lunedì 21 novembre 2016

Verba volant (322): lista...

Lista, sost. f.

Io, nel mio piccolissimo, ho deciso da solo come votare al prossimo referendum, non ho guardato a chi votava in un certo modo per decidere poi di votare in quella stessa maniera o di votare nella maniera opposta. A dire il vero, se guardo a quelli che come me voteranno NO - o hanno dichiarato che voteranno NO - vedo molte persone con cui non voglio avere nulla a che spartire e con cui vorrei davvero votare in maniera diversa, ma la mia decisione ormai l'ho presa e ne sono assolutamente convinto, anche al di là dei miei occasionali compagni di viaggio.
Però guardo le liste di quelli che dicono che voteranno NO e di quelli che dicono che voteranno sì, le leggo e le mando a memoria e, sfortunatamente per loro, io su queste cose ho un'ottima memoria.
Non lo faccio per dividere il mondo in buoni e cattivi o peggio per avere a disposizione una lista di proscrizione, sempre pronta all'uso, di persone su cui mi vorrò vendicare - nonostante tutto io sono un democratico, un democratico vero, non quella roba lì che usa questo bel nome per quello che sappiamo - ma lo faccio per sapere come agire nei prossimi anni. Se tra qualche tempo qualcuno chiederà il mio voto per diventare sindaco della città in cui vivo, consulterò la mia lista e vedrò cosa avrà votato e se avrà votato sì, io non lo voterò. Senza rancore. Questo non vuol dire che voterò chiunque si presenti che abbia votato NO, lo valuterò come sempre ho cercato di valutare i candidati, ma certamente non mi posso fidare di avere come amministratore della mia città qualcuno che ha cercato con il suo voto di limitare la Costituzione, di rendere più debole la democrazia. Se tra qualche anno qualcuno chiederà il mio voto per diventare parlamentare o proverà a ricostruire un soggetto della sinistra politica, cercherò in quella stessa lista e se il suo nome sarà dalla parte del sì, allora nulla, non avrà il mio voto. Senza rancore. Se tra qualche anno un attore lancerà un appello per salvare il teatro in cui lavora, perché a rischio di chiusura a causa delle politiche di questo governo, guarderò la lista e se il suo nome è nella colonna del sì, certo non firmerò quell'appello. Senza rancore. Se un intellettuale promuoverà una bella campagna in difesa di qualche principio che pure condivido, guarderò ancora una volta la lista e non lo sosterrò, se il suo nome è tra quelli che hanno votato sì. Senza rancore.
Non è considerare questo referendum la battaglia finale, anzi io sono convinto che la battaglia vera comincerà proprio il 5 dicembre, qualunque sarà l'esito del voto, né penso che il referendum sia una sorta di giudizio universale, ma certo questo referendum è importante, perché riguarda la Costituzione, perché riguarda la democrazia, e sono cose su cui non è possibile dire, proviamo, meglio una cattiva riforma che nessuna riforma, poi in un secondo tempo potremo cambiare, come molti di quelli del sì stanno dicendo per giustificare il loro voto. Non si gioca con la Costituzione e non si gioca con i valori. Avete votato sì? Mi verrebbe da dire peggio per voi, se non fosse che è peggio anche per noi, ma non credete che questo vostro voto lasci tutto nella stessa situazione di prima. Dovete essere consapevoli che il vostro voto vi mette da una parte, che non è la mia. Poi capisco che a voi può non fregar nulla del fatto che io non venga più a vedere il vostro film, non legga più il vostro romanzo, non vi consideri più un intellettuale da ascoltare, non vi voti mai più, ma per me è così, perché il voto è una cosa seria. E questo voto è una cosa seria. Qualcosa di cui non ci dimenticheremo.

1 commento:

  1. tranne che preferisco Puccini a Verdi, per il resto mi trovo nella condizione di pover condividere quasi sempre quello che scrivi. ciao

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