lunedì 3 ottobre 2011

"Bambini di Marzabotto" di Renata Viganò



Eravamo bambini dei monti
con scarsi giochi e poche gioie,
gioco e gioia era stare dall'alba
davanti alla casa di sassi
ad aspettare il tramonto.
Era gioco badare alla pastura,
era gioia il frumento a mietitura.
Verdi nudi pascoli,
bagnati dalle nuvole d'autunno:
un primo piovere sulle foglie,
un odore amaro nella polvere.
Noi non riconoscemmo facce d'uomini
in quelli che ci uccisero
sul petto delle madri uccise.
Sperammo – e lo sperò tutto il mondo –
che morissimo per fiamme di fulmini
dentro una bufera deserta.
Furono invece mani di carne
a dirigere il fuoco, ed occhi aperti.
Noi non riconosciamo legge d'uomini
in quelli che adoprarono le armi
sopra le nostra ossa innocenti.
Oggi veniamo dai prati
strani della memoria,
entriamo nelle lacrime stanche
di chi piange ancora per noi:
siamo antichi come la terra,
giovane come le stagioni.
Noi non riconosciamo atti di guerra
a coloro che vennero soldati
contro la nostra piccola infanzia.
Viviamo nelle notti senza sonno
di quelli che calarono i pugnali
dentro la nostra tenera forza.
Ad essi noi neghiamo vita d'uomini,
sguardo e amore di padri.

2 commenti:

  1. Gli uomini sono divenute bestie ma che dico peggio delle bestie .e una poesia che nella sua crudeltà mi fa piangere.mary

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  2. Una poesia dolce ed amara che ci ricorda la ferocia della guerra che colpisce in modo feroce i cittadini, le persone più deboli inermi le donne i bambini . Il vissuto non insegna nulla all'uomo . Ed il pensiero va oggi alla martoriata Ucraina

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