Una buona notizia di ferragosto.
Dopo un primo momento di riserbo e il tentativo dei suoi portavoce di considerare la questione di esclusivo interesse locale, il presidente Obama ha deciso di prendere posizione a favore della decisione del sindaco di New York di autorizzare la costruzione di una moschea a tre isolati da Ground zero. Si tratta di una decisione impopolare, che, secondo i sondaggi, è giudicata negativamente dal 68% dei cittadini statunitensi e che ha trovato l'ostilità di gran parte dei familiari delle vittime degli attentati dell'11 settembre. Immagino che ora non mancheranno neppure qui da noi i detrattori della proposta: i fanatici epigoni della Fallaci, gli ideologi dello scontro di civiltà, la Santanchè versione Giovanna d'Arco, il crociato Magdi Cristiano Allam e compagnia cantante. Fortuntamente a New York tra i primi a sostenere la proposta ci sono stati i rappresentanti delle altre confessioni religiose, compresi gli ebrei, e spero che il Vaticano abbia il coraggio di esprimere una propria posizione sull'argomento.
Come dimostra il giudizio dell'opinione pubblica statunitense, è ormai prevalsa una lettura secondo cui questo primo decennio del nuovo secolo sarebbe segnato dallo scontro inconciliabile tra civiltà occidentale e islam, così come la seconda metà del secolo scorso è stato segnato dalla dicotomia comunismo/anticomunismo. Si tratta di una lettura sbagliata e motivata dall'interesse di una parte importante dell'establishment statunitense di alimentare la guerra in Afghanistan e in Iraq e di giustificare un possibile attacco all'Iran. Questa lettura è sbagliata prima di tutto perché non è chiaro cosa sia la civiltà occidentale che dovremmo difendere: l'identità cristiana? i valori del liberalismo? la difesa dei diritti umani? La stessa vicenda della costruzione della moschea vicino a Ground zero dimostra che c'è da parte della maggioranza degli statunitensi un'intolleranza verso il mondo mussulmano almeno pari a quella alimentata da una parte delle classi dirigenti mussulmane contro l'occidente. Come ha cercato di spiegare Obama, l'idea di fondo della Costituzione americana viene negata se si impedisce a una parte dei cittadini di professare il proprio credo religioso. E, per altro, è paradossale che la difesa di una presunta identità cristiana passi attraverso una società così fortemente secolarizzata come quella statunitense e quella dei paesi europei, dove i credenti cristiani sono ormai una minoranza, per quanto influente nella vita politica.
Personalmente penso che dovremmo abbandonare i toni apocalittici dello scontro di civiltà e cominciare a ragionare sulle vere differenze che ci sono nel mondo: tra chi gode dei diritti politici e civili e chi ne è escluso, tra i paesi in cui le donne hanno riconosciuto il loro ruolo politico, economico e sociale e quelli in cui sono soggetti con meno o senza diritti, tra chi sfrutta e chi viene sfruttato, parole che sembrano antiche, ma che hanno una loro terribile attualità.
Considerazione scritta domenica 15 agosto
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