mercoledì 17 febbraio 2010

Considerazioni libere (74): a proposito di intercettazioni e altro...

Se questo fosse un paese diverso da quello che purtroppo è diventato, ciò che sta succedendo in questi giorni segnerebbe una frattura profonda, una di quelle cesure che definiscono i capitoli in un libro di storia, in questo caso della storia recente della nostra Repubblica.
Infatti le conversazioni intercettate che leggiamo sui giornali, gli scambi di favori, regali, prostitute, gli enormi interessi economici gestiti da pochi funzionari senza scrupoli e dai loro amici imprenditori, segnano la fine dell'idea più forte apparsa in questi anni nella vita politica della cosiddetta "seconda repubblica", cominciata con lo scoppio di tangentopoli e la conseguente "discesa in campo" di Silvio Berlusconi. Ovvero l'idea che alla politica inconcludente, parolaia, consociativa - e naturalmente corrotta - tipica dell'Italia democristiana si stava sostituendo una politica concreta, delle cose fatte; la storia personale di Berlusconi, i suoi successi imprenditoriali e sportivi garantivano questo cambio di passo.
La scoperta del verminaio che è cresciuto nei piani più alti della Protezione civile - peraltro animata sul territorio da un volontariato lodevole e da tecnici molto preparati - rappresenta la fine di quel modello virtuoso, dal momento che in questi anni è diventata lo strumento operativo non solo per rispondere alle emergenze, ma soprattutto per realizzare i progetti importanti, con quella tempestività e quell'operatività che la burocrazia romana impone a ogni movimento. Come un amministratore delegato decide e fa eseguire dai suoi collaboratori quello che ha deciso, così il Presidente del consiglio deve poter decidere e avere le persone per realizzare le sue decisioni. Certamente sono stati raggiunti alcuni risultati, molte cose sono state fatte, anche se l'enfasi delle campagne mediatiche ne ha molto amplificato la portata.
Eppure si è scoperto che la parte peggiore del nostro paese ha preso il sopravvento, fino ad annullare anche la bontà di questi risultati. Un gruppo ristretto di persone - significativamente uomini - si è impadronita del gioco e ne ha fatto uno strumento di potere personale, con un corollario di piccinerie che però danno il quadro della generale decadenza: mentre si occupavano della gestione di appalti di milioni di euro, trovavano il tempo per trovare una particina per il figlio in una fiction televisiva, per fare un giro in idrovolante o cenare nei ristoranti più alla moda. Anche questi potenti hanno sacrificato un po' del loro potere alla logica dell'apparire.
Come ho scritto nella mia precedente "considerazione" - che vi invito a leggere perché è strettamente legata a questa - molto probabilmente questo scandalo sarà "assorbito" senza troppi traumi dall'opinione pubblica. Bertolaso rimarrà al suo posto, essendo certamente più cauto nei suoi "svaghi", Berlusconi continuerà a sostenere che sono importanti le cose effettivamente realizzate e i cittadini prima o poi dimenticheranno anche queste brutte pagine. La frattura comunque è avvenuta, credo ne saranno più consapevoli di noi le persone che tra qualche decennio proveranno a raccontare e a interpretare la storia italiana.
Da persona di sinistra, mi spiace infine dover constatare che proprio dalla nostra parte non è venuta una risposta convincente e credibile. Da Marrazzo a Delbono, alcuni nostri amministratori hanno approfittato del loro potere, naturalmente senza la spregiudicatezza di altri, con l'ingenuità e la meschinità di chi vuol fare la bella vita, ma solo un po', tanto per provare come ci si sente. Né è venuta una denuncia forte dalle forze dell'opposizione.
Ma questo oramai è; spero sempre di essere io a essere diventato inguaribilmente pessimista.

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