"Baarìa" è un film molto coinvolgente, ben scritto, ben girato e ben recitato, davvero un bel film, curato con una passione e una precisione rare: è per il suo autore, Giuseppe Tornatore, il film della vita... e si sente in ogni singola scena. Vi consiglio di vederlo, possibilmente al cinema (per alcune scene il grande schermo è indispensabile) e spero che possa vincere l'Oscar (lo meriterrebbe più di "Nuovo cinema Paradiso").
Pare sia piaciuto anche al presidente Berlusconi, ma il suo è un giudizio interessato, essendo il proprietario della casa di produzione che ha realizzato il film; ci ha investito troppi soldi per accorgersi soltanto ora di aver prodotto un film su una famiglia di comunisti, ne era evidentemente consapevole: onore al merito. Diciamo comunque che il film di Tornatore può piacere anche a una persona di destra. Nonostante racconti una vicenda umana e familiare assolutamente privata, riesce - come ogni grande opera d'arte - a trasmettere un significato universale.
Per noi di sinistra indubbiamente "Baarìa" rappresenta qualcosa di più. Direi che in questi giorni è perfino terapeutico: è un film che dovrebbe essere prescritto dai medici a tutti noi malati di disillusione. Come certo avrete letto, alcuni giorni fa è uscita la notizia che un consigliere comunale del di Castellamare di Stabia è stato ucciso dalla camorra, probabilmente perché non aveva interamente versato alla sua "famiglia" una tangente che aveva riscosso; anche chi l'ha ucciso, un killer di camorra, era iscritto al Pd. Naturalmente non si può generalizzare, in Campania, come in tutto il paese, ci sono migliaia di persone che svolgono con onestà il loro impegno politico e amministrativo, a sinistra come a destra. Eppure la situazione del partito in Campania è molto difficile, tanto da aver costretto mesi fa Veltroni a commissariare il partito in quella regione. E purtroppo non c'è solo la Campania: gli organi di informazione riportano ogni giorno cronache di malaffare, in un clima di generale assuefazione.
Di fronte a questi avvenimenti ci viene spesso la voglia di mollare tutto - molti di noi hanno già tirato i remi in barca - "Baarìa" serve a ricordarci che in Italia è esistita anche un'altra politica, una bella politica, fatta forse in maniera ingenua (spesso Peppino Torrenuova ci appare troppo candido), eppure capace di grandi slanci. E questo vale non solo per la tradizione della sinistra. Certo ci furono nella storia di questo paese personaggi come l'assessore all'urbanistica cieco che intascava le mazzette e "ascoltava" con i polpastrelli il crescere disarmonico della sua città o i referenti delle cosche mafiose Salvo Lima e Vito Ciancimino, ma ci furono anche uomini coraggiosi e onesti come Piersanti Mattarella. Quando Peppino sale sui monti intorno a Bagheria e mostra al giornalista di Roma i luoghi dove furono assassinati Salvatore Carnevale, Placido Rizzotto, Domenico Cangelosi, Accursio Miraglia, recita una sorta di rosario laico, che accende e scalda le coscienze. Così come ci viene mostrato che il Pci fu non solo la retorica vuota - e derisa - del dirigente interpretato da Placido o il rigore inutilmente sabaudo del funzionario Corteccia, ma fu anche il tentativo di sottrarre terre ai latifondi per assegnarle ai contadini poveri.
Sono storie che abbiamo bisogno di tenere a mente, così come abbiamo bisogno di non dimenticare le storie di passioni dei nostri nonni e dei nostri genitori. Per questo ho voluto mettere in questo blog alcune foto delle Feste de l'Unità, per ricordare insieme una storia...
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