Il 3 giugno dell'anno scorso - nella "considerazione" nr. 121 - ho parlato delle terribili condizioni dei lavoratori della Foxconn, l'azienda di Taiwan che, per conto di Apple, produce in Cina gli iPhone e gli iPad, i maggiori successi commerciali dell'azienda di Cupertino. In quella "considerazione", che vi invito a rileggere, ho parlato della catena di suicidi tra i giovani operai nello stabilimento-città di Shenzen, una mega-fabbrica dove lavorano - e vivono - poco più di 300mila operai, seguendo ritmi di lavoro alienanti.
Nonostante i suicidi, le prime, comprensibilmente timide, proteste dei lavoratori, qualche, ancora più timida - in questo caso incomprensibilmente - reazione da parte dei mezzi di informazione occidentali, i dirigenti della Foxconn non hanno abbandonato il modello produttivo della mega-fabbrica, anzi lo hanno rilanciato. Nel nuovo impianto di Chengdu, nella regione del Sichuan, si produce l'iPad2; ci lavorano già oltre centomila dipendenti, che dovrebbero arrivare a 500mila l'anno prossimo.
Il 20 maggio scorso nello stabilimento c'è stata un'esplosione, che ha provocato la morte di tre lavoratori e il ferimento di un'altra ventina. Dopo sei giorni, inoltre, un altro operaio si è suicidato. La causa dell'esplosione è la polvere di alluminio. In un rapporto di metà maggio la ong di Hong Kong Sacom ha denunciato i possibili rischi di queste polveri.
I lavoratori non hanno un'adeguata formazione sull'uso delle sostanze chimiche e non sono sottoposti a regolari esami medici. Alcuni intervistati si lamentano di soffrire di allergie, ma la direzione non indaca sulla salute dei dipendenti. C'è anche il problema della scarsa ventilazione e dell'inadeguatezza dell'attrezzatura protettiva.
Nel sito della Sacom c'è anche un video, che trovate anche su Youtube, che vi invito a vedere.
I reclutatori della Foxconn lavorano insieme ai funzionari locali del partito per convincere i lavoratori a trasferirisi nella mega-fabbrica. Rispetto a Shenzen le paghe sono un po' migliori, ma le condizioni di vita e di lavoro sono, se possibile, peggiori, gli orari sono lunghissimi, nei dormitori ci sono soltanto bagni chimici e non c'è l'acqua per lavarsi. Anche in questo stabilimento la Foxconn ha reagito energicamente contro i suicidi, vietandoli: alla famiglia di un operaio che si suicida non spetta alcun indennizzo.
Foxconn e Apple non hanno ancora espresso nessuna posizione ufficiale. Il capitalismo cinese fa passi da gigante, protetto dall'ideologia comunista dei successori di Mao.
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