giovedì 4 aprile 2013
"A domani" di Mario Benedetti
Sto per chiudere gli occhi a bassa voce
sto per entrare a tentoni nel sonno.
In questo istante l'odio non lavora
per la morte sua povera padrona
la volontà sospende il suo battito
e io mi sento distante, così piccolo
che invoco Dio, ma non gli chiedo
niente, a patto di condividere appena
questo universo che abbiamo conseguito
con le cattive e a volte con le buone.
Perché il mondo sognato non è lo stesso
che questo mondo di morte a piene mani?
Il mio incubo è sempre l'ottimismo:
dormo debolmente, sogno che son forte,
ma il futuro attende.
È un abisso.
Non dirmelo quando mi sveglio.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento