venerdì 20 novembre 2009

Considerazioni libere (30): a proposito di prostitute...

In questo blog ho deciso - più o meno consapevolmente - di non intervenire e non fare commenti su fatti accaduti a Bologna, un po' perché mi è capitato, per lavoro, di farlo per molti anni e quindi mi è passata la voglia, ma soprattutto perché non voglio cadere nella tentazione, molto petroniana, di leggere la realtà alla luce di quello che succede o non succede nella nostra città. Questa volta però voglio fare un'eccezione, perché mi pare che questa storia possa interessare anche fuori di porta Saragozza.
All'alba di domenica scorsa una giovane prostituta romena è stata uccisa nella periferia della città. E' stata colpita più volte con un coltello e abbandonata lungo la strada; nonostante sia riuscita a dare l'allarme, chiamando per telefono un suo conoscente, è morta mentre veniva condotta all'ospedale. Le forze dell'ordine hanno agito con grande tempestività e già il giorno successivo è stato arrestato l'omicida, un giovane italiano che non era riuscito a "completare" quello per cui aveva pagato 40 euro. Di fronte alla richiesta della donna di essere riportata dove era stata caricata, al rifiuto di rendergli i 40 euro e forse anche al fatto di essere stato deriso da lei, lui l'ha colpita più volte con un coltello, causandone la morte. Del fatto di cronaca si sono occupati per due giorni gli organi di informazione, poi silenzio. Solo oggi una professoressa universitaria attenta alle questioni di genere - una femminista storica, ma non sono sicuro che lei vorrebbe essere definita così - ha ripreso l'argomento in un commento sulle pagine bolognesi del "Corriere della sera", denunciando che in una città solitamente e giustamente pronta a mobilitarsi per ogni aggressione contro le donne questo fatto grave sia stato affrontato con imbarazzo e reticenza: nessuna mobilitazione, nessun corteo. Eppure una nostra concittadina è stata uccisa. Ma dopo tutto la vittima era una prostituta - per di più romena, l'etnia che dà maggior "fastidio" qui a Bologna. Non so se a questo articolo seguirà una riflessione collettiva, ma ho qualche dubbio.
Abbiamo passato molte settimane a parlare di prostitute, fossero le escort destinate ad allietare le notti di palazzo Grazioli o le transessuali di cui pare si "serva" tutta la Roma che conta (e mentre scrivo leggo la preoccupante notizia che Brenda, una delle persone coinvolte nel caso Marrazzo, è stata trovata cadavere in casa sua, probabilmente uccisa), eppure nessuno parla dell'esercito di giovani e giovanissime che vediamo di notte e spesso anche di giorno sulle nostre strade. Non ci indignamo più, dopotutto è il mestiere più antico del mondo. Eppure dovremmo considerare una sconfitta civile ogni ragazza o ogni ragazzo che vediamo battere lungo le strade, vittime di un sistema dove coloro che tirano le fila sono certamente dei deliquenti, ma gli "utilizzatori finali", quelli che pagano, siamo noi.
Quando i cittadini protestano contro la prostituzione lo fanno perché il fenomeno porta degrado nelle loro belle strade residenziali, davanti ai loro eleganti condomini. Gli enti locali, anche qui nella civilissima Bologna, tendono a ridurre le risorse destinate ad aiutare le donne vittime di questa violenza, magari limitandosi a emettere ordinanze contro chi intralcia il traffico per accostare e trattare. Iniziativa comunque meritoria, perché colpisce gli italianissimi clienti in ciò che hanno di più caro, il portafoglio, ma comunque destinata soltanto a spostare un po' più in là il problema, magari entro i confini di un altro Comune. I volontari che si occupano di prostitute sono lasciati regolarmente soli. Non esistono, a livello dei governi europei, vere azioni repressive contro il fenomeno delle tratte, che si calcola abbia portato in Europa tra i 2,5 e i 4 milioni di persone, donne e bambini, destinate al mercato del sesso.
Intanto le pubblicità continuano a mostrarci un'idea distorta del sesso, modelli e stereotipi per cui si può prendere qualunque cosa si desideri, come avviene in un qualunque centro commerciale. L'uomo è di successo quando ha molte donne e quindi il nostro povero cretino bolognese, che ha fatto "cilecca" - succede anche ai migliori - si è sentito un fallito e ha compensato con un coltello, che raramente manca l'erezione.

