venerdì 18 novembre 2011

Considerazioni libere (259): a proposito di una sconfitta...

Ero incerto sull'opportunità e soprattutto sulla necessità di scrivere questa "considerazione" e in un primo momento avevo pensato di soprassedere. A quello che è successo in questi giorni in Italia, ossia alle dimissioni di B. e alla nascita del governo Monti, ho dedicato qui già due interventi - le "considerazioni nr. 251 e 258 - oltre a diversi cinguettii: a questo punto francamente mi sembra inutile e anche stucchevole continuare a dire sempre le stesse cose. Poi ho deciso comunque di scrivere alcune righe per rispetto verso le amiche e gli amici che con una certa continuità - e con grande indulgenza - leggono questo blog: non siete tanti, ma mi fa davvero molto piacere sentire la vostra attenzione. Credo che - stante così le cose - per qualche tempo i miei interventi sulla politica italiana rimarranno confinati nella dimensione più ristretta dei 140 caratteri di Twitter. Dedicherò questo blog ad altro, anche se ovviamente la politica rimarrà uno dei temi ricorrenti - perché come ha detto un vecchio compagno di San Giovanni in Persiceto "la politica è come un virus" e quando ti prende non ti lascia più - ma cercherò di uscire dai confini un po' asfittici della politica italiana.
Per giustificare questo periodo di silenzio c'è prima di tutto un tema di "compagnia". Sono tra i pochi che pensano che questo nuovo governo non salverà l'Italia e soprattutto che la sua azione avrà effetti pesantissimi sulle classi più deboli del paese. Nel sostenere questa tesi, seppur partendo da posizioni molto diverse, mi ritrovo con una compagnia con cui davvero non riesco a stare: alcuni vecchi fascisti - come la rediviva Mussolini - alcuni nuovi fascisti - come l'europarlamentare inglese Nigel Farage - i leghisti e tutti i sostenitori delle "piccole patrie" europee, Giuliano Ferrara e compagnia cantante, praticamente la feccia della politica italiana ed europea. No, grazie; con questi non posso neppure prendere un caffè.
Al di là di questo, il motivo principale per cui ho deciso di sospendere per un po' i miei interventi sulla politica italiana è un senso di impotenza. E di sconfitta. In questi diciassette anni io sono sempre stato contro Silvio Berlusconi, ma non perché Berlusconi è B., ossia il più indecente rappresentante di un certo tipo di italiano, ma perché Berlusconi ha rappresentato in tutti questi diciassette anni la destra di questo paese. Non ho mai votato Berlusconi e ho sempre fatto campagna contro di lui perché è stato iscritto alla P2 e perché non ha mai accettato fino in fondo le regole della nostra Costituzione. Perché non ha mai festeggiato il 25 aprile. Perché è sempre stato sostenuto e votato da Confindustria e dai padroni, perché ha fatto con coerenza una politica di destra, contro i lavoratori, contro i pensionati, contro la scuola e la sanità pubbliche, contro la redistribuzione del reddito. Berlusconi è l'uomo più ricco d'Italia e ha sempre fatto l'interesse delle persone più ricche. Poi naturalmente Silvio Berlusconi è anche quel personaggio indegno che abbiamo imparato a conoscere e su cui c'è ormai una letteratura. La destra, con colpevole ritardo, ha capito che B., ormai pateticamente sul viale del tramonto, non era più in grado di tutelarne gli interessi e l'ha scaricato e ha repentinamente cambiato cavallo. Francamente potevano pensarci prima e non costringere l'intero paese a questi anni indecorosi, ma meglio tardi che mai. Adesso, con maggiore eleganza, il governo Monti continuerà la strada percorsa da Berlusconi: farà con coerenza una politica di destra, contro i lavoratori, contro i pensionati, contro la scuola e la sanità pubbliche, contro la redistribuzione del reddito.
Come sapete io ho fatto per tanti anni politica, ho militato e ho avuto qualche responsabilità nel Pds e nei Ds;  non ho aderito al Pd, anche se in quel partito ci sono tanti amici e tante persone che stimo, persone con cui ho condiviso un bel pezzo di cammino. Dal momento che loro sono convinti di aver fatto la scelta giusta nel sostenere la nascita di questo governo, penso che forse sto sbagliando io e quindi sto zitto, anche perché la mia voce rischia di essere scambiata per una velleitaria e anacronistica resistenza verso le idee nuove. Non riesco a capirle queste idee e con franchezza dico agli amici del Pd che ormai mi sarà impossibile votare per loro, così come mi è impossibile votare per la destra. Ho stima per Bersani, ma non riesco ad accettare che nel suo discorso alla Camera abbia sostanzialmente promesso i voti dei parlamentari del Pd senza porre alcuna condizione, mentre il Pdl ne ha poste e di precise, sapendo per altro che Monti le avrebbe naturalmente accolte. Non posso votare per un partito il cui vicesegretario considera un "miracolo" la nascita del governo Monti; e questa posizione non è affatto isolata nel Pd, anzi sta alla base della stessa nascita di quel partito. Sarebbe ingeneroso gettare la croce soltanto sulla cosiddetta sinistra italiana, la forza del pensiero unico liberista è pervasiva e purtroppo coinvolge molti altri paesi e molte altre forze politiche europee. Sono molto preoccupato, non so cosa succederà nei prossimi anni: temo che il mondo sarà più ingiusto e sarà anche per colpa nostra.

1 commento:

  1. Sono anch'io in linea con questo tuo modo di vedere le cose: il senso d'impotenza ormai ci spinge a tacere sui temi di politica italiana. L'ho scritto prima che si dimettesse B., la ufficializzazione della fine della sinistra è per me il danno irreparabile dell'Italia contemporanea, ma non è un fenomeno solo italiano e non dipende soltanto dal ventennale governo della tv spazzatura. Ultimamente anche chi mi conosce da un bel po' mi ha rinfacciato di stare dalla stessa parte di Sallusti, Ferrara & co. Non so più che pensare.
    Siamo tutti stati molto abilmente, resi inermi e questo è certo anche colpa nostra.

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