lunedì 11 gennaio 2010

Considerazioni libere (57): a proposito di gioco d'azzardo e di pubblicità...

Chi ha acquistato e letto il "Corriere della sera" di oggi se n'è sicuramente già accorto, ma per chi non l'ha fatto credo sia utile sapere che nelle 48 pagine dell'edizione di oggi compare un unico inserzionista pubblicitario: il sito di poker on line PartyPoker.it; a mia memoria è la prima volta che tutti gli spazi pubblicitari del giornale vengono venduti a un'unica azienda e quindi credo che meriti una "considerazione".
Come probabilmente i miei lettori già sanno, io penso che in generale il proibizionismo arrechi più danni che benefici e quindi ritengo assolutamente giusto aver reso legale alcune forme di gioco d'azzardo, compreso il poker on line; se questo servirà a togliere risorse alle bische clandestine e quindi alla malavita che le controlla, penso che la legalizzazione di questo gioco d'azzardo sia stata una scelta giusta. E poi serve anche a far entrare risorse fresche nelle casse dello stato, che ne ha davvero bisogno. Ma, senza essere un moralista, penso anche ci sia un bel salto dal permettere il gioco d'azzardo al fargli pubblicità sui giornali. Giustamente non viene vietata la vendita delle sigarette, ma altrettanto giustamente non è consentito alle aziende produttrici di sigarette di fare pubblicità in televisione e sui giornali. Perché allora permettere che il gioco d'azzardo sia oggetto delle lusinghe della pubblicità?
Il gioco d'azzardo crea dipendenza, al pari delle droghe, del fumo e dell'alcol; molti di noi hanno conosciuto persone e famiglie rovinate da questo vizio; troppo spesso abbiano letto di storie finite tragicamente. Naturalmente so che ogni persona risponde per se stessa e deve essere consapevole delle proprie scelte e delle loro conseguenze, ma tutti noi sappiamo anche quanta forza possa avere un messaggio pubblicitario, specialmente tra i ragazzi. Quante volte abbiamo chiuso delle finestre di pop-up che ci invitavano a uno dei tanti casinò on line? Ma quante persone non hanno cancellato quelle pagine e si sono fatte prendere dal gioco?
Se avete visto il "Corriere" di oggi, avrete notato che il gioco è associato alla possibilità di fare soldi, di avere successo, di conoscere belle donne; c'è perfino un articolo secondo cui "il poker fa bene al cervello", perché favorirebbe lo stare insieme. Naturalmente il fatto che in ogni pagina del giornale - tranne che in quella dei necrologi - ci sia uno spazio dedicato a questo sito, gli dà una certa credibilità. Francamente non mi era mai capitato di vedere un grande giornale nazionale "appaltato" a un unico inserzionista e per di più di questo genere. Mi rendo conto dell'efficacia commerciale e quindi dell'interesse economico dell'editore per questa scelta, indubbiamente riuscita dal punto di vista del marketing - io ammetto di guardare molto distrattamente le pubblicità, ma stavolta me ne sono accorto - ma continuo, forse ingenuamente, a pensare che un giornale dovrebbe essere anche qualcosa di più e di diverso.
Capisco che le leggi dell'economia regnano sovrane, ma alcune volte non sarebbe meglio dire dei no?

3 commenti:

  1. Ciao! Ho trovato molto interessante il tuo post. L'ho letto attentamente perché da qualche mese, mi chiedo come mai si faccia la guerra (tramite programmi come Striscia la Notizia, Tg vari e giornali cartacei) a maghi e giochi d'azzardo se poi, questi vengono pubblicizzati sempre tramite gli stessi mezzi di informazione che li demonizzano. Un esempio pratico: sul TV Sorrisi e Canzoni, mi fa notare una mia amica che è presente la pubblicità di uno di questi passatempi (tali dovrebbero essere) sponsorizzati da tale Lele Mora, con delle frasi ingannevoli e le quali spingerebbero il lettore a non porsi il problema della dipendenza (del tipo: "più giochi, più possibilità hai"). Sarò esagerato.. ma a me sa tanto di un tipo droga concesso ai cittadini come arma di distrazione di massa.. una delle tante, ma con seri rischi e conseguenze.

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  2. concordo pienamente con te luca.
    le leggi dell'economia non sono e non devono essere più importanti degli uomini, in questo caso dei deboli. il gioco d'azzardo è una droga, come tu giustamente sottolinei, che ha conseguenze devastanti per chi ne è vittima e per le loro famiglie.
    saluti

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  3. oggi vige la legge dell'immoralità. tutto ciò che è business sembra sdoganato. gioco d'azzardo, prostituzione, fumo, alcool, e così via.
    non sono moralista, almeno credo.
    non sono per il controllo preventivo.
    ma sono sicuro che c'è una pelosa ipocrisia nell'approfittamento che i "lele mora" e gentili "centri dimagranti sobrino" e tutti glia ltri inserzionisti fanno a scapito dei poveri polli che abboccano all'amo della pubblicità come pesci scemi.
    è chiaro, non dico una bugia, se affermo che tra le "vacche da mungere" ci sono molti cittadini che non hanno mezzi culturali in grado di difenderli dalle "sirene" pubblicitarie.
    e ci sono anche molti deboli, molti malati, molti imaturi...
    tutti questi, chi li difende? se lo Stato non deve più alzare difese?
    questa discussione è importante più ancora che per questo genere di approfittatori, maghi, scommettitori, e simili, per il tema delle condizioni di concorrenza che giustificano il sistema economico di mercato.
    il principio di fondo che giustifica il "mercato" - nelle sue varie manifestazioni (mercato del lavoro, dei beni, della moneta, del credito ecc.) è quello della parità di condizioni, di informazione, di azione.
    ti risulta, Protagora che questa condizione di uguaglianza sia in realtà, non dico rispettata, ma anche soltanto avvicinata?

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