Come ho già fatto in diverse altre mie "considerazioni", voglio cominciare con alcuni numeri, perché mi sembra utile ricordare sempre che là fuori c'è una realtà che possiamo "misurare", non appena vogliamo farlo, al di là di qualunque nostra opinione.
Dal 28 settembre 2000 - data in cui si fa iniziare la cosiddetta seconda intifada - a oggi, ci sono state in quella martoriata regione 8.019 vittime (per la precisione 6.838 palestinesi, 1.102 israeliani e 79 persone di altre nazionalità), secondo i dati elaborati dall'agenzia di stampa France Press. Naturalmente dietro a ciascuno di questi numeri ci sono storie di donne e di uomini, il dolore delle loro famiglie, qualcosa che è difficile da immaginare e quasi impossibile da raccontare.
Il 27 dicembre 2008 Israele lanciò a sorpresa contro la striscia di Gaza un'offensiva chiamata Cast lead, "piombo fuso"; il territorio intorno alla città palestinese è stato bombardato per cinque giorni e in seguito invaso, lasciando sul campo più di 800 morti palestinesi, 600mila tonnellate di macerie e quasi un terzo dei campi bruciati. A poco più di un anno da quell'attacco è utile fare un bilancio su chi ha vinto e su chi ha perso quel breve, ma terribile, conflitto.
Certamente Israele è uscito più sicuro dalla guerra e quindi può essere considerato un vincitore: i bombardamenti di razzi Qassam da parte delle milizie di Hamas sono praticamente terminati, le famiglie sono potute tornare a una vita "normale", per quanto sia possibile e lecito usare questo aggettivo per quell'area dove la guerra è comunque di casa. Anche Hamas, nonostante possa apparire perdente sul terreno delle armi e della tecnologia bellica, è più forte: il regime di quel partito sui palestinesi che vivono a Gaza si è fatto ancora più duro, in qualche modo giustificato dalla durezza dell'attacco israeliano e dal costante clima di guerra. Le voci che dissentono dalla linea ufficiale sono messe a tacere, si fa sempre più strada un modello di società islamica, dove le libertà, specialmente quelle delle donne, sono negate e così via. Il risultato più importante raggiunto dai capi di Hamas è quello di essere riusciti a rendere più difficile qualsiasi trattativa di pace e di fatto aver reso nulli gli accordi di Oslo.
Tra gli sconfitti ci sono certamente le donne di Gaza, che si vedono ogni giorno negare dei diritti. Ci sono i più poveri, dal momento che l'azione delle ong internazionali viene spesso ostacolata da entrambi le parti in conflitto. Ci sono naturalmente i bambini, deboli tra i deboli. C'è un altro fatto su cui vi voglio invitare a riflettere: se si confrontano i dati delle nascite avvenute a Gaza nel terzo trimestre del 2009 con quelli degli stessi mesi del 2008, si registra un aumento notevole del numero di malformazioni tra i neonati. Si tratta per lo più di anomalie cardiache e del sistema nervoso: sono le bambine e i bambini concepiti immediatamente dopo i bombardamenti, il che fa sospettare che gli israeliani abbiano utilizzato armi chimiche non dichiarate. Questi bambini hanno perso la guerra ancora prima di nascere.
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