lunedì 21 settembre 2009

Considerazioni libere (4): a proposito del Partito democratico...

Non mi sono iscritto al Partito democratico e quindi non voterò al congresso di circolo, la prima fase di questa decisamente barocca trafila congressuale. Non so se voterò, da simpatizzante ed elettore, alle successive primarie, anche perché simpatizzante lo sono sempre meno. Ho votato per il Pd alle politiche dello scorso anno, perché mi sembrava necessario, non l'ho votato alle europee di giugno (senza votare per nessun altro), perché non mi sembrava necessario, lo voterò alle prossime regionali, perché qui, dove io vivo, garantisce un buon livello di governo (purtroppo non è vero in molte altre parti d'Italia). Francamente non so quanto questo interessi i miei pochi lettori, ma in fondo il blog serve anche a questo, a provare a mettere in fila, anche solo per se stessi, alcune idee.
Ho partecipato attivamente e con convinzione - come credo sia noto - alla vita del Pds e poi a quella dei Ds e sinceramente non ho ancora capito la necessità profonda, valoriale, di trasformare quel partito in qualcosa di diverso. Capisco le ragioni tattiche, contingenti, capisco la necessità di eliminare quella "competition" nel centrosinistra tra Ds e Margherita che ci ha certamente danneggiato negli anni passati, capisco la necessità di creare un partito più forte che potesse essere il cuore "pesante" di una coalizione, un elemento che avesse la forza di attrarre e di tenere legati a sé partiti più piccoli. Quello che però non riesco a capire è come si possa da queste legittime esigenze politiche voler creare un partito con un proprio sistema di valori: e infatti mi pare che non sia stato creato. Il Pd non vuole e non può definirsi socialista, ma sta cercando una nuova formula, finanche una nuova parola, per definirsi e soprattutto per rappresentarsi alle donne e agli uomini che dovrebbero riconoscersi in esso.
Sento ripetere spesso (diciamo che è uno dei leit motiv del congresso) che occorre superare gli schemi novecenteschi per creare una forza politica nuova. Perché? Avrebbe senso, secondo me, se fossero risolti tutti i problemi per cui nel novecento sono nate le forze socialiste, ma purtroppo non è così, non è vero in Europa (dove pure moltissime cose sono state fatte, grazie alle lotte delle forze riformiste, tra cui il Pci), ma soprattutto non è vero nel resto del mondo, dove sfruttamento, negazione dei diritti elementari e alimentari, mancanza della libertà sono la condizione di gran parte delle donne e degli uomini che vivono in questo pianeta. Nel mondo c'è bisogno di più socialismo, non di meno. E lo scopo del socialismo è questo: eliminare le ingiustizie e le diseguaglianze, a favore di tutti, partendo da chi è più debole. Riformista non è sinonimo di moderato, il riformista deve essere radicale nei propri obiettivi, perché si trova di fronte a delle ingiustizione colossali e ha la speranza di vincerle, di costruire un mondo giusto.
Naturalmente ci si deve interrogare sugli strumenti, questi sì non possono essere sempre gli stessi, perché cambiano le condizioni, cambiano i tempi, cambiano le persone; probabilmente questa riflessione è ancora in alto mare, visti gli scarsi risultati raggiunti dalle forze socialiste nelle ultime elezioni europee e la grande difficoltà in cui si trovano i socialisti in Francia, in Germania, in Gran Bretagna. Ma temo si confonda troppe volte strumenti e valori, i primi devono essere cambiati, i secondi no. Non capisco più quali sono i valori del Pd, probabilmente è un mio limite, una mia incapacità di vedere una strada nuova, eppure senza questa passione non riesco a tornare a fare politica, dove per me è naturale. A sinistra.

3 commenti:

  1. devo dire che i tuoi pensieri e la tua storia, anche se con grande diversità personale, rispecchia la mia.
    uguale uguale uguale.
    parteciperò come uditore a questo congresso, nella speranza di intravvedere uno straccio di percorso. ovviamente non voterò.
    devo dire luca, che, questa astensione obbligata moralmente, materialmente mi lascia un vuoto incolmabile.
    grazie per queste considerazione.

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  2. Purtroppo in questi mesi, grazie anche a Facebook, ho parlato con altre persone che hanno fatto la stessa scelta, dolorosa (e gli stessi risultati elettorali lo confermano). Ne ho incontrate troppe e questo mi pare uno degli indizi dell'incapacità del Pd di essere il motore di un vero cambiamento.

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  3. Che dire? Ero segretaria di un circolo PD. Dopo le primarie per il candidato sindaco mi sono dimessa e ho restituito la tessera, disgustata. E altrettanto disgustata assisto alle vicende pre-congressuali, assurde diatribe sancite da uno statuto che dice tutto e il contrario di tutto e che ha creato l'assurdo strumento delle primarie: una sorta di televoto grazie al quale vince chi ha più conoscenze. Alla faccia degli iscritti che dedicano tempo, passione e fatica al partito.
    In tutto questo bailamme, ci si dimentica di fare politica. Non parliamo poi dei valori di sinistra: quelli il PD gli ha abbandonati da tempo.

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