sabato 21 settembre 2019

Verba volant (712): tela...

Tela, sost. f.

Carissima Charlotte,
mi manchi tanto. Qui è dura: alla mattina seguo le lezioni alla League, il pomeriggio torno a casa, dormo qualche ora e poi alla sera, fino alle due, sono a servire hamburgher e chili da Mel. Ogni giorno passo almeno un paio d'ore in metropolitana. Però New York è bellissima, non vedo l'ora che tu possa vederla.
Il professor Brown mi incoraggia, dice che ho talento. Per fortuna spendo poco per i corsi qui alla Art student League. Lo stipendio è davvero basso, ma quando non ci sono clienti posso disegnare. Mel mi chiama Van Gogh. Due notti fa ho venduto un ritratto a un cliente: mi ha dato un nichelino. Lo voglio conservare: sarà il mio portafortuna.
Ti amo.
Tuo Jack

Carissima Charlotte,
mi è servito fare il cameriere nel ristorante di zia Judith a Baltimora. Non lavoro più da Mel. Mi hanno assunto al Four seasons a Park avenue: è il più bel ristorante di Manhattan. Lo hanno aperto da nemmeno un anno. Pensa che è stato progettato da uno dei più importanti architetti tedeschi. E' splendido, sembra un tempio, tutto vetro e bronzo.
E anche il ristorante è stato progettato dagli stessi architetti. Per dividere le due sale c'è il sipario che Picasso ha disegnato per un balletto a Parigi e su una parete c'è un grande quadro di Jackson Pollock.
E' incredibile essere qui. Due sere fa sono venuti a cena Katharine Hepburn e Spencer Tracy. Ieri c'era il sindaco di New York. Tra tre giorni ci sarà il compleanno di Rockfeller. In mezzo a una delle due sale c'è una piscina e agli angoli quattro alberi che cambiano quattro volte l'anno, a ogni stagione. Qui non ho più tempo di disegnare. E dormo sempre poco. Però il nichelino sta funzionando.
Ti amo.
Tuo Jack

Carissima Charlotte,
ieri sera sono venuti a cena Mark Rothko e sua moglie e li ho potuti servire io. I suoi quadri mi interessano molto, anche se sono così diversi dalle cose che dipingo io. A volte sono inquietanti. Dicono che tra qualche settimane saranno finalmente pronte le grandi tele che ha dipinto per il ristorante. Sembra che per questo lavoro verrà pagato 35mila dollari. E' così strano immaginare i suoi quadri nel ristorante.
Rothko fuma di continuo. Mentre gli ho portato l'aragosta, gli ho detto che sto studiando alla League: so che c'è stato anche lui. E' stato gentile. Io gli ho detto che sono felice che ci saranno i suoi quadri. Mi ha guardato con un'aria strana.
Ti amo.
Tuo Jack

Di dove sei ragazzo?
Di Baltimora. La mia fidanzata Charlotte vive ancora lì, ma presto verrà anche lei a New York.
E porteresti Charlotte a cena qui?
No di certo, non potrei mai permettermelo, signor Rothko.
Ecco, mi fa arrabbiare dipingere qualcosa che tu e Charlotte non potreste mai vedere. Dipingere qualcosa solo per i più ricchi bastardi di New York che vengono qui a mangiare e a farsi vedere.
Con tutto il rispetto, signore, sapeva che ristorante era.
Hai ragione. Ma sono stato tentato dall'idea di intrappolare questi stronzi in una stanza dove tutte le porte e le finestre fossero murate. E ho dipinto i quadri così, per rovinare loro l'appetito. Ma ora non lo so...

Caro Jack,
stamattina è arrivata una ditta di trasporti e mi ha consegnato un quadro. Per te e per me. Nel biglietto c'è solo la firma: Rothko.

Nessun commento:

Posta un commento