7 commenti:

  1. Solo un uomo può dare una risposta a certe domande, solo un uomo può soffermarsi a riflettere leggendo le tue parole. Le donne, alcune donne, scelgono consapevolmente di vendere il loro corpo, una macchina in grado di mettere insieme in poche ore lo stipendio di un mese di lavoro duro e onesto...ognuno può disporre del prorio corpo come crede: è suo. Il grosso problema sta nell'identificare le volontarie dalle schiave dei magnacci. O le mamme abbandonate dai mariti che per paura di vedersi portare via i figli dagli assistenti sociali, si buttano in strada per poter dare ai prori figli una vita dignitosa, che nessuno onesto stipendio potrebbe loro assicurare. la morte di una prostituta credo non faccia notizia perchè ceret cose accadono sovente quando nella vita si sceglie di mettere in vendita il proprio corpo: depravati, maniaci, pervertiti, sono anche tra frequentatori di queste donne che pagandole sono li apposta a soddisfare le loro fantasie deviate. Lo so sto per dire qualcosa di molto crudo, orribile, tanto orribile quanto vero: una prostituta che muore in questo modo è paragonabile ad un paracadutista che muore perchè non gli si è aperto il paracadute. Rischi calcolati.

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  2. Avrebbe senso scendere in piazza a manifestare perchè un fantino è morto cadendo da un cavallo imbizzarrito? Chiaro che il discorso è diverso se qualcuno ha costretto il fantino, minacciandolo di morte, a cavalcare lo stallone impazzito...

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  3. Ieri il cardinale Caffarra ha scritto: "In Cristina è stata uccisa la grandezza di ogni persona umana: della donna in particolare". Queste parole sono importanti.
    Voglio anche ricordare che l'associazione "Albero di Cirene" ha organizzato una manifestazione per ricordare Cristina.
    Capisco quello che è scritto nei commenti precedenti e capisco anche lo spirito, ma non posso accettare di considerare un rischio professionale l'uccisione di una prostituta.

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  4. Caro Luca,
    mi è piaciuta la tua considerazione e condivido quello che hai scritto.
    Vorrei rispondere soffermandomi inizialmente sul commento del primo anonimo che ti ha scritto:
    Punto 1)
    "Solo un uomo può dare una risposta a certe domande, solo un uomo può soffermarsi a riflettere leggendo le tue parole" mi chiedo il perchè, forse uomo e donna possono vedere la cosa da due angolazioni diverse, la donna può capire meglio quanto è tragico e devastante vendere il proprio corpo e, in molti casi, le statistiche parlano chiaro, la donna è la compagna ignara del soggetto che va a divertirsi con la prostituta. Credo circa 7 uomini su 10 poi pretendono di non usare il preservativo così la moglie/fidanzata cornuta rischia pure di ammalarsi.
    Punto 2)
    "... certe cose accadono sovente quando nella vita si sceglie di mettere in vendita il proprio corpo ... rischi calcolati": prima di tutto non alcune, ma la stragrande maggioranza di loro è obbligata con la forza a prostituirsi, secondo non credo neanche io che si possa definire un rischio professionale, e qui chiudo con l'anonimo.
    La mia opinione è che si tratta del lavoro più vecchio del mondo e, chissà come mai, pure l'unico che non risente della crisi economica che stiamo vivendo ... è una frase infelice, ma è la realtà.
    Vista l'impossibilità di sconfiggere il "fenomeno" io sono dell'idea che se riaprissimo le case chiuse diminuiremmo alcune conseguenze che ne derivano: eviteremmo quanto meno il diffondersi di malattie e di queste tragedie, in più faremmo pagare le tasse sia a chi fa questo mestiere, sia al loro datore di lavoro che di soldi ne fa a palate.
    Credo che l'Olanda sia un buon esempio da copiare, meglio se senza vetrine espositive.
    Da loro le case chiuse sono legali e le lavoratrici del sesso pagano regolarmente le tasse, la prostituzione costituisce un'attività con un fatturato ragguardevole che contribuisce attivamente all'economia del Paese. La prostituzione viene allontanata dalle strade e si svolge soltanto in luoghi ad essa deputati, con i conseguenti controlli medici, di ordine pubblico e fiscali.
    Non si risolverebbe il cornutaggio, ma anche quello c'è sempre stato e ci sarà sempre sia da parte delle donne che degli uomini.
    Se il primo anonimo risponde me lo fai sapere? Mi piacerebbe capire meglio il suo messaggio.
    Buona serata Luca.
    Nadia.

