Anche Tremonti ha cercato di non parlare della manovra, ma lo ha fatto in maniera più intelligente, evocando un tema, la libertà d'impresa, su cui è utile fare una qualche riflessione. Il ministro si è spinto a dire che sarebbe necessaria una modifica all'art. 41 della Costituzione, in modo da sospendere, almeno per alcuni anni, i controlli preventivi della pubblica amministrazione sugli imprenditori. Naturalmente ha trovato il pieno appoggio delle associazioni di imprenditori, artigiani e commercianti, che effettivamente, soprattutto i più piccoli, sono vessati da una burocrazia spesso inefficiente, dai tempi indefiniti e dal linguaggio incomprensibile. Anche l'opposizione ha mostrato un qualche interesse per la proposta, rivelando ancora una volta la propria incapacità di un'elaborazione politica autonoma.
Sinceramente neppure il più accanito sostenitore delle virtù del libero mercato potrebbe ragionevolmente sostenere che l'art. 41 della nostra Costituzione sia una concessione al comunismo. Merita di essere riportato nel testo completo: " L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali". Eppure siamo ormai in un clima culturale per cui anche il semplice riferimento all'utilità sociale può essere visto come un freno alla libertà dell'impresa e dell'iniziativa economica. In un paese in cui nel parlamento non si trova nessuna forza che si ispiri in maniera netta ai principi dell'Internazionale socialista non stupisce questa deriva, che pure sta avvenendo anche nel resto del mondo. Chi fa impresa sembra avere ogni diritto - compreso quello di essere salvato dallo stato quando fallisce - e nessun dovere.
Il tema non è quello di eliminare i controlli, ma quello di far funzionare i controlli in maniera rapida ed equa. Eliminare ogni tipo di controllo solo perché la pubblica amministrazione non funziona significa da un lato ammettere implicitamente che la pubblica amministrazione in Italia non è riformabile e dall'altro dare un segnale di via libera ai tanti furbi e furbastri che si trovano nel nostro paese. In una situazione come questa, con una domanda di lavoro così forte, specialmente da parte dei giovani e delle donne, eliminare ogni controllo darebbe ai furbi la possibilità di sfruttare ancora di più queste persone. In un paese in cui le emergenze ambientali sono sotto gli occhi di tutti, eliminare i controlli vorrebbe dire rinunciare per ancora molti anni a una vera tutela del territorio.
Dire con forza no alla proposta di Tremonti non significa né mortificare la libertà degli imprenditori né accettare l'incapacità della burocrazia, ma dire che può esserci una via diversa, che passa per il rispetto di regole eque, comprensibili e sanzionabili.
Nessun commento:
Posta un commento