giovedì 19 agosto 2010

Considerazioni libere (150): a proposito di federalismo e di turismo...

Ho scoperto il Salento grazie a Zaira, che è originaria, da parte della famiglia paterna, di questa splendida terra. Da due anni passiamo qui le vacanze estive: sono luoghi che davvero meritano di essere visitati, per il mare, per la natura, per l'arte, per la cucina, per la musica.
La lettura dei giornali locali riserva qualche curiosità, che mi fa piacere condividere con i miei sparuti lettori. Di ieri è la notizia che il movimento di Adriana Poli Bortone, che qui è piuttosto radicato - visto che la stessa Poli Bortone, già ministro in quota An nel primo governo Berlusconi, è stata una capace sindaco a Lecce - e che ha un rapporto conflittuale con il centrodestra - sul modello del Mpa del siciliano Lombardo - si è fatto promotore di un ordine del giorno nel consiglio comunale di Lecce per promuovere la nascita di una nuova regione, il "grande Salento", unendo le province di Lecce, Brindisi e Taranto. Un bell'esempio di risparmio dei soldi pubblici, visto che il nuovo ente dovrebbe avere un nuovo presidente, una nuova giunta e un nuovo consiglio, con tutto quello che ne consegue. Non pensate che la proposta sia così peregrina, visto che solo un anno fa in Puglia è nata una nuova provincia "tricefala", con tre capoluoghi, Barletta, Andria e Trani, denominata Bat.
Invece i giornali di oggi annunciano che la provincia di Lecce promuoverà il marchio "Salento d'amare" in maniera autonoma nelle principali città europee e a New York. Sul Corriere del Mezzogiorno si ricorda come la Puglia ha partecipato nello scorso mese di febbraio alla Borsa internazionale del turismo di Milano: accanto allo stand della regione, c'erano uno spazio della Capitanata e della Terra di Bari, uno spazio di Lecce e del Salento, uno spazio di Taranto - che allora rivendicava il fatto di non essere in Salento e presentava il proprio marchio "Terra jonica". Anche la provincia di Brindisi in febbraio non voleva essere considerata in Salento e così ha acquistato uno spazio al Bit per presentare il marchio "Filia solis"; peccato che la decisione non sia stata condivisa da Brindisi e dai comuni di Ostuni, Carovigno, Fasano e Ceglie, che sono andati a Milano, presentando il marchio "Terra di Brindisi". Immaginate lo stupore dell'operatore statunitense - che probabilmente non ha ben chiaro quale sia il delicato ruolo istituzionale delle province in Italia - che si è trovato davanti a due stand di Brindisi.
Il problema non è naturalmente solo quello della proliferazione dei marchi - che è comunque un dato negativo, visto che le altre regioni riescono a presentare in forme unitarie territori altrettanto "complessi" quanto quello pugliese - ma la capacità di controllare in maniera effettiva che a quello promesso da un marchio corrispondano servizi e offerte per i turisti. Visitando il Salento pare che questa capacità istituzionale non ci sia, supplita in qualche modo da molte iniziative singole di valore, che solo raramente fanno rete. Così ad esempio alcune associazioni della zona attorno a Santa Maria di Leuca si sono date un'organizzazione per non far coincidere e pubblicizzare in maniera unitaria le sagre che si svolgono in ogni paese oppure i Comuni della Grecìa collaborano per le iniziative della "Notte della taranta": sono momenti utili, ma non bastano. Naturalmente questi problemi non saranno risolti né da un nuovo marchio né da una nuova regione.

Considerazione scritta mercoledì 11 agosto

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