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  5. Prostitute costrette??? ma state scherzando??? tutte libere imprenditrici di se stesse!!! dovrebbero fargli un monumento: grazie a loro si tengono in piedi ancora tanti matrimoni con donne brutte e sessualmente incapaci... dico questo da uomo SPOSATO, regolarmente frequentante di belle ragazze (prostitute)... che piacere fare sesso con belle ragazze sapendo che hai lasciato a casa la CORNUTA moglie...

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  6. Caro Anonimo, pur potendolo fare, ho deciso di non cestinare il tuo commento: temo sia abbastanza rappresentativo di un modo di intendere il rapporto tra gli uomini e le donne che non mi piace, ma che evidentemente esiste e forse è della maggioranza.
    Tu puoi naturalmente fare quello che vuoi e francamente non mi sento particolarmente virtuoso solo perché non sono mai andato con una prostituta, ne ci andrò; posso immaginare che per te sia fonte di soddisfazione fare sesso con una bella donna, ma naturalmente non ti chiedi quanto lo sia per lei fare sesso con te. Anche qui sta il senso della costrizione.

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  7. Anonimo del 3 gennaio 2010, vediamo se ho capito il tuo commento:
    - provi piacere nel fare sesso con una donna che soddisfa, solo ed esclusivamente perchè viene pagata (quindi fingendo) i tuoi desideri
    - sei contento di cornificare tua moglie
    - tua moglie è brutta e sessualmente incapace
    - ritieni che questa sia la soluzione per tenere in piedi il tuo matrimonio (e quello degli uomini che la pensano come te)
    - infine pensi che bisognerebbe fare un monumento alle “imprenditrici di se stesse”.
    Ho compreso bene? Beh, anonimo, mi fai compassione anche se non ti conosco perchè sinceramente penso che la tua vita sia triste e che tu sia povero.
    Vedo la tua vita triste perchè per far divertire i tuoi genitali devi pagare e perchè l’unico modo che trovi per tenere in piedi il tuo matrimonio è andare a prostitute.
    Ti ritengo povero perchè sei arido di sentimenti e di valori. Hai mai provato ad amare qualcuno e a rispettarlo? Io sì e mi rende contenta farlo.
    Anonimo hai mai provato a metterti nei panni delle altre persone prima di giudicarle? Tu ci andresti sul marciapiede anonimo? Io mai. Ti piacerebbe essere un cornuto? A me no.
    Sai cosa vuol dire avere fame e non avere una lira in tasca? Io no, però a queste persone ci penso e anche con dispiacere.
    Poi, per dirla tutta, nessuno ti costringe a vivere con una donna che non apprezzi ... tra l’altro potevi utilizzare qualche altro termine per definire lei e altre donne, i termini “brutta” e “incapace sessualmente” li trovo di pessimo gusto. Mi viene da pensare: non è che tua moglie è danarosa ed è invece questo il motivo della continuità del tuo o di altri matrimoni per caso? Andare a prostitute comporta un esborso di moneta non indifferente ...
    Concludo scrivendoti cosa farei io al tuo posto: lascerei la moglie cornuta e mi troverei una donna in grado di soddisfarmi da tutti i punti di vista (un rapporto di coppia non si limita al solo incontro intimo, è molto, molto di più, fidati). Certo, finché continuerai a ragionare così sarà dura trovare una donna disposta ad avere una relazione con te. Comunque prova a pensarci, per me ci guadagnereste in due: tu e, soprattutto, tua moglie.
    Ah un’altra cosa, giusto perchè non vorrei che il mio venga letto come un pensiero di parte visto che sono una donna: io ho un compagno da 18 anni, magari penserai che è uno stupido, comunque quando ha letto il tuo commento mi ha detto “menomale che noi uomini non siamo tutti così” e altro che non posso scrivere, ma, credimi, te lo ripeteremmo entrambi volentieri a voce se ne avessimo l’occasione.
    Se vuoi chiarimenti sono a disposizione.
    Nadia.

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