domenica 14 marzo 2010
"Rimorso per qualsiasi morte" di Jorge Luis Borges
Libero dalla memoria e dalla speranza,
illimitato, astratto, quasi futuro,
il morto non è un morto: è la morte.
Come il Dio dei mistici,
al Quale si devono rifiutare tutti i predicati,
il morto ubiquamente estraneo
non è che la perdizione e assenza del mondo.
Tutto gli abbiamo rubato,
non gli abbiamo lasciato né un colore né una sillaba:
qui è il patio che non condividono più i suoi occhi,
là è il marciapiede dove fu in agguato la sua speranza.
Perfino ciò che pensiamo
potrebbe stare pensandolo anche lui;
ci siamo spartiti come ladri
il flusso delle notti e dei giorni.
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Ho trovato la citazione a questa poesia su un libro di Gianrico Carofiglio, "La versione di Fenoglio". poi mi sono messo a leggere "verba volant" e adesso non riesco più a fermarmi...
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