martedì 1 dicembre 2009

Considerazioni libere (35): a proposito di Berlusconi...

Alcuni giorni fa un collega, scherzando sul nostro manipolo di occupanti, ci ha definito una "gioiosa macchina da guerra". Non so chi ricorda questa espressione (io e il collega la ricordavamo molto bene); Occhetto usò questa metafora per descrivere la coalizione dei Progressisti, che nelle elezioni politiche del '94 si contrappose alla "discesa in campo" di Silvio Berlusconi. Come andarono quelle elezioni penso lo ricordiate in molti: Forza Italia, alleata al nord con la Lega e al centrosud con Allenza nazionale sbaragliò la fragile coalizione dei Progressisti, imperniata sul Pds, che aveva stretto un patto di desistenza con Rifondazione comunista. Un risultato ancora più negativo fu registrato dal centro di Martinazzoli e Segni.
Al di là della sfortunata battuta di Occhetto, quella fu per me una campagna importante: fu una delle primissime occasioni in cui ebbi un impegno politico fuori dal mio Comune. Furono infatti le prime elezioni in cui si votava con il sistema maggioritario e io lavorai nel collegio di San Lazzaro. Devo anche dire che c'era un discreto entusiasmo e ammetto che credevo che un risultato positivo fosse possibile. E' l'entusiasmo di cui ho già parlato in una mia precedente "considerazione", la nr. 27 per la precisione.
Questo lungo antefatto per introdurre la "considerazione" di oggi: dalla fine del '93 a oggi la vita politica italiana è dominata, quasi "presa in ostaggio" da Berlusconi. Tutto il sistema politico ruota intorno a lui, sia ovviamente nel campo del centrodestra che in quello del centrosinistra. Quando gli storici dovranno definire questo lungo periodo della nostra storia repubblicana, nato dalla fine dei partiti storici di massa che sottoscrissero il patto costituzionale (dal '91 al '94 si chiuse infatti, quasi contemporaneamente, l'esperienza della Dc, del Pci e del Psi), dovranno inevitabilmente usare un titolo del tipo "gli anni di Berlusconi". Anche Romano Prodi, che pure ha dei meriti, sarà ricordato come il leader capace di sconfiggere due volte Berlusconi, ma incapace entrambe le volte di dargli il "colpo di grazia". Anche il periodo che stiamo vivendo in questi mesi, pur segnando oggettivamente l'inizio del declino, segnato dalla lotta di successione a Berlusconi, sia nel campo politico che in quello imprenditoriale, sicuramente è caratterizzato dalla sua personalità e lui avrà ancora voce in capitolo.
Ci sono due elementi che hanno caratterizzato questo lungo periodo e che penso influenzeranno ancora per molto tempo la storia del nostro paese. Berlusconi è riuscito a polarizzare l'Italia: da una parte chi è con lui e dall'altra parte chi è contro di lui e in mezzo un muro, ogni giorno più solido. Due fronti opposti, nemici, che non si riconoscono in una cornice comune, come accadeva invece per Dc e Pci, che si riconoscevano come garanti del patto costituzionale. C'è in Italia una guerra civile a bassa intensità, che avrà conseguenze molto gravi: i pozzi sono stati ormai avvelenati. Non basterà il "pensionamento" di Berlusconi per modificare questo stato di cose.
L'altro elemento è la ragione di fondo che spiega il consenso che Berlusconi ha avuto e continua ad avere tra gli italiani. Molti commentatori di sinistra continuano a non capire come possa governare un uomo come lui, gaffeur, puttaniere, evasore fiscale, etc. Invece è proprio questa sua la forza, essere riuscito a rappresentare le caratteristiche peggiori del nostro paese, il suo essere così intrinsecamente arci-italiano. E anche con questo dovremo fare i conti a lungo.

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