domenica 5 giugno 2011

Considerazioni libere (237): a proposito di operai e di modernità...

All'indomani del 22° anniversario della repressione di piazza Tiananmen - un anniversario che, come sempre, è passato sotto silenzio sui mezzi di informazione dei paesi occidentali, per non urtare la suscettibilità della nuova superpotenza cinese - mentre il Premio Nobel Liu Xiaobo e sua moglie sono ancora in carcere, così come Ai Weiwei e un numero imprecisato di altri dissidenti, mentre insomma il governo cinese mostra, come sempre, il volto peggiore del socialismo, per un tragico paradosso della storia, la Cina mostra anche il volto peggiore del capitalismo.
Il 3 giugno dell'anno scorso - nella "considerazione" nr. 121 - ho parlato delle terribili condizioni dei lavoratori della Foxconn, l'azienda di Taiwan che, per conto di Apple, produce in Cina gli iPhone e gli iPad, i maggiori successi commerciali dell'azienda di Cupertino. In quella "considerazione", che vi invito a rileggere, ho parlato della catena di suicidi tra i giovani operai nello stabilimento-città di Shenzen, una mega-fabbrica dove lavorano - e vivono - poco più di 300mila operai, seguendo ritmi di lavoro alienanti.
Nonostante i suicidi, le prime, comprensibilmente timide, proteste dei lavoratori, qualche, ancora più timida - in questo caso incomprensibilmente - reazione da parte dei mezzi di informazione occidentali, i dirigenti della Foxconn non hanno abbandonato il modello produttivo della mega-fabbrica, anzi lo hanno rilanciato. Nel nuovo impianto di Chengdu, nella regione del Sichuan, si produce l'iPad2; ci lavorano già oltre centomila dipendenti, che dovrebbero arrivare a 500mila l'anno prossimo.
Il 20 maggio scorso nello stabilimento c'è stata un'esplosione, che ha provocato la morte di tre lavoratori e il ferimento di un'altra ventina. Dopo sei giorni, inoltre, un altro operaio si è suicidato. La causa dell'esplosione è la polvere di alluminio. In un rapporto di metà maggio la ong di Hong Kong Sacom ha denunciato i possibili rischi di queste polveri.
I lavoratori non hanno un'adeguata formazione sull'uso delle sostanze chimiche e non sono sottoposti a regolari esami medici. Alcuni intervistati si lamentano di soffrire di allergie, ma la direzione non indaca sulla salute dei dipendenti. C'è anche il problema della scarsa ventilazione e dell'inadeguatezza dell'attrezzatura protettiva.

Nel sito della Sacom c'è anche un video, che trovate anche su Youtube, che vi invito a vedere.
I reclutatori della Foxconn lavorano insieme ai funzionari locali del partito per convincere i lavoratori a trasferirisi nella mega-fabbrica. Rispetto a Shenzen le paghe sono un po' migliori, ma le condizioni di vita e di lavoro sono, se possibile, peggiori, gli orari sono lunghissimi, nei dormitori ci sono soltanto bagni chimici e non c'è l'acqua per lavarsi. Anche in questo stabilimento la Foxconn ha reagito energicamente contro i suicidi, vietandoli: alla famiglia di un operaio che si suicida non spetta alcun indennizzo.
Foxconn e Apple non hanno ancora espresso nessuna posizione ufficiale. Il capitalismo cinese fa passi da gigante, protetto dall'ideologia comunista dei successori di Mao.

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