martedì 24 ottobre 2017

Verba volant (448): medaglia...

Medaglia, sost. f. 

Apprendo, con mio colpevole ritardo, che Virginio Merola, attuale sindaco di Bologna, ha deciso di istituire un premio, la medaglia al merito civico, in onore di uno dei suoi predecessori, Giorgio Guazzaloca, scomparso il 26 aprile di quest'anno.
Bologna dalla fine della seconda guerra mondiale ha avuto pochi sindaci: uno che ha fatto la storia di quella città e tre che per motivi diversi, essendo persone molto diverse, sono stati sindaci molto importanti e politici di grande statura. In questo Bologna è stata decisamente fortunata. Poi ha avuto - non in quest'ordine - un sindaco indegno di quella carica e quattro sindaci "normali", di cui uno migliore, uno decisamente peggiore, uno che poteva fare sicuramente di più e Giorgio Guazzaloca, che sarà ricordato come il primo sindaco non comunista di Bologna.
Ovviamente capisco il motivo politico che ha spinto il povero Virginio a istituire questo premio: in un momento di difficoltà e di confusione politica, ha voluto strizzare l'occhio a un pezzo di destra bolognese, quella degli affari e dei salotti, delle banche e delle botteghe, delle relazioni e dei saluti ipocriti sotto il Pavaglione, una Bologna di cui Guazzaloca è stato l'indiscusso protagonista, l'uomo che poteva essere sindaco del centrodestra e del centrosinistra, l'amico di tutti. In Virginio, uno dei tantissimi bolognesi nati molto lontani da questa città, c'è anche una certa voglia di accreditarsi in questo mondo in cui contano i quarti di nobiltà petroniana.
Per voi che non c'eravate a Bologna in quegli anni sarà utile ricordare qualcosa. Peraltro Virginio c'era, era il presidente del quartiere Savena e proprio in questa veste fu uno dei maggiori oppositori di Guazzaloca: anzi in qualche modo diventò un leader cittadino proprio grazie a Guazzaloca.
La capacità di Giorgio Guazzaloca è stata quella di riunire attorno alla sua candidatura tutte le variegate anime della destra bolognese, dai vecchi democristiani antifascisti ai giovani picchiatori di Forza nuova, dalla massoneria laica agli ambienti clericali. Tutti questi, rendendosi conto che potevano finalmente vincere o meglio che gli eredi del Pci potevano finalmente perdere, hanno fatto un passo indietro e hanno dato vita a un’alleanza litigiosa che infatti non è riuscita di fatto a governare. Guazzaloca, al di là di qualche leggenda metropolitana, non ha sfondato a sinistra, ha semplicemente - anche se semplice non è stato - riunito tutta la destra.
E ha vinto perché un pezzo consistente della sinistra non ha votato. Il vero problema emerso allora a Bologna fu l'autoreferenzialità di un gruppo dirigente che diede troppe cose per scontate, pensando che alla fine i voti sarebbero arrivati comunque; e soprattutto la presenza di una trama di interessi, sedimentati negli anni e ormai considerati intoccabili, che - anche non dando adito a comportamenti illeciti - finirono per prevalere sui valori, sugli obiettivi e sul disegno generale.
Credo che nel ’99, nonostante tutto, ci fosse ancora la possibilità di costruire qualcosa di diverso, proprio partendo dagli errori commessi. Ma noi f
acemmo l'errore di considerare Giorgio Guazzaloca una parentesi e ci fu fatale; invece con Guazzaloca cominciò un'altra storia.
Ora non sarà ovviamente questa medaglia che salverà l'amico Virginio dalla fine ingloriosa che lo attende, però questa piccola vicenda mi pare racconti meglio di altro cosa è diventata la sinistra bolognese, un tempo orgogliosa, forse fin troppo, della propria storia e ora all'affannosa ricerca di una storia che non le appartiene. E che finirà per distruggerla.

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