Coloro che sono rimasti sintonizzati per tutti i trenta minuti di quella puntata probabilmente non si sono resi conto di aver vissuto un avvenimento importante della storia della televisione americana. E della cultura di massa non solo degli Stati Uniti.
Molti di loro il lunedì precedente hanno assistito a un altro programma destinato a entrare nella storia: il primo dibattito televisivo tra i due candidati alla presidenza, il Vicepresidente Richard Nixon e il senatore del Massachusetts John Fitzgerald Kennedy. Al termine di quel dibattito sono pochi quelli pronti a scommettere sulla vittoria di Nixon, tutti sono convinti che con l’arrivo alla Casa Bianca di JFK stia per cominciare una nuova fase della politica americana, un’era di pace e di felicità. Sappiamo che non è andata così, ma è facile dirlo dopo l’omicidio di Dallas, il massacro di Mỹ Lai e il Watergate.
Sabato 1 ottobre Variety definisce The Flintstones “a pen-and-link disaster”, insomma un disastro su tutta la linea. Anche altri critici televisivi, pur con giudizi meno trancianti, bocciano il programma. Per fortuna non sono loro a decidere i palinsesti. Dopo poche settimane gli americani si affezionano a Fred e Wilma, a Barney e Betty, si riconoscono in loro, nei loro pregi e specialmente nei loro difetti, decretandone un successo che dura ancora oggi.
William Hanna e Joseph Barbera sono quasi coetanei - il primo è nato nel New Mexico nel 1910 e il secondo a New York nel 1911 - si sono conosciuti nel 1938 quando entrambi lavorano al reparto animazione della Metro-Goldwyn-Mayer, diretto da Fred Quimby. William fa il regista e Joseph lo sceneggiatore e l’animatore. Nonostante abbiano caratteri e interessi assolutamente diversi, capiscono che insieme lavorano molto bene e creano una serie di cartoni i cui protagonisti sono un gatto e un topo in perenne conflitto. È un successo incredibile: sono oltre duecento i cortometraggi della serie Tom & Jerry e ricevono, dal 1940 al 1953, ben otto Oscar, che però ritira sempre Quimby, pur non partecipando al processo creativo. Alla fine degli anni Cinquanta la MGM decide di chiudere il reparto animazione, visto che ormai al cinema i cartoni non si proiettano più, ci pensa la televisione, e così William e Joseph fondano la propria casa di produzione. Tirano a sorte per decidere l’ordine dei nomi e nasce la Hanna-Barbera Productions, con lo studio al 3400 di Cahuenge Boulevard a Hollywood.
Stanno cercando un’idea per ottenere un successo altrettanto clamoroso di quello dei loro primi cartoni animati. Braccobaldo, Yoghi, Ernesto Sparalesto sono sì personaggi di successo, ma solo tra i bambini. I due autori cercano qualcosa che possa tenere insieme, come facevano i cartoni della serie Tom & Jerry, il pubblico di tutte le età.
Nella stagione televisiva 1955-56 va in onda sulla CBS una serie intitolata The Honeymooners, che racconta le vicende quotidiane di Ralph Kramden, un autista di autobus irascibile, ma dal cuore tenero, un bambinone con la testa sulle nuvole, che sogna sempre di diventare ricco. Per fortuna a riportarlo con i piedi per terra c’è sua moglie Alice. Sopra di loro vivono i loro migliori amici, il bonario Ed Norton, un operaio che lavora per il sistema fognario della città, e sua moglie Trixie. I personaggi che Hanna e Barbera cercano sono già lì, basta trasportare le loro storie da Brooklyn a Bedrock, aggiungere un dinosauro domestico, delle auto con le ruote di pietra azionate con i piedi, un piccolo mammut che diventa un aspirapolvere, e in questo modo nasce The Flagstone, come si intitola l’episodio pilota, scritto da uno specialista di sitcom come Harry Winkler, con l’animazione di Kenneth Muse che, dopo aver lavorato per Disney in Pinocchio e Fantasia, è stato uno dei “padri” alla MGM di Tom & Jerry. E Fred viene disegnato sulle fattezze di Jackie Gleason, che nella serie della CBS interpreta Ralph. Jackie - un ottimo caratterista che ricordiamo come Minnesota Fats ne Lo spaccone - anni dopo dirà di aver pensato di citare Hanna e Barbera, ma che i suoi avvocati lo hanno dissuaso: “Vuoi davvero essere ricordato come quello che ha tolto Fred Flintstone ai bambini americani?”
