica che è imposta a questo paese da Berlusconi e dalla sua servile maggioranza. Mi rendo conto che è difficile, sia perché la forza mediatica di questo centrodestra è davvero notevole - basta vedere cosa è diventato il Tg1 - e sia perché nell'opposizione c'è una fortissima dose di antiberlusconismo, che cerca sempre lo scontro sui temi di volta in volta proposti dal presidente del consiglio. Nel definire l'agenda politica l'antiberlusconismo è davvero il miglior alleato possibile di Berlusconi. Speravo che Bersani, con il suo pragmatismo piacentino - mezzo emiliano e mezzo lombardo - riuscisse a invertire la tendenza, ma non mi pare che finora ci sia riuscito.
Alcuni giorni fa l'Istat ha presentato alcuni dati allarmanti sull'occupazione. Il tasso di disoccupazione in aprile ha raggiunto l'8,9%, in crescita rispetto all'8,8% di marzo. Il dato diventa drammatico quando si considerano i giovani tra i 15 e i 24 anni: il tasso di disoccupazione in questa fascia di età è pari al 29,5%, con un aumento dell'1,4% rispetto a marzo e del 4,5% rispetto all'aprile del 2009. Quasi un giovane su tre è disoccupato. Di fronte a questi dati una forza di sinistra dovrebbe immediatamente alzare i toni del confronto politico, indipendentemente da quello di cui si sta discutendo nel paese.
Che impatto psicologico ha su un ragazzo o una ragazza appena usciti dalla scuola non riuscire a trovare per anni un lavoro decente? Sentirsi continuamente sfruttati da padroni - usiamo le parole che ci vogliono - che offrono loro condizioni di lavoro capestro? Sentirsi di fatto ignorati da strutture pubbliche che dovrebbero aiutarli nell'inserimento del mondo del lavoro? E' evidente che ha un impatto devastante su di loro e sulle loro famiglie. Non avere un lavoro mina prima di tutto la dignità delle persone e poi ha ripercussioni sull'intera società. Provate a leggere le testimonianze che molti lettori stanno lasciando sul sito di Repubblica nello speciale Cercare lavoro con la crisi. E' uno spaccato di storie molto difficili di giovani, ma anche di persone che a 40 o 45 anni stanno cercando lavoro, e sono spesso storie di umiliazioni, in cui è sempre più difficile scorgere segnali di speranza. Io, a 40 anni, sto vivendo questa situazione e vi assicuro che è molto dura, al di là delle difficoltà di ordine economico, che pure ci sono; non avere un lavoro mina la propria stima interiore, ci rende più fragili, più preoccupati, incapaci di affrontare ogni altro problema. E' qualcosa che lentamente ti svuota.
Naturalmente ogni storia è una storia a sé e le ragioni per cui ci si ritrova, a 20 come a 40 anni, a cercare lavoro sono molto diverse le une dalle altre. Ma quando sono tante persone che si trovano in questa situazione questo non può non avere un impatto su tutto il paese. Personalmente penso che la sinistra dovrebbe partire da qui e farlo con forza, facendo rumore, senza smettere mai di parlarne. Se la politica non fa questo rinuncia al proprio compito, rinuncia all'idea che ci possa essere una speranza.
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