mercoledì 30 gennaio 2013
"Suicidi ideali" di Kostas Kariotakis
Giran la chiave nella toppa, prendono
le vecchie lettere ben conservate,
le leggono con calma, e poi trascinano
i loro passi per l'ultima volta.
La loro vita - dicono - era un dramma.
Dio mio, il terribile riso degli uomini,
le lacrime, il sudore, nostalgia dei cieli,
solitudine dei luoghi.
In piedi stanno alla finestra, guardano
gli alberi, i bimbi, più in là la natura,
i marmisti che battono il martello,
il sole che per sempre sta calando.
Tutto è finito. Ecco il biglietto, breve,
semplice ma profondo, come è d'uopo,
pieno d'indifferenza e di perdono
per colui che piangendo leggerà.
Un'occhiata allo specchio, un'altra all'ora,
il dubbio che non sia follia, o uno sbaglio,
"tutto è finito" mormorano "adesso",
sicuri in cuore che rimanderanno.
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