Si deve avere una mente invernale
per considerare il gelo ed i rami
dei pini incrostati di neve,
e aver sentito freddo tanto tempo
per scorgere i ginepri irti di ghiaccio,
gli scabri abeti nel brillio distante
del sole di gennaio; e non pensare
a un tormento nel suono dell’aria,
nel suono di poche foglie,
che è il suono del suolo
intriso dello stesso soffio
che spira nello stesso spoglio luogo
per l’uditore che ode nella neve,
e, niente in sé, osserva
niente che non sia lì e il niente che è.
bellissima...Grazie Luca
RispondiEliminaMancano 8 versi - tutta la prima parte della poesia!!!
RispondiEliminagrazie per aver segnalato l'errore...
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