giovedì 19 agosto 2010

Storie (III). "Maria e Angela..."

Maria e Angela stanno per arrivare in treno a Bologna. È la mattina del 2 agosto 2010. Vivono a Empoli. Maria ha 54 anni, lavora alla cassa di un grande supermercato; per alcuni anni, prima dell'incidente - lei lo continua a chiamare pudicamente così - ha lavorato in una fabbrica di confezioni, poi ha trovato questo lavoro, che le ha permesso di ottenere un part time e di stare più tempo con la figlia. Angela ha 33 anni, lavora in un'agenzia di viaggi e da tre anni non vive più insieme a sua madre; si è sposata con Giulio e l'anno prossimo sperano di avere un bambino.
Il loro treno sta entrando in stazione. Maria è arrivata in questa stazione alcune altre volte prima dell'incidente, ma ormai non riesce a ricordarne nemmeno una. 

Angela invece è arrivata in stazione a Bologna per la prima volta il 2 agosto del 1980, trent'anni fa. Stavano andando in vacanza sul lago di Garda, insieme a due amiche di Maria; dovevano aspettare la coincidenza e stavano nella sala di attesa di seconda classe. Era davvero caldo quella mattina a Bologna e Angela non voleva star ferma. La sala d'attesa era piena di persone, sul binario 1, lì davanti, era fermo un treno. Nessuno nota l'uomo che appoggia una valigia sotto il tavolino della sala d'attesa, proprio dove è seduta Maria. Sono le 10.15. Angela corre tra le sedie, inciampa in una borsa, Maria la raggiunge, la prende in braccio, le amiche controllano i suoi bagagli, Maria porta Angela fuori, a vedere il treno che sta per ripartire. Sono le 10.25.
Maria si risveglia su un taxi, vede Angela accanto a sé, tutte e due hanno il viso coperto di sangue, sente il taxista chiederle come sta, perde di nuovo i sensi. Maria si sveglia di nuovo, è in un letto con le braccia fasciate, chiede a un medico notizie di sua figlia; è all'ospedale anche lei, sta bene, la rassicura il medico. In quel momento passa il presidente Pertini a salutare i feriti, stringe la mano di Maria, le fa coraggio con il suo fare paterno. Lentamente Maria viene a sapere quello che è successo: è scoppiata una bomba in stazione, proprio lì, nella sala d'attesa di seconda classe, è stata una strage.

Maria e Angela vanno ogni anno alla manifestazione che ricorda la strage, portano un fiore per le due amiche che sono rimaste accanto ai bagagli. Solo un anno, l'85, non sono andate: Angela aveva il morbillo. Altre volte sono passate per quella stazione, insieme o da sole: Angela è passata per la stazione di Bologna con la gita delle superiori e poi per la prima vacanza con Giulio, ma quel viaggio, il 2 agosto di ogni anno, lo devono fare insieme, loro due sole, per ricordare. Si fermano a guardare l'orologio fermo alle 10.25, leggono i nomi delle 83 persone morte nella strage. Si stringono le mani.

Questa è una storia di fantasia. Le vittime della strage alla stazione di Bologna furono 85: tra loro, la vittima più piccola, Angela Fresu, di 3 anni, e sua madre Maria Fresu, di 24 anni, il cui corpo - l'unico che non è stato trovato - è stato disintegrato dalla bomba.
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2 commenti:

  1. Caro Luca, grazie, pur vivendo lontano da Bologna da più di dieci anni, ogni 2 agosto la mia memoria torna alla mia stazione centrale, a quello squarcio, a cosa facevo quel giorno a 9 anni. E ti assicuro che ricordo ancora tutto di quella mattina.
    A presto.
    V.

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  2. il problema del delinquenzialismo politico impregnato di malaffare e collusioni, oggi dopo 35anni ancora senza risposte e senza domane per coloro che preferiscono le circostanze di un giorno che vergogana questo paese

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