mercoledì 22 luglio 2015

da "Ragtime" di E.L. Doctorow

La Mamma portò il lutto per un anno. Alla fine di questo periodo, Tate, avendo accettato che sua moglie era morta, le chiese di sposarlo. Naturalmente, non sono barone, disse, sono un ebreo lituano socialista. La Mamma accettò senza esitare. Lo adorava, e le piaceva stare con lui. Ciascuno trovava deliziosi i tratti del carattere dell'altro. Si sposarono con una cerimonia civile in un'aula del tribunale di New York City. Si sentirono benedetti. La loro unione fu felice, anche se senza prole. Tate fece un mucchio di denaro scrivendo sceneggiature di film a serie Nido di spie, e L'ombra del sottomarino. Il suo grande successo doveva ancora venire. La famiglia trovò un inquilino per la casa di New Rochelle, e si trasferì in California. Andarono ad abitare in una grande casa bianca, con le finestre arcuate il tetto di tegole arancione. Lungo il marciapiede v'era una fila di palme, e nel giardino aiuole di fiori rossi. Una mattina, Tate guardò fuori dalla finestra del suo studio, e vide i tre bambini seduti sul prato. Dietro di loro, sul marciapiede, c'era un triciclo. Stavano parlando, mentre prendevano il sole. Sua figlia, dai capelli neri, il figliastro dal capelli color grano, e il figlio adottivo, il bambino nero. D'un tratto gli venne un'idea per un film. Un gruppo di bambini, tutti amici, bianchi, neri, grassi, magri, ricchi, poveri, di ogni qualità, birbantelli, piccoli manigoldi, protagonisti di mille avventure buffe, un mazzo di furfantelli come tutti noi, una banda, che si cacciava nei guai e ne veniva fuori. In realtà, da quest'idea nacque non un solo film, ma diversi. E per allora, l'era del Ragtime era ormai finita, come se la storia altro non fosse che un'aria suonata da una pianola. Avevamo fatto la guerra e l'avevamo vinta. L'anarchica Emma Goldman era stata deportata. La bella e appassionata Evelyn Nesbit aveva perduto la sua bellezza ed era caduta nell'oscurità. E Harry K. Thaw, ottenuto il rilascio dal manicomio, ogni anno sfilava a Newport, nella parata dell'Anniversario dell'Armistizio.

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