William e Joseph ci mettono due mesi a convincere la ABC e le agenzie pubblicitarie che quella può essere una serie di successo. Nessuno dei loro interlocutori dubita che sia divertente, ma in pochi credono che sia un prodotto adatto alla prima serata. Alla fine però arriva il tanto sospirato via libera. Durante la lavorazione dei ventotto episodi della prima serie, in cui Hanna e Barbera coinvolgono soprattutto sceneggiatori che vengono dalle sitcom, il cognome Flagstones viene cambiato prima in Gladstones e infine in Flintstones e sparisce il piccolo Fred Jr.. Sia i Flintstones che i Rubbles, come avviene in The Honeymooners, saranno due coppie senza figli.
La Japan Tobacco accetta di essere lo sponsor principale della serie e alla fine di ogni episodio viene aggiunto un breve spot in cui i protagonisti fumano le sigarette Winston. Proprio perché la serie non nasce per essere trasmessa nella fascia dedicata ai bambini, Fred e Wilma sono la prima coppia di un cartone animato che viene mostrata dormire in un letto matrimoniale, anche se nella sigla marito e moglie dormono convenientemente in due letti separati.
Il successo sorprende i dirigenti della ABC. Viene subito approvata la seconda stagione, questa volta di trentadue episodi. Il pubblico televisivo del venerdì sera continua a scegliere le avventure dei Flintstones e quindi viene programmata anche la terza serie, e questa volta la ABC decide di puntare sul colore: è uno dei primi programmi della rete a venire trasmesso con questa nuova tecnologia.
Viene anche sostituita la sigla. Nelle prime due stagioni il pezzo che accompagna i titoli di testa e di coda è un brano strumentale intitolato Rise and Shine, un pezzo molto orecchiabile, che ricorda la sigla di The Bugs Bunny Show, in onda sempre sulla ABC. Dal terzo episodio della terza stagione viene sostituito da un brano - Meet The Flintstones - con un testo di Hanna e Barbera e la musica composta dal loro storico collaboratore Hoyt Curtin, che si ispira a una parte della sezione B del secondo movimento della Sonata n. 17 di Beethoven. Quel brano diventa immediatamente popolarissimo e sono sicuro che non vi serve un link da YouTube per cominciare a canticchiarlo. E, per la sua particolare struttura, che permette continui cambi di ritmo, diventa da subito uno standard jazz.
Nelle terza stagione Hanna e Barbera decidono che Fred e Wilma devono avere un bambino. Questa decisione permette di aggiungere un arco narrativo agli episodi, che solitamente presentano una trama autoconclusiva. I due autori pensano di recuperare l’idea di Fred Jr., ma quelli del dipartimento marketing chiedono che sia una bambina, perché le bambole femminili si vendono più facilmente. La nascita di Pebbles cambia un po’ lo spirito della serie, che adesso viene vista anche da un pubblico di bambini. La Japan Tobacco ritira la sponsorizzazione, ma viene prontamente sostituita dalla Welch, che produce succo d’uva e gelatine, un prodotto apprezzato anche dai più piccoli. che chiederanno alla mamma di mangiare quello che in televisione mangia la piccola Flintstone. E così dalla quarta alla sesta stagione il programma viene anticipato di un’ora e spostato al giovedì.
Nella quarta stagione Hanna e Barbera decidono che anche Barney e Betty devono avere un bambino, introducendo un nuovo arco narrativo. Ma in questo caso gli autori scelgono di affrontare, seppur in maniera molto sfumata, il tema dell’infertilità e infatti Bamm-Bamm viene adottato.
Il successo della serie è dimostrato anche dalla partecipazione di alcune star, che interpretano se stesse, seppur in versione “preistorica”, come Tony Curtis e Ann-Margret, che diventano rispettivamente Stony Curtis e Ann-Margrock. E nella sesta stagione Fred e Wilma incontrano l’altra coppia d’oro della televisione americana dei primi anni Sessanta, Samantha e Darrin Stephens di Vita da strega, interpretati da Elizabeth Montgomery e Dick York.
All’inizio del decennio la serie comincia a diffondersi anche fuori dagli Stati Uniti, non solo nei paesi di lingua inglese. Nell’aprile 1963 sul canale RTF viene trasmessa la prima puntata di Les Pierrafeu, mente il 30 agosto dello stesso anno sul Secondo Programma della Rai debuttano Gli antenati. Sono i mesi del primo governo Leone, il governo “balneare” che deve traghettare l’Italia del boom verso il centrosinistra di Aldo Moro e Pietro Nenni. In quella stagione vengono doppiati solo alcuni episodi della prima serie, da alcune delle voci storiche della televisione italiana, Michele Riccardini, Mirella Pace, Carlo Reali, Zoe Incrocci - la Lumachina del Pinocchio di Comencini - Tina Lattanzi, Renato Cominetti, Lauro Gazzolo.
Il cartone animato ha un grande successo anche in Italia, tanto che i personaggi creati da Hanna e Barbera diventano protagonisti di una serie di pubblicità in onda su Carosello dal 1965 al 1971. I brevi filmati, realizzati prima da Toni e Nino Pagot - i creatori tra gli altri di Calimero e Grisù - e poi dai fratelli Gavioli, servono a reclamizzare l’insetticida Neocid Florale. È in questi caroselli che nasce la frase “Wilma, dammi la clava”, un’espressione che noi italiani associamo immediatamente a Fred, ma che il personaggio non ha mai pronunciato in nessuno dei centosessantasei episodi della serie classica.
So che questi cartoni animati continuano a essere replicati, poi ci sono stati i film e i parchi a tema - e naturalmente il merchandising si è molto sviluppato da quelle prime bamboline della metà degli anni Sessanta - ma non credo che questa serie abbia lo stesso travolgente successo di allora. Perché i tempi sono cambiati.
Io e quelli della mia generazione abbiamo amato Gli antenati perché abbiamo subito riconosciuto quella famiglia della working class, in cui il padre andava a lavorare in fabbrica, portandosi dietro il pranzo nella gamella di alluminio - la schiscetta come la chiamano i milanesi - e in cui, anche se ci si poteva permettere qualche “lusso”, come una serata al cinema o una pizza fuori, bisognava fare i conti per arrivare alla fine del mese. E abbiamo riconosciuto nelle nostre madri, nelle madri dei nostri amici, tante Wilma e Betty, donne capaci e forti, spesso più intelligenti e sveglie dei loro mariti, donne che magari preferivano apparire un passo indietro, ma che sapevano tenere la rotta, quando la nave doveva affrontare una navigazione più pericolosa del consueto. Pensavamo che Fred e Wilma probabilmente non erano andati alle superiori, avevano conosciuto da bambini la miseria, ma erano vissuti in un mondo in cui, grazie al loro lavoro, si erano potuti comprare una casa, poi un automobile e addirittura degli elettrodomestici e potevano mandare Peebles all’università. Fred e Wilma credevano nella politica – immagino che siano stati sostenitori di Kennedy – e volevano che le riforme portate avanti dal centrosinistra fossero più radicali e soprattutto più stabili. Proprio perché erano stati poveri, Fred e Wilma sapevano che valore forte sia la solidarietà. Io li ho conosciuti Fred e Wilma, immagino che sia per questo che voglio loro ancora bene.
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