L'avvio in questi giorni dell'utilizzo negli ospedali italiani della pillola abortiva Ru486 ha riacceso il dibattito su un tema così delicato come l'aborto. Le dichiarazioni degli appena eletti presidenti del Piemonte e del Veneto, Cota e Zaia - al di là della subitanea correzione di rotta imposta da Bossi - ha scatenato un dibattito che, anche a sinistra, ha immediatamente allontanato la questione dal tema centrale: la tutela della salute della donna. Alle improvvide dichiarazioni degli esponenti leghisti ha subito fatto eco il plauso del cardinale di turno e quindi a ruota le prese di posizione dei politici dell'uno e dell'altro schieramento e quindi dei commentatori che si sono cimentati in analisi sul rapporto tra Lega e gerachie ecclesiastiche e così via. Sullo sfondo rimangono le donne, i loro drammi, le loro difficili scelte: di questo ormai non si occupa più nessuno.
In questo clima, è stata una piacevole sorpresa l'intervista che è pubblicata questa mattina sul Corriere della sera a Giorgio Lambertenghi Deliliers, che è presidente dell'Associazione medici cattolici di Milano e che conseguentemente si dichiara "anti-abortista al 100 per 100". Al di là di questa affermazione di principio, che non condivido, l'intervista a Lambertenghi Deliliers rappresenta una posizione di grande equilibrio, in cui mi riconosco completamente. Il suo ragionamento parte da due affermazioni di fondo. Il medico dice che "la legge va rispettata. In difesa delle donne che altrimenti rischiano di tornare ad abortire clandestinamente". Poi afferma che "l'aborto non è mai una passeggiata". Coerentemente con questi principi, il dottor Lambertenghi Deliliers spiega che la donna - e anche i suoi genitori, quando si tratta di una minorenne - deve essere pienamente informata e che la Ru486 deve essere somministrata in ambiente protetto, in modo che l'aborto possa avvenire in ospedale, per evitare le conseguenze di possibili effetti collaterali. L'elemento centrale, al di là di ogni posizione ideologica, rimane la tutela della salute della donna.
A me piacerebbe che tutti quelli che in questi giorni si dovranno occupare di questa delicata questione si attenessero a questi semplici principi. L'aborto è una cosa troppo seria e drammatica per farne una battaglia ideologica, avulsa dalle circostanze, dalle storie e dalle condizioni di salute di ciascuna delle pazienti che in questi giorni decideranno di abortire, utilizzando la pillola Ru486. Francamente trovo altrettanto stonate le dichiarazioni della coppia Cota-Zaia e quelle di chi plaude il fatto che la Puglia, sottinteso la Puglia di Vendola, sarà la prima regione a utilizzare questo sistema.
Non è questione di chi arriverà per primo, né se sarà una regione governata dal centrodestra o dal centrosinistra, l'importante è che la scelta sia consapevole e che avvenga nelle massime condizioni di sicurezza. Se si valuterà necessario un ricovero di qualche giorno è bene che avvenga così, se paziente e medici valuteranno che sarà sufficiente la somministrazione in day hospital è giusto che questa sia la scelta. Occorre tenere conto infatti non solo delle implicazioni strettamente cliniche, ma anche di quelle psicologiche; se una donna riterrà meglio affrontare questo difficile momento della sua vita accanto alle persone che ama è bene che sia così. In alcuni altri casi probabilmente è meglio che un ricovero eviti alla donna l'ulteriore stress provocato da una situazione familiare complicata.
In una mia precedente "considerazione" (la nr. 90, per la precisione), che ho dedicato al dramma degli aborti selettivi in Cina e in India, ho citato una frase di Bill Clinton che mi pare riassuma meglio di ogni altra la posizione che un laico dovrebbe avere sull'argomento: l'aborto deve essere "sicuro, legale e raro".
senti, ma non ti pare che l'uso della pillola Ru 486 sia una cosa da lasciare alla coscienza delle donne? a me sì. all'estero, in Europa e in America, la vendono in farmacia o in altri negozi. non si esercita autorità morale e politica sui corpi di altri uomini o donne.
RispondiEliminacosì la penso io.
Certamente la decisione deve sempre essere lasciata alla donna, ma francamente credo che la decisione debba essere accompagnata da un controllo medico; personalmente credo sia pericoloso permettere la vendita della Ru486 in farmacia. In Francia, dove questo farmaco viene utilizzato da 21 anni, viene somministrato in ambulatorio, forse si potrebbe arrivare a questo, ma comunque penso che occorra sempre valutare caso per caso